Toglietemi tutto…

… ma non il mio blog.

Grazie a Silvia Amelotti.

Il silenzio dei blogger

C’è una corrente di pensiero secondo la quale la giornata di silenzio dei blogger contro il Ddl Alfano è stata inutile o controproducente. Lo slogan di questa anti-protesta è: urliamo contro chi vuole ridurci al silenzio.
Strategia opposta rispetto a quella adottata ieri da centinaia di blogger in tutta Italia.

Ho aderito, e molti di voi con me, alla mobilitazione silenziosa contro un provvedimento che traveste da regola democratica un insieme di cavilli liberticidi. Un esempio per tutti: l’obbligo di rettifica in tempi ristrettissimi (48 ore) quando capita nel week-end o in momenti in cui il blog è sguarnito (del resto il blog non è una testata giornalistica e non c’è alcun vincolo di presidio) diventa un trappolone. Infatti il potente di turno – forte di avvocati e consulenze, magari a spese della collettività – può far leva su un’imperfezione della vostra critica per farvi condannare al pagamento di cifre enormi.
L’esigenza di un maggior equilibrio è una scusa per tagliare le gambe all’unico sistema di circolazione di idee libere che attualmente esiste in questo Paese. L’equilibrio vero infatti lo si trova pesando le parti sui due piatti della bilancia, e non truccando la stessa. In realtà – ma questo nessuno lo dice – quando si vive in un sistema governativo blindato nei suoi mezzi d’informazione e nelle sue maggioranze bulgare, è difficile che qualche blog non allineato possa costituire un pericolo per la democrazia.

Protestare contro chi per raggiungere un finto equilibrio vuol cambiare gli strumenti e le unità di misura è opera quotidiana di questo e di moltissimi altri blog. Se per un giorno abbiamo voluto cambiare modalità di protesta non è certo per stanchezza, vigliaccheria o follia.

Mettiamola così: uno dei maggiori strateghi politici degli ultimi secoli è riuscito a bloccare eserciti e a mettere in crisi immensi apparati politici scardinando gli schemi della lotta sociale. Si chiamava Gandhi e faceva tremare il nemico quando imponeva ai suoi di fermarsi e di sdraiarsi per terra. Non sarà il nostro caso però, coi fulgidi esempi di moderni condottieri che la cronaca ci impone, citare una figura di tale livello fa bene al cuore, no?

Oggi sciopero

scaricailbannerQuesto blog aderisce alla protesta contro il Ddl Alfano che vuole imbavagliare la rete internet italiana.

Blogger e giornalisti

blogger

La sovrapposizione è quasi completa. Blogger e giornalisti hanno, nel campo dell’informazione, pari peso. E anzi l’anzianità di una testata spesso non dà sufficiente garanzia di qualità quanto l’indipendenza del testimone che racconta. In altre parole: ci sono casi in cui si tende a dar più fiducia a un piccolo blog, libero e responsabile, che a un giornale (o telegiornale) grande e condizionabile.
Il potere di una forma di comunicazione di massa forte e penetrante come quella della tv sembrava eterno fino a qualche anno fa. L’evento, qualsiasi e di qualsiasi entità, non esisteva se non veniva legittimato dalla televisione. Oggi ci sono altri equilibri e gli angoli bui del mondo – quelli giornalisticamente più stimolanti – sono illuminati dalle candele di non-giornalisti che attraverso le loro pagine web raccontano storie di cui altrimenti nessuno saprebbe nulla. Il caso più eclatante riguarda le cronache dell’Iran, ai giorni nostri.
Il monopolio dei giornali è stato demolito da una manciata di byte. Ed è una fortuna.
Faccio un esempio classico. Prima se un artista organizzava una presentazione delle sue opere (libri, dischi, dipinti, sculture, navi in bottiglia) doveva singhiozzare presso il quotidiano della sua città per ottenere tre righe di annuncio. E queste non sempre arrivavano e non sempre, se arrivavano, erano corrette. Adesso basta far circolare la notizia tra blog, social network e semplici e-mail per raggiungere lo stesso bacino di pubblico senza dover per forza andare a inginocchiarsi davanti a un giornalista panzuto che da dietro una scrivania ti guarda con l’aria di chi pensa che l’arte sia l’alibi dei perditempo.
E’ tutto più semplice. Ma fino a un certo punto. Perchè se la circolazione delle notizie si è moltiplicata, lo stesso fenomeno si è verificato con i giudizi. Insomma, se prima rischiavi una stroncatura su carta (che durava un giorno, il tempo di permanenza del quotidiano nelle mani dei lettori), adesso rischi cento stroncature telematiche (che sono perenni, legate al tuo nome, da qualsiasi motore di ricerca ci si arrivi).
Come nei giornali, anche nel web c’è molta improvvisazione, ne abbiamo parlato. Quindi non è scientificamente dimostrato che questo new deal di “informazione allargata” sia conveniente sotto il profilo della qualità. Però c’è un vantaggio certo: poca sabbia per nascondere.
I giornali hanno molto da imparare dagli scribacchini del web: per rapidità d’esecuzione, per ramificazione di fonti, per varietà di significati, per originalità. Devono solo ammettere uno stato di minorità, armarsi di una buona dose di umiltà e chiedere a un brufoloso blogger di Teheran: scusa, ci spieghi la strategia di Ahmadinejad?

