Quasi un miracolo. Da molti mesi, diciamo da ben più di un anno, il destino mi salva da un tipo di persone irritanti e pericolose. I superbosi (superbi e presuntuosi e/o pericolosi).
Brevi cenni sugli appartenenti alla categoria in questione: tutto sanno e a nulla credono (fuori dal loro recinto); iniziano sempre una frase con “no” oppure “non è possibile”; hanno orecchie tarate per ascoltare solo ciò che può dare il La a una loro esternazione; se credono in un dio, quel dio alloggia in camere di loro disponibilità.
Per convergenze astrali e anche per un certo impegno personale, mi sono (temporaneamente?) liberato da questo genere di compagnie. Godo di ogni minuto trascorso, anche incazzandomi, faticando, annoiandomi, preoccupandomi, senza qualcuno che mi debba dare una lezioncina presa dal Reader’s Digest del saper vivere.
I superbosi, se ci pensate bene, sono una minaccia al vero bene comune: il pensiero. A dar corda a questi individui si finisce male. Che sia un ospedale, la galera o uno studio legale sarà il caso a deciderlo. Nel mio piccolo, ne ho incontrati parecchi e quando li rivedo oggi, privi della loro cartucciera di “no” e “non è possibile”, li saluto sempre con grandi sorrisi. E’ sempre piacevole rivedere chi non ci manca affatto, con la certezza che un istante dopo sparirà in un buio che è solo suo.