Siete a casa vostra

rapinatori

Siete a casa vostra, con moglie, figli e nipoti. Non vi sentite al sicuro, come invece dovrebbe essere, perché i ladri hanno violato il vostro spazio non una ma quattro volte. Per questo avete fatto una virata drammatica nel circuito delle vostre scelte: per una vita avete tenuto in mano strumenti musicali (dato che li vendevate), ora avete scelto di tenere in mano una pistola. La musica inebria ma non serve a un cazzo quando vi hanno fregato pure il lettore cd. Continua a leggere Siete a casa vostra

L’uomo che vide la luce… e se ne appropriò

imageUn estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

È tutta una questione di malintesi. A cominciare dal soprannome. Nino u’ ballerino non balla, ma ancheggia quel tanto che basta a evitargli di versarsi la milza sui pantaloni. Del resto non sarebbe prudente sgambettare sulla sugna: anche se di terreni scivolosi, il celebre meusaro palermitano se ne intende. Così quando l’altro giorno i carabinieri lo hanno denunciato per furto di energia elettrica, perché aveva manomesso i contatori dell’Enel, lui dapprima ha chiesto scusa ai palermitani, poi ci ha pensato su e si è rimangiato tutto dicendo che ai palermitani non ha fatto proprio nulla di male. Un altro malinteso. Il furto e la denuncia sono cazzilli suoi, quel che conta è la valenza socio-economica del suo gesto a causa della “pressione fiscale che noi imprenditori non riusciamo più a sostenere”. Manomettere per resistere.
Anche quando lo invitarono al master di Management in Food and Beverage alla Bocconi, Nino (…)  fu vittima di un fastidioso malinteso. I giornali parlarono di lezione universitaria, lo fecero addirittura salire in cattedra, mentre in realtà lui si limitò a presenziare a una conferenza in inglese sullo street food e sul modello palermitano che lui rappresentava, al termine della quale rispose a qualche domanda sorretto da un interprete. E soprattutto si mise a friggere nel bar dell’Università.
Anni fa si scoprì che aveva ceduto agli estortori fin quando non aveva rischiato di lasciarci le penne perché aveva deciso di cedere un po’ meno. Lì, per quel che si sa, non invocò nessun malinteso, ben conscio che il senso critico di Cosa nostra è pesante come un cappotto di cemento armato.
Friggitore da quattro generazioni, Nino u’ ballerino è riuscito persino a condire di metafisica la sua arte culinaria. Parlando del suo bisnonno, ha detto: “Credo nella reincarnazione”. Non si sa se con o senza formaggio.

L’inganno dell’imprenditore furbetto

Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

A Palermo un importante imprenditore della ristorazione, e manco l’unico, rubava l’energia elettrica. Scoperto e arrestato, ha ammesso l’errore, si è giustificato dicendo che “c’è la crisi” e ha patteggiato una pena di quattro mesi e 200 euro tornando subito in libertà. La sua pasticceria sforna dolci molto richiesti e nemmeno nel giorno dell’arresto del titolare ha mancato di effettuare le consegne ai clienti che avevano prenotato cassate e cannoli vari. Sin qui, la cronaca.
Se non esistesse uno scenario alternativo, si sarebbe legittimati a pensare che, vabbè, chi sbaglia paga, che lui ha sbagliato e ha pagato, che esistono reati peggiori, che il momento è difficile, e via giustificando. Continua a leggere L’inganno dell’imprenditore furbetto

Il vero problema

La speranza è l’ultima a dormire

Uno si alza la mattina coi bottoni rotti perché la notte prima hanno rubato il motorino a sua moglie e lei è in uno stato di prostrazione che nemmeno quando il parrucchiere ha sbagliato taglio è stata così male.
Uno cerca di mettere da parte la rabbia verso i delinquenti che hanno forzato il cancello del garage e recita il rosario per diluire la voglia di bestemmiare. Mentre fa colazione, cerca di contattare l’assicurazione per capire che fare della polizza (tanto il furto, come da contratto, non è previsto) e pensa, chissà perché, a tutti i suoi nemici (tra cui ex amici, finti amici e lestofanti vari)  che in quel preciso momento, chissà perché, stanno pensando a lui con particolare trasporto.
Poi si decide e, accompagnato dalla moglie che più che una motociclista affranta sembra una vedova inconsolabile (e uno si tocca i bottoni rotti), va a sporgere denuncia.
Arriva davanti al commissariato con la moto superstite, entra nel cortile e parcheggia accanto ad altre quaranta motociclette. Un piantone, con la mascella volitiva d’ordinanza, gli dice che no, lì non si può parcheggiare. Ma come? – chiede uno, indicando i motocicli (termine da commissariato) – E questi che sono, ologrammi?”. Alla parola ologrammi, il piantone quasi mette mano alla pistola. Ma la vista della vedova lo ammansisce.
Qualche minuto dopo, davanti all’agente che deve verbalizzare la denuncia, si apre un mondo di relative che si annodano e di congiuntivi strabici: uno, alla fine, è costretto a firmare una dichiarazione dove oltre che per i reati in oggetto, si dovrebbe procedere per strage della lingua italiana (a firma sottoscritta di uno che scrive per mestiere).

Insomma, uno si alza la mattina coi bottoni rotti perché la notte prima ha subito un atto violento e volgare, come violenti e volgari sono gli atti contro noi e le nostre cose. Alla fine si ritrova davanti a un poliziotto pacioso e pienotto che, con un verbale in triplice copia tra le mani, tenta un’opera di consolazione disperata come la sua grammatica. “La speranza è l’ultima a dormire, cara signora”, dice alla vedova.
E ti regala l’unico, bellissimo, sorriso della giornata.

Il blitz di Papi per Ruby

Ruby, una minorenne carina e spregiudicata, viene fermata perché sospettata di un furto a casa di amiche, ma mentre è in questura arriva l’ordine di chiudere il caso e di affidare la giovane a Nicole Minetti, consigliere regionale lombarda e soprattutto igienista dentale del premier Silvio Berlusconi, che è il vero artefice del rilascio in quanto è lui che telefona al capo gabinetto della questura per insabbiare la vicenda, mettendo in atto un’incredibile concatenazione di favori al limite del codice penale che neanche in un Paese sudamericano sarebbe passata sotto silenzio, anche perché il premier prende per il culo il funzionario della questura dicendo che la signorina in questione (la minorenne, non la Minetti) è parente del presidente Mubarak, facendo uno strafalcione politico-geografico in quanto Mubarak è egiziano mentre Ruby è marocchina.