Gli onanisti della politica

La serata televisiva di ieri è stata monopolizzata dagli speciali sul raduno della Lega a Bergamo con dirette, interviste, ospitate in studio, retroscena e analisi di costume. Tutti a seguire il grande evento di un piccolo partito come se si trattasse di un passo determinante nella storia italiana.
A bocce ferme vale la pena di fare alcune considerazioni per cercare di tarare l’asse della logica di un Paese allo sbando.


La Lega ha poco più dell’8 per cento dei voti, tutti al Nord: al centro, al Sud e nelle isole non supera lo 0,6. Il partito si è contraddistinto per progetti al limite della legalità, tipo le ronde leghiste, per ispirazioni razziste e per piani secessionisti, cioè si è mosso spesso non solo contro la legge ordinaria ma contro la costituzione. I suoi leader sono noti  per ignoranza e volgarità. Inoltre il posizionamento della Lega nell’asse costituzionale è stato quantomeno vario, fermo restando l’attaccamento ai valori fondanti del movimento: il nazionalismo e la xenofobia. Quando è stata al governo, ha fatto parte dei peggiori esecutivi degli ultimi cinquant’anni di storia repubblicana e alcuni suoi dirigenti sono finiti sotto inchiesta per attentato all’unità dello Stato.
Perché allora celebrare in tv e sui giornali il raduno di Bergamo? Perché accendere i riflettori di tutta la nazione sulla serata dell’orgoglio leghista?
Perché c’è di mezzo la piccola morbosità del soldo rubato, perché ci sono femmine e amanti, tradimenti familiari e cattiverie tra ex amici. Perché forse era l’unico momento in cui rimpiangere senza vergogna i siparietti berlusconiani, con le cazzate commesse in famiglia che diventano pane per i columnist.
Un padre che chiede scusa perché i suoi figli sono farabutti e una signora che resta abbarbicata all’unica poltrona importante conquistata in vita sua senza averne realmente merito, sono scene penose che varrebbero una cronaca sdegnata e sintetica. Come dire, ecco a voi le miserie umane poi però passiamo ad altro.
Invece no. La protervia della Lega che “nonostante tutto ce l’ha duro” e che “non vuole spegnere un sogno” resta lì, in prima serata. Siamo un Paese che non sa nulla di politica, ma che si perde nell’onanismo della politica. Chissà che godimento col ralenti delle lacrime di Rosy Mauro e col fermo immagine della bocca storta di Umberto Bossi.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

9 commenti su “Gli onanisti della politica”

  1. mi sembra un articolo parecchio superficiale; forse sarebbe stato più utile analizzare il perchè un partito come la lega amministra il nord italia, ne ha il 30% dei consensi (ovvimente nel nord italia…si chiama lega nord non per altro…) totalizza l’8% nella media italiana (non lo 0,5%!). ma capisco che sarebbe stato molto più impegnativo…ed è molto più semplice “buttare tutto in caciara”.

  2. verissimo! io questa sera ho saltato persino il la7 perchè, sinceramente, non ne potevo più. ma, oltre a tutto il resto, quanto spazio vogliamo dargli?

  3. Luca, io non volevo parlare del successo della Lega al nord quindi il tuo appunto è superfluo. Quanto ai numeri, se solo tu avessi letto il post avresti scoperto che ho proprio scritto che in Italia il partito è all’8 per cento. E confermo che al centro e al sud non supera lo 0,6.
    Capisco che per te leggere è molto impegnativo ed è molto più semplice scrivere sciocchezze.

  4. Il problema vero é come sia possibile che al Nord riesca a prendere tutti questi voti. L’assoluta mancanza di fiducia nelle istituzioni, un populismo sfrenato, la chimera della lotta agli sprechi (Roma Ladrona) e di un gruppo di persone integerrime il cui interesse sarebbe stato solo servire il popolo (del Nord). Quando si é disperati ci si attacca a chi le spara più grosse?

    Mi chiedo quanti tra i militanti delle prime ore continuerà a votare Lega: anche Bossi ha “pregato” di non “strappare la tessera”. Negare che nei “ranghi” si stia tremando é possibile solo ai fanatici.