Brunetta e il misterioso spam

La vignetta è di Gianni Allegra
La vignetta è di Gianni Allegra

Come molti blogger italiani, anch’io ho ricevuto una e-mail pubblicitaria – non richiesta – del nuovo libro del ministro Brunetta. Direte voi: e vabbè, cancellala come fai con tutte le altre sfuggite all’antispam.
In realtà la questione è più delicata di quanto sembri. Vediamo perché.

Il messaggio pubblicitario mi è arrivato in una casella di posta abbastanza riservata, che uso pochissimo.

Brunetta è un ministro che ha fondato la sua azione politica sulla ferrea intransigenza nei confronti di chi si fa beffa di leggi e regolamenti. Lo spamming in Italia è vietato (vedi pronunciamento del Garante della privacy). Quindi il ministro – ritengo inconsapevolmente – è protagonista di un’operazione non lecita.

La società che ha gestito l’operazione è la Server Studio di Palermo: per pubblicizzare il libro ha inviato 85 mila e-mail.

Io non ho mai fornito alla società in questione né la mia e-mail (riservata) né, soprattutto, il consenso ad accettare messaggi pubblicitari.

Server Studio, lo scorso anno, ha avuto rapporti con BlogItalia e ha gestito l’invio di una newsletter alle decine di migliaia di iscritti al sito.

Io sono iscritto a BlogItalia (proprio con quella e-mail).

Molti blogger sono iscritti a BlogItalia.

BlogItalia sostiene di non avere nulla a che fare con Brunetta e soprattutto di non avere mai ceduto il suo indirizzario.

E allora come ha fatto Server Studio ad avere la mia e le altre migliaia di e-mail alle quali destinare una tonnellata di spamming per conto di un ministro tutto d’un pezzo?

P.S.
Qui trovate qualche informazione utile su questioni tecniche e legislative.

Gli americani so’ forti

Averlo uno zio d’America, magari blogger.

Libri, suocere e assassini

Quest’anno abbiamo disquisito di arte e necessità con la stessa veemenza con la quale ci siamo scontrati sulla presunta utilità dell’iPhone. Una suocera ci ha raccontato il Festival di Sanremo e un misterioso personaggio ha reso entusiasmanti le sue beghe familiari. Abbiamo celebrato con un elogio ai perdenti la vittoria di un premier che chiede il ricovero coatto per chi non la pensa come lui. Tra diari del piacere nascosto e originali esercizi di psico-giardinaggio, abbiamo trovato il tempo per inseguire un sindaco che latita, indignarci per un amministratore locale un po’ troppo intraprendente e magari cambiare lavoro.  Ci siamo divisi su libri e autori di successo. Abbiamo consumato polpastrelli sul revisionismo degli anni settanta e sulla tv del terzo millennio. Non siamo rimasti impassibili davanti al suicidio della nostra compagnia di bandiera e a quello di un pentito di Facebook. Abbiamo visto condannati che brindano e assassini colpevoli a metà, abbronzature di successo, film che meritano ancor più successo. Abbiamo schivato i superbosi ed eletto i migliori momenti peggiori, tra bambole spettinate e quarantenni in quarantena.
Tutto questo per dirvi che oggi questo blog, pur con una nuova veste e un nuovo indirizzo, compie due anni. Per ringraziarvi ho cercato di mettere dentro questo post quanto più di tutti voi, co-autori, titolari di rubrica, ospiti, lettori.
E ora cantare, please.

L’immagine riproduce un acrilico su carta di Gianni Allegra. Si intitola “Cartolina in giallo” ed è l’illustrazione, pressochè inedita in Italia, della cartolina-invito per una mostra personale di Allegra svoltasi a Siviglia nel 2007 e curata dallo scrittore andaluso Alejandro Luque.
Per gentile concessione dell’autore.