Manca solo la rivoluzione

Se le farse pubbliche bastassero a innescare le rivoluzioni, in Italia avremmo risolto ogni problema. Persino la crisi di governo, un argomento serio e delicato, rientra nel copione recitato dai quattro attorucoli che ci governano. Berlusconi, con un messaggio indirizzato ai suoi usa toni melodrammatici, Bossi fa finta di accendere una miccia umida, Alfano getta acqua sul fuoco mai acceso. Avanspettacolo, insomma.
A proposito di Alfano, leggete attentamente questa dichiarazione di ieri sera: “L’unità (quella con Bossi e colleghi, ndr) è stata raggiunta attorno alla decisione di rispondere puntualmente all’Europa con puntualizzazioni che riguardano le cose sin qui fatte e le cose che si intendono fare”. Puntualizzare le cose fatte significa ammettere che quelle cose non sono state fatte (bene). Puntualizzare le cose che si intendono fare significa che gli alleati europei, tutti, non credono ai nostri programmi, alle nostre promesse. Questo dovrebbe bastare a un qualsiasi governo per ammettere il fallimento.
C’è poi la questione del decoro.
Un Paese che pende dalle labbra di un ministro e, peggio ancora, leader di partito come Umberto Bossi non ha un problema di dignità? Uno che non sa parlare in italiano, non articola frasi che stiano al di sopra della soglia dell’umanamente comprensibile, uno che piazza un ignorante matricolato come il figlio in un consesso politico per mere ragioni di moneta, uno che sventola la bandiera di una regione-nazione che non esiste, uno che consente ai suoi accoliti di farci fare figure ridicole di fronte al mondo, uno così può mai rappresentare degnamente anche un solo onesto lavoratore del Nord?
E infine il conto aperto con la coerenza. In un momento drammatico per la nazione, alle prese con una crisi economica senza precedenti, questo governo e questo parlamento avevano promesso di dare il bell’esempio. Ieri sul Corriere della sera Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo ci hanno raccontato come la Camera se ne fotta di tutto e tutti.
Conclusione poco diplomatica, una volta tanto: se c’è una marcia di derattizzazione politica da organizzare contate sui miei piedi (per i calcioni mica per i passi).

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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