Ieri sera il Tg1 delle 20 ha dedicato poco meno di una breve al no del Senato all’arresto del pidiellino Sergio De Gregorio. La notizia meritava ben altro rilievo e non per pulsioni forcaiole né per tendenze giustizialiste, ma solo per il semplice fatto che il verdetto di Palazzo Madama ribaltava quello della giunta per le autorizzazioni a procedere.
Un tempo c’erano da maledire Augusto Minzolini e il suo mahatma Silvio Berlusconi. Oggi non ci sono più né l’uno né l’altro – nel senso che questi signori non hanno più posizioni dominanti – eppure l’informazione continua ad avere dei bug clamorosi.
Non vorrei che guardando la luna ci fossimo distratti dai lampioni fulminati che oscurano la via. Che pensando sempre a un Grande Disegno non badassimo agli irritanti scarabocchi.
Facciamocela questa domanda cruciale (senza avere certezze): e se al Tg1 la vera emergenza non fosse l’invadenza dei partiti ma la professionalità dei giornalisti?
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I numeri del Tg1
I numeri sono molto utili per raccontare la realtà. Quella del Tg1 ad esempio.
Durata in minuti del servizio sulle proteste del popolo viola ad Arcore: 0,43
Del servizio sull’altolà di Napolitano al decreto su federalismo: 1,15
Del servizio sul probabile omicidio delle sorelline Alessia e Livia: 1,21
Del servizio sulla richiesta di giudizio immediato per Silvio Berlusconi: 1,27
Dell’intervento in studio di Giuliano Ferrara contro il gruppo l’Espresso e a favore di Berlusconi: 5,45