La chemioterapia, l’Imu e il cancro della stupidità

In Sicilia la candidata montiana Gea Planeta Schirò ha paragonato l’Imu alla chemioterapia, inanellando una cazzata dietro l’altra. Se ne scrive con chiarezza su diPalermo, ma qui mi sembra necessaria un’appendice di provocazione che neutralizzi spero definitivamente questa scemenza.
La Planeta Schirò non ha una colpa originale, tutta sua, ma ha semplicemente mutuato il linguaggio della vecchia politica che lei stessa vorrebbe combattere. La lingua delle estremizzazioni, dell’ostentazione dei diti medi, delle toccate di culo, dei membri eretti e delle pallottole per i giudici non allineati.
Probabilmente la candidata non sa, o ha dimenticato, che il Paese si è rotto le scatole di queste esibizioni, non già perché bacchettone e parrinaro, ma perché stanco di essere preso in giro da guitti che si credono maestri di vita. La volgarità è l’esercizio più facile che esista: basta non riflettere, non progettare, non rispettare. E i politici che si esibiscono nei turpiloqui, metaforici o esplici, non meritano pernacchie né pomodori in faccia. Meritano l’omologazione con l’oggetto dei loro pensieri mefitici, meritano di vedersi – in uno specchio virtuale – come loro vedono gli altri.
Cioè così.


La verità sulla Lussana

La deputata della Lega Nord Carolina Lussana si è fatta autografare dalla sua collega Alessandra Mussolini le foto del Duce. Tutto ciò è accaduto in aula a Montecitorio mentre si votava la fiducia sul Ddl anticorruzione.
In molti si interrogano – e si interrogheranno a lungo – sui motivi della richiesta della Lussana, sulla ratio del gesto. Io sommessamente ho la spiegazione: la foto della Lussana. Più chiaro di così…

Manca solo la rivoluzione

Se le farse pubbliche bastassero a innescare le rivoluzioni, in Italia avremmo risolto ogni problema. Persino la crisi di governo, un argomento serio e delicato, rientra nel copione recitato dai quattro attorucoli che ci governano. Berlusconi, con un messaggio indirizzato ai suoi usa toni melodrammatici, Bossi fa finta di accendere una miccia umida, Alfano getta acqua sul fuoco mai acceso. Avanspettacolo, insomma. Continua a leggere Manca solo la rivoluzione

Sciopero contro se stessi

Volete sapere quale risparmio formidabile ci porterà la disarticolazione del sistema nervoso dei Comuni? Sei milioni di euro. Su una manovra di 50 miliardi. Poco più di quanto ci costa ogni anno il ristorante della Camera: 5 milioni e mezzo. Proporrei uno scambio secco: ci teniamo i piccoli Comuni e obblighiamo i deputati a iniziare uno sciopero della fame contro se stessi.

Massimo Gramellini su La stampa.

Soldi sudati

di Daniela Groppuso

Bonifici bancari

Caso Ruby, Berlusconi conta di raggiungere quota 330 deputati entro martedì.
Il tempo tecnico per effettuare i bonifici.

Eletti dagli italiani

La giustificazione che, dalle parti della maggioranza, viene ripetuta in modo ossessivo appena qualcuno solleva il dubbio sulla liceità delle azioni del premier e dei suoi sodali è: “Sono stati eletti dagli italiani”. Come se il fatto di essere in carica dopo un voto democratico non escludesse la possibilità di commettere reati o di adottare comportamenti poco consoni al ruolo che si ricopre.
Una persona “eletta dagli italiani” non è migliore degli italiani, non sta al di sopra delle leggi che riguardano gli italiani. Non rappresenta nemmeno gli italiani, ma qualche italiano: ad esempio, io che non voterei mai per Dell’Utri non ripongo alcuna speranza nella sua azione politica, al contrario ho votato in modo che qualcuno possa contrastarla.
Discorso opposto per il buon gusto e l’educazione che, sì, devono accomunare tutti i deputati e senatori: la correttezza dovrebbe essere il principio fondamentale. Soprattutto per i membri del governo.
Avete visto il ministro della Giustizia lanciare la sua tessera della Camera contro i banchi dell’Idv? Avete sentito il ministro della Difesa mandare a quel paese il presidente della Camera? Che colore hanno questi gesti? Non sono né rossi, né neri, né azzurri. Sono di una tinta opaca e indefinita come la mediocrità. Perché forse, più che buttarla in politica, è il momento di arrenderci all’evidenza. Siamo governati da gente da poco. Molti di questi signori, se non fossero stati imbarcati nell’Arca della politica, sarebbero oscuri venditori, traffichini, impiegati assenteisti, pataccari da autogrill, professionisti pregiudicati. Anche se “sono stati eletti dagli italiani” li dobbiamo giustificare quando mettono i piedi nel piatto?

L’emergenza del bacio

Il leghista Massimo Polledri chiede alla Camera che dalla prima serata della tv vengano banditi baci e sesso esplicito tra omosessuali ed eterosessuali. Obiettivo: proteggere i bambini.
La crociata di Polledri, che è un neuropsichiatria infantile e che quindi ha dimestichezza con l’argomento, ha un solo difetto: è antica.
Da decenni, la volgarità e la crudezza televisive non sono più legate solo al sesso. L’overdose di reality show, come più volte ho scritto, rappresenta una vera emergenza di questo Paese.
Ci sono urla nell’Isola dei famosi e nel Grande Fratello, per citare solo due programmi, che sconvolgono più di un amplesso spinto. Assistiamo a risse nei talk show che rappresentano una vera pornografia cerebrale. Siamo costretti a sorbirci ragionamenti, negli spazi di approfondimento e in certi tg, che conducono dritti verso i peggiori istinti.
E allora? Allora cerchiamo un parlamentare che spieghi all’onorevole Polledri che i baci e il sesso in prima serata non sono certo emergenze di questo Paese. La morte violenta della ragione, sì.