I barbari e i centurioni

Il segno della barbarie del centrodestra è tutto in una frase di Berlusconi: “No, così andiamo a sbattere”. Il vecchio miliardario che appesta la politica italiana ha appena stoppato le dimissioni di Renata Polverini, governatore del Lazio sommersa dalla melma di uno scandalo che farà storia. E lo ha fatto non in nome di un sincero convincimento, ma di una brutale strategia: chi ha il potere lo deve brandire sin quando non glielo strappano a forza dalle carni, in oltraggio alla giustizia e alla sete di verità.
Le dimissioni della Polverini, secondo Berlusconi, avrebbero pericolose ripercussioni su un’altra giunta di galantuomini, quella lombarda, che per spunti giudiziari merita le stesse attenzioni di quella laziale. Quindi affanculo i milioni dei cittadini buttati in cene, puttanone e grotteschi costumi da centurioni, la questione è meramente partitica e lo scacchiere su cui ci si muove non è, come pensano milioni di elettori, quello delle tentazioni più miserabili, ma quello dei sondaggi e dei punti di gradimento.
Come se rubare fosse un requisito di abilità politica ed essere scoperti un incidente di percorso.

Dalle stelle alle stelline

“O  si volta pagina o si va tutti a casa”, dice il governatore del Lazio Renata Polverini dopo la scoperta dell’ennesimo scandalo di una politica ricca di soldi non suoi e vergognosamente sprecona. Un ultimatum, come scrivono i giornali. Un ultimatum a tempo abbondantemente scaduto, come giudica un comune mortale non sovvenzionato a fondo perduto dallo Stato, non campato per quel che non fa.
In realtà l’espediente della Polverini che cerca un rinvio – l’aut aut è comunque un classico nella retorica del rinvio – è un’offesa al tempo scaduto e ai tempi in cui viviamo.
Non c’è un’opzione B. Non esiste una possibilità di correzione per il malandrino che ruba a casa dei poveri. In altri tempi gli avrebbero mozzato le mani: oggi il minimo è che gli mozzino la carriera.
Nessuno può ormai consentirsi un solo passo falso coi soldi della collettività perché di passi falsi è costellata la strada della nostra storia recente. Dalle stelle alle stelline, dalle stalle agli stallieri.

Tre domande semplici

Mi hanno insegnato che quando le situazioni sono complesse è meglio fare domande semplici. Capite bene che si tratta di un esercizio più di psicologia che di giornalismo, ma ognuno di noi ha il passato che si merita…
E allora cimentiamoci con tre domande.
Cosa c’entrano diamanti e lingotti d’oro coi soldi che lo Stato dà a un partito?
Perché quando un intero Paese stringe la cinghia, i rimborsi elettorali non si devono toccare?
Come si può tollerare che la decisione su un finanziamento pubblico venga presa da chi i soldi li riceve e non da chi i soldi li versa?

Gli onanisti della politica

La serata televisiva di ieri è stata monopolizzata dagli speciali sul raduno della Lega a Bergamo con dirette, interviste, ospitate in studio, retroscena e analisi di costume. Tutti a seguire il grande evento di un piccolo partito come se si trattasse di un passo determinante nella storia italiana.
A bocce ferme vale la pena di fare alcune considerazioni per cercare di tarare l’asse della logica di un Paese allo sbando.

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La top ten degli scandali

Sul blog del New Yorker una curiosa classifica dei peggiori/migliori scandali del 2011. Indovinate chi c’è al primo posto?

I numeri del Tg1

I numeri sono molto utili per raccontare la realtà. Quella del Tg1 ad esempio.

Durata in minuti del servizio sulle proteste del popolo viola ad Arcore: 0,43

Del servizio sull’altolà di Napolitano al decreto su federalismo: 1,15

Del servizio sul probabile omicidio delle sorelline Alessia e Livia: 1,21

Del servizio sulla richiesta di giudizio immediato per Silvio Berlusconi: 1,27

Dell’intervento in studio di Giuliano Ferrara contro il gruppo l’Espresso e a favore di Berlusconi: 5,45

Il blitz di Papi per Ruby

Ruby, una minorenne carina e spregiudicata, viene fermata perché sospettata di un furto a casa di amiche, ma mentre è in questura arriva l’ordine di chiudere il caso e di affidare la giovane a Nicole Minetti, consigliere regionale lombarda e soprattutto igienista dentale del premier Silvio Berlusconi, che è il vero artefice del rilascio in quanto è lui che telefona al capo gabinetto della questura per insabbiare la vicenda, mettendo in atto un’incredibile concatenazione di favori al limite del codice penale che neanche in un Paese sudamericano sarebbe passata sotto silenzio, anche perché il premier prende per il culo il funzionario della questura dicendo che la signorina in questione (la minorenne, non la Minetti) è parente del presidente Mubarak, facendo uno strafalcione politico-geografico in quanto Mubarak è egiziano mentre Ruby è marocchina.

Uno contro 60 milioni


Il dilemma italiano sta tutto nelle seguenti frasi.
“Amo la vita e le donne”.
“Il premier è malato e fuori controllo”.
Sapete tutto.
La prima frase è la giustificazione di un tale che non ha ancora deciso se studiare da statista o invecchiare da viveur.
La seconda affermazione è di un settimanale cattolico che esprime il disagio della platea verso quello che un tempo era il suo attore preferito.
Tra l’amore per la vita e l’ossessione patologica c’è uno spazio largo quanto un Paese spaesato da colpi di scena ambientati all’ombra di una gran quantità di sottane. Ci sarebbe solo un modo per ricomporre il tutto. Pacificarci nel nome della separazione delle carriere: gli anziani miliardari che vogliono governare con la stessa disinvoltura con la quale vogliono scoparsi tutte le minorenni che incontrano, da un lato; il resto della popolazione dall’altro.
Insomma sarebbe una separazione netta: uno solo contro 60 milioni di persone.

Scandalucci e progettini

Ieri sera Stefania Petyx ha raccontato a “Striscia” altri retroscena dello scandalo dei progettini del Comune di Palermo. In tempi di vacche scheletriche anche lo spreco di un solo euro dovrebbe muovere le folle, invece l’indignazione si limita alle chiacchiere da coda alle Poste. E dire che qualcuno ha preparato una mozione di sfiducia al sindaco Cammarata… Vedremo chi ha il coraggio di firmarla e portarla avanti.

Grazie a Rosalio.