Elogio del sonno solitario


Roberto Torta, per quel che so, è un ingegnere originario dell’Ennese che lavora a Palermo per una multinazionale. So pochissimo di lui, in generale. Però mi fido perché ha opinioni controcorrente, non sempre condivisibili, ma comunque divertenti. Roberto Torta è una specie di illusione vivente, eppure mantiene un contatto con la realtà, la sua, che lo rende corpo, materia, più di molte altre persone che ostentano onestà, lungimiranza, candore, coerenza. Per me potrebbe essere Kaiser Soze (o Soza, o Sosa, o Sose, esistono varie versioni) e per questo, dal momento che “I soliti sospetti” è uno dei miei film preferiti, ha lo stesso fascino del diavolo che in un soffio svanisce.
Ora leggete e incazzatevi pure, se volete. Ma con lui, eh!

di Roberto Torta

Ci pensavo stamattina, mentre guardavo i giornali online. Avevo il pc sulle gambe e alla mia destra una pila di giornali, riviste e libri. E anche le calze. Ma quanto è bello dormire solo?
Ora… lo so che non è bello dirlo. E neanche gentile. Ma superata la soglia dei 40 anni, quando pensavo che tutte le certezze si fossero frantumate, ecco che ne sorge una nuova. Pulita.
Amo dormire da solo.
E non c’entra niente l’amore. Per carità. Quando abbraccio la mia donna, quando, dopo aver fatto l’amore, mi riempio del suo profumo, continuo a godere di momenti, che, devo dirlo, finiscono. Finiscono quando, magari, hai mangiato pesante e vorresti, con la pesantezza che solo l’uomo riesce ad esprimere, emanare quell’aria non troppo pulita che è lì dentro di invece vorrebbe librarsi tranquillamente. Di notte succede. E se all’inizio di te una donna ama anche quel rumore notturno, col passare degli anni nessuno ti sopporta. Poi c’è il risveglio. E’ inutile negarlo. Siamo dei mostri atterrati da un altro pianeta dove c’hanno riempito di pugni. Gonfi e con un alito che… sì insomma, sappiamo bene come siamo al mattino. Tutti, uomini e donne.
Ma….dormire solo. Godere dello spazio, del silenzio, sapere che nessuno al tuo fianco si muoverà. Svegliarsi e aprire il giornale. Svegliarsi e pensare senza nessuno che ti dice: “Che hai? Stai male? Vuoi che ti faccio un canarino? A cosa stai pensando?”
Quante discussioni nate di notte anche solo perché lei t’aveva toccato involontariamente…
Dormire abbracciati al cuscino senza suscitare gelosie. Alzarsi, fare la pipì anche tre volte di seguito senza alcuna vergogna. Dormire e svegliarsi da soli. Accendere il pc o leggere un libro senza alcun commento. Senza alcuna parola. In un letto grande. A due piazze (ma chi l’ha inventato il letto a due piazze? ). Sapere di russare e non per questo sentirsi un assassino. Avere un bell’incubo o un sogno dolce e non doverlo comunicare. Il sogno è solitudine.
Attenzione. Non vorrei essere scambiato per cinico o per cattivo. O se volete, fate pure. Ho dormito con tante donne e da molti anni ormai ho un’amabile convivente. Eppure questa certezza, questa beatitudine del dormire da solo credo sia un privilegio. Un regalo alla propria convivenza, perché tanto quando dormi non ci sei. Dormi e basta. E poi non sapere che qualcuno ti guarda mentre dormi che magari hai la bocca aperta, l’otturazione in bella mostra, la lingua impastata, parli e sa dio quel che dici.
Ebbene sì. Sono per la separazione dei sonni.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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