Sei anni

Oggi questo blog compie sei anni. Più si va avanti nel tempo, più si ridimensionano i festeggiamenti soprattutto in periodi di sobrietà. Quindi mi limito a ringraziarvi tutti, lettori assidui e occasionali, sodali e dissidenti, complici e sabotatori. Siete una risorsa importante.
Grazie per avermi sopportato in tutti questi anni.

 

Le lezioni americane

Una buona notizia. Il centrosinistra sembra aver finalmente capito che le primarie non sono uno strumento di faida, ma un’occasione di crescita, di ostentazione di democrazia se vogliamo.
La mano tesa di Bersani a Renzi in risposta all’apertura di quest’ultimo dopo la sconfitta, è un raggio di sole nel buio della politica italiana. Gli ingranaggi dei partiti hanno bisogno di una buona passata di lubrificante: serve innanzitutto un rinnovato collegamento con la base elettorale che si illude di contare ancora. Le primarie sono preziose in quest’ambito. Non a caso negli Stati Uniti, dove sono state inventate, servono non a dividere ma a consolidare. Ci si affronta più o meno lealmente, si va allo scontro nell’interesse del Paese, si rispetta il verdetto dell’elettorato e alla fine si lavora tutti insieme. Finora dalle nostre parti non girava esattamente così: le divisioni restavano dopo il verdetto popolare e anzi si accentuavano quando c’era da costruire la squadra del vincente.
Oggi pare che i due nemici, anzi “nemici”, abbiano imparato la lezione americana. Il vincitore recluta lo sconfitto, lo sconfitto appoggia il vincitore.
E’ un ottimo spunto di sogno davanti a un centrodestra che non sa ancora svincolarsi dal padre padrone. E’ l’occasione inseguita dopo vent’anni di quel crudele masochismo intellettuale che trasformava in sconfitte anche i gol a porta vuota.

Correre comunque

LiveSicilia mi ha chiesto cosa ne pensassi dell’idea di sospendere la maratona di Palermo dopo la morte dell’atleta Vincenzo Mutoli. Ho scritto questo.

Chi corre una maratona fugge da qualsiasi cosa, tranne che dal pensiero della morte. E non per coraggio o per superficialità, ma per biologia.
Chi corre è schiavo di quella droga naturale che sono le endorfine, l’unica sostanza stupefacente che non si produce in una raffineria ma nel cervello.
Chi corre si vuole invincibile, fallacemente invincibile. La morte non esiste, figuriamoci il suo pensiero…
Era così anche per il povero Vincenzo Mutoli, che si è spento ieri mentre partecipava alla Maratona di Palermo. Il cuore, come si dice in questi casi, lo ha tradito e presto sapremo se a questo tradimento si poteva porre rimedio oppure no. Continua a leggere Correre comunque

Diabolik in tv

Diabolik è stato uno dei fumetti della mia infanzia (con Alan Ford e il gruppo Tnt). L’idea di una serie tv a lui dedicata mi incuriosisce perché Mission Impossible potrebbe essere nulla al confronto. Vedremo.

Restare a piedi

New York senza la sua maratona non è New York. Ma evidentemente le ferite sono troppo profonde.

Crocetta e delizia

Non ho votato Rosario Crocetta, lo avrei fatto se non avesse condiviso (inspiegabilmente?) la sua strada con l’Udc, un partito che non ha nulla a che vedere con la sua storia di pilastro antimafia e di alfiere della libertà sessuale.
Eppure, ora che è stato eletto, sono contento. Per lui e per me.
Perché Rosario Crocetta è una delle persone più oneste che abbia conosciuto, perché ha la follia che serve per domare i contrattempi e perché un governatore omosessuale nell’isola del maschilismo più becero è una gran bella cosa.
Buon lavoro, governatore Crocetta, da uno che la contesta politicamente, ma che la stima personalmente.

Ragionare sui fatti

Così la commissione del premio Mario Francese a proposito della menzione speciale per l’informazione online assegnata a diPalermo.
Piccola rivoluzione: l’ordine dei giornalisti premia un blog, anzi un superblog, che non è una testata giornalistica. I tempi cambiano e qualcuno, finalmente, se ne accorge.

Il libro collegato al computer

Si parla ormai quotidianamente di e-book, di libri elettronici, di scrittura digitale e via dicendo. Ma guardate cosa hanno combinato questi geni collegando un libro vero a un computer. Il risultato è un sito che merita, nonostante la lingua ostica, un’attenta navigazione (dal momento che è pieno di spunti video).

La speranza e gli onesti

Ricordare è celebrare. Trent”anni fa ero un ragazzo. Quando uccisero il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa ero con gli amici a fare baldoria. La notizia arrivò non so come, mentre eravamo stravaccati sui vespini parcheggiati in una strada di Mondello. Molti di noi nemmeno sapevano chi era Dalla Chiesa.
Un paio di giorni dopo mi capitò di passare dal luogo della strage e mi colpi quel cartello che sarebbe entrato nella storia delle grandi tragedie italiane. Non ho mai dimenticato quelle parole, e in principio le ho ritenute più che fondate. Col tempo ho riacquistato la speranza, ma credo che sia giusto tenere sempre a mente quella frase di disperazione. Per capire da dove proveniamo. E ricordare.

Io penso all’inverno

Quand’ero giovane, col mio amico Saverio – compagno di indimenticabili sciate – cominciavamo a progettare la settimana bianca in questo periodo. Perché eravamo convinti che dopo Ferragosto sarebbe stata tutta una discesa verso la stagione che più amavamo, cioè l’inverno.
Sì, la cosiddetta bella stagione è sempre stata per me un riempitivo tra un inverno e l’altro. Infatti in questo periodo dell’anno, mentre tutti voi vi girate e rigirate al sole, beandovi della crosta salina che assomiglia a una panatura prima della frittura, io guardo le foto delle sciate passate, studio il calendario per capire dove piazzare la settimana bianca senza far troppi danni, e quando riesco a fare un po’ di attività fisica (il caldo è la mia kriptonite) la strutturo come preparazione presciistica. Il che spero, basti a farvi capire quanto ci si senta ridicoli a passeggiare in spiaggia immaginando l’impatto della spending review sul prezzo dello sky-pass prossimo venturo.
Quindi spero che non ve la prendiate a male se per le settimane che verranno auspico un rapido svolgersi di pensieri in modo da accorciare la litania di una stagione che, a pensarci bene, è fatta per esasperarci: dall’umore al sudore, l’estate fa rima con rossore, afrore, malore.