Party e parti (lese)

Ci pensavo ieri mentre correvo (penso sempre quando corro, infatti mia moglie dice che dovrei correre ancora di più): questa storia delle ragazze di Arcore considerate dai giudici come “parti lese” è abbastanza ridicola.
Tralasciando le argomentazioni più trite – dalla partecipazione volontaria alle feste, alla remunerazione  – mi è venuto in mente un collegamento ideale con l’ormai celebre passaggio parlamentare in cui si sanciva che Ruby era la nipote di Mubarak.
Due cazzate simili e opposte non si annullano a vicenda, ma possono fornire nuovi orizzonti.
Se è possibile che un’aula di deputati imponga alla nazione una ricostruzione cialtronesca, è legittimo che un’aula di giustizia suggerisca alla stessa nazione una ricostruzione grottesca. Tutto logico, idealmente conseguenziale.
Basta sterilizzare tutto con una risata.

L’uomo dei miracoli

Ieri vedevo in tv il deputato del Pdl Maurizio Paniz argomentare sul suo dissenso, prima ostentato poi attutito, nei confronti del suo signore e padrone Silvio Berlusconi.
Lo guardavo e sorridevo perché pensavo a come si deve sentire uno che ha convinto la Camera dei deputati, mica l’assemblea del condominio, a trasformare una panzana stratosferica in una verità di Stato.
Paniz – lo ricorderete – spiegò all’aula che Berlusconi, con la famosa telefonata notturna alla questura di Milano, voleva tutelare Ruby non in quanto sua amante, ma in quanto nipote di Mubarak. Quest’onorevole è quindi una specie di mago moderno, un pifferaio magico. Parla e fa miracoli.
Se riusciamo a convincerlo che la pianura padana è una montagna lui sarà in grado di garantire i fondi per costruire una mega-galleria per unire Milano a Mantova. Magari grazie all’appoggio del ministro Gelmini.

Sfiga

Gheddafi è assediato.
Mubarak è fuggito.
Sua nipote è nei guai in Italia.
Putin tocca ferro.

L’ultima risorsa dell’opposizione è nella maldicenza: e se Berlusconi portasse sfiga?

Diplomazia

Berlusconi è oggi in Sicilia per l’emergenza immigrati. Non è escluso che cerchi di risolvere qualche altro problema diplomatico.

Il blitz di Papi per Ruby

Ruby, una minorenne carina e spregiudicata, viene fermata perché sospettata di un furto a casa di amiche, ma mentre è in questura arriva l’ordine di chiudere il caso e di affidare la giovane a Nicole Minetti, consigliere regionale lombarda e soprattutto igienista dentale del premier Silvio Berlusconi, che è il vero artefice del rilascio in quanto è lui che telefona al capo gabinetto della questura per insabbiare la vicenda, mettendo in atto un’incredibile concatenazione di favori al limite del codice penale che neanche in un Paese sudamericano sarebbe passata sotto silenzio, anche perché il premier prende per il culo il funzionario della questura dicendo che la signorina in questione (la minorenne, non la Minetti) è parente del presidente Mubarak, facendo uno strafalcione politico-geografico in quanto Mubarak è egiziano mentre Ruby è marocchina.