  5. Problema è anche capire perché in TV 2000 persone scarse che inneggiano Maroni e Bossi che si baciano diventano “un popolo” mentre 300 o 400.000 persone che sfilano e protestano contro le iniquità sociali sono solo rompiscatole

  6. ahia, quando si inizia ad essere offensivi significa che scarseggiano gli argomenti e si dimostra di essere stati punti sul vivo. nulla di personale. anzi, in genere apprezzo i tuoi post, un po’ meno – devo dire – lo stile irrispettoso della tua risposta, per cui ti invito a maggiore pacatezza e ad essere gentleman. non posso però non evidenziare che se qualcuno ha scritto sciocchezze non sono io. hai sminuito un fatto che magari, solamente per avere avuto tale eco in tutte le trasmissioni coinvolgendo anche giornalisti di indubbio spessore, suggeriva maggiori approfondimenti che non essere liquidato come “fenomeno di costume”.
    il post l’ho letto con grande impegno (non ce ne voleva poi tanto a dire il vero), per questo l’ho trovato banale e superficiale; forse l’impegno a cui inviti gli altri dovrebbe caratterizzare anzitutto il tuo approfondire gli argomenti di cui decidi di scrivere, piuttosto che riportare percentuali di facile reperimento.
    non te ne faccio però una colpa, magari non conosci bene il nord e la sua realtà geopolitica…non c’è nulla di male; al contrario io conosco molto bene entrambi, pur essendo siciliano, e allora mi preme dare qualche maggiore spunto di riflessione.
    innanzi tutto la lega non è un partito piccolo (un partito che ha l’8% nazionale, anche se non è ovviamente maggioritario, ma non può dirsi piccolo).
    ma il punto focale è dove prende i voti per arrivare a questo 8% nazionale,e dici bene tu li prende tutti al nord: guida il veneto e il piemonte, e indirettamente la lombardia (senza parlare di altre amministrazioni locali in emilia, liguria, etc): parliamo, solo per le prime 3 regioni, di più del 50% del pil nazionale (anche questo è una percentuale di facile reperimento, che però avrebbe dato un peso diverso a quello che definisci “piccolo partito”).
    ha inserito i sui uomini, che spesso ne influenzano in modo determinante le decisioni, in quasi tutte le fondazioni bancarie; le quali a loro volta, come tutti sanno, controllano i cda delle banche italiane, che hanno tutte sede al nord. sono le stesse banche che poi dovrebbero erogare credito al sud, isole comprese, ed ecco che forse raschiando la superficie si capisce che la lega, anche se prende lo 0,6% in sicilia, ne decide però anche il destino economico.
    non mi dilungo oltre, e ce ne sarebbe ancora di cose da dire; credo però sia già sufficiente a tutti per capire che il raduno dell’orgoglio padano non era un parallelo dell’isola dei famosi, del paese allo sbando (frase ormai inflazionata) o la piccola morbosità del soldo rubato, delle femmine e degli amanti, ma magari un passo più determinante nella storia italiana di quanto invece ha lasciato credere un approccio superficiale alla questione; i numeri vanno interpretati, a leggerli – con o senza impegno – siamo tutti capaci.
    aspetto di leggere un tuo bel post sul come mai il nord produttivo abbia deciso di affidarsi a questa gente che tu dici ignorante e volgare.

  7. Quando mi si accusa di aver scritto un dato falso e ciò non è vero si scrive una sciocchezza. Questo ho detto e lo ribadisco. Quanto alla riflessione sul peso della Lega si possono scrivere trattati e io non ne avevo voglia: volevo scrivere un’altra cosa e così ho fatto (questo è un blog, non un giornale). Tuttavia prendo nota del tuo appunto e ti ringrazio.

  8. non ho mai detto che hai scritto un dato falso. adesso mi è chiaro il qui pro quo: quando ho scritto “totalizza l’8% nella media italiana (non lo 0,5%)” non intendevo corregere un dato falso da te scritto. intendevo sottolineare la correttezza del dato da te riportato (8%) ma che il tuo post parlava della lega come se avesse lo 0,5% nazionale. e anche se è un blog, spesso ci trovo post molto più interessanti di articoli dei nostri giornali locali, e te ne faccio i complimenti.

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