Riassunto

Un imprenditore molto ricco, con una certa propensione alle scorciatoie non legali, si inguaia ad ogni passo della sua vita. Amicizie, frequentazioni, partnership, vicende familiari, scelte economiche, sportive, artistiche, politiche. Ovunque si cimenti, come per maledizione, c’è sempre un tarlo che rode l’architrave del suo progetto. Poi l’imprenditore diventa premier e costruisce una legge che impedisce di raccontare i capitoli più avvincenti e/o indecenti di questa storia.
Per cui questo è il massimo che si può dire. Un riassunto. Roba da quarta elementare.

Depressione

Navigatori di passaggio su queste pagine, adesso.

Sacrifici necessari

In questo momento questi titoli sono entrambi nella home page di Corriere.it.

Tele Austerity

Santoro attacca Vespa che a sua volta attacca Santoro e attacca Gramellini e Fazio che lo avevano attaccato. Tutto in diretta. Così la telerissa, il genere più in voga e redditizio, si adegua alla fase di austerity. Non c’è più bisogno di ospiti e scenografie. Basta una camera fissa sul volto del conduttore e uno di passaggio che prema il tasto on.

Tempestività

Provvedimenti d’urgenza.
Per fronteggiare la crisi economica, tagli ai partiti politici. Dopo quasi tre anni di declino economico mondiale.
Per scovare le spie che favorirono le stragi di mafia parte un’inchiesta sui servizi segreti. Dopo diciotto anni.

Il non comune senso del ridicolo

C’è una polemica che, in questi giorni, si è sviluppata nelle cronache locali per finire, inesorabilmente, nelle affamate edizioni nazionali (la domenica è dura, eh).
L’oggetto del discettare è il manifesto che vedete sopra: un’immagine di Hitler e la scritta “cambia style, don’t follow your leader”.
Il messaggio è talmente provocatorio da rasentare il banale. Eppure il Pd e l’associazione nazionale dei partigiani si sono intestati una battaglia per fare rimuovere i cartelloni. Capisco i partigiani – l’età e le cicatrici hanno un peso -, ma non il Pd (che pure ha le sue cicatrici).
Qual è il riverbero politico di una campagna che ridicolizza un criminale sanguinario vestendolo di rosa e invitando per di più a non seguirlo?
Cosa c’è di scandaloso nel rifarsi a modelli triti per suscitare curiosità a buon mercato?
Vado al sodo e la chiudo qui.
Che io ricordi, l’ultima campagna pubblicitaria veramente disdicevole, perché volgarmente bugiarda, fu quella del Comune di Palermo in cui si riprendevano alcuni titoli, di dubbia veridicità, dei giornali. E non mi risulta che contro il manifesto che urlava “La città più cool d’Italia? E’ Palermo” sia mai stato chiesto un provvedimento di sequestro.

L’aiuola


Uno esce da casa,  si imbatte in questa aiuola e si rovina la giornata. Poi si guarda in giro, tra le macerie di una città devastata dall’incuria e dalle ruberie di amministratori senza dignità, e magari si sente fortunato. Almeno l’auto è al sicuro dai cassonetti incendiati.

Martiri moderni

Non so perché, ma ormai quando si parla di martirio mi si drizzano i peli sulla schiena. Probabilmente perché  delle cose di chiesa non so nulla. O forse – peggio ancora – perché di certe cose non di chiesa so troppo.

Il corpo di Cristo (bibite incluse)

Gira in questi giorni, tra gli annunci pubblicitari di Google posizionati in siti e blog, questo banner di un ristorante di Isola delle Femmine in provincia di Palermo.
Se – come luogo comune insegna – la pubblicità è l’anima del commercio, quale miglior testimonial di chi l’anima la conosce meglio di tutti (difetti di fabbrica compresi)?

Chi gli dà un passaggio in aeroporto?

In palermitano questi si chiamano nimici ‘ra cuntintizza. Non so dalle vostre parti.

Grazie alla Contessa.