La polemica sull’intervista di Bruno Vespa al figlio di Totò Riina che ha scritto un libro sulla sua famigghia ha un presupposto giornalistico sbagliato. La grande questione è sulla liceità della messa in onda o meno, quando dovrebbe essere un altro il parametro sul quale tarare il sistema di garanzie democratiche: le domande.
Quando si mette in moto il sistema mediatico, infatti, la visibilità è assicurata, sia che si vada in onda sia che si vieti la messa in onda. Quindi – lo capisce anche un bambino – sarebbe assurdo adesso bloccare la diffusione dell’intervista, perché si otterrebbe l’effetto opposto a quello desiderato.
Invece c’è un solo modo per dare corpo alla verità, per presentare un evento e collocarlo nella giusta dimensione. Affrontarlo con professionalità.
Con le domande giuste un fenomeno si crea o si distrugge. Con le domande giuste la ragione trionfa sempre. Con le domande giuste si risparmia anche un sacco di tempo e si evitano polemiche sterili e anche un po’ noiose.
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La madre di tutte le bugie
Siccome abbiamo tutti i nostri casini, è bene che di tanto in tanto ciascuno di noi s’impegni a riprendere alcune cose importanti che rischiano di finire nel dimenticatoio.
Io oggi vi ripropongo questa.
“Nel caso in cui almeno quattro tra questi cinque traguardi non fossero stati raggiunti, Silvio Berlusconi si impegna formalmente a non ripresentare la propria candidatura alle successive elezioni”.
Era l’8 maggio 2001.
Berlusconi e il rigore mancato
Ora sono tutti lì a inveire contro di lui perché non solo non ha mantenuto la promessa di ridurre le tasse, ma anzi è stato costretto ad aumentarle. Come se ci volesse una crisi mondiale per svelare le zampe d’argilla del nano-titano della politica moderna.
Oggi Berlusconi, dopo decenni di imbrogli, profanazioni del buon gusto, inquinamento della morale, corruzione dei costumi, rischia seriamente di perdere la leadership di un Paese senza leadership per l’unica causa di cui non ha colpa: l’agguato degli speculatori internazionali.
Eppure si capiva già dal 1994 che per ridurre la pressione fiscale non servono le comparsate nel salotto televisivo di Vespa e i faccioni turgidi di cerone sui manifesti.
Per sanare l’economia, sia quella domestica che quella nazionale, occorre solo una cosa: rigore. Non lo insegnano all’università, basta vivere in un mondo che non sia popolato solo da yesman e donne a pagamento.
Rigore, quindi. Continua a leggere Berlusconi e il rigore mancato
Dei delitti e delle scene
di Filippo D’Arpa
Ieri Porta a Porta ha parlato dei recenti delitti italiani. Omettendo di parlare dell’omicidio di quattro leggi da parte degli italiani. Ne parlerà solo quando saranno identificati i 27 milioni che hanno accoltellato alle urne la politica di Silvio Berlusconi. Per l’occasione sarà ricostruito un plastico.
Tele Austerity
Santoro attacca Vespa che a sua volta attacca Santoro e attacca Gramellini e Fazio che lo avevano attaccato. Tutto in diretta. Così la telerissa, il genere più in voga e redditizio, si adegua alla fase di austerity. Non c’è più bisogno di ospiti e scenografie. Basta una camera fissa sul volto del conduttore e uno di passaggio che prema il tasto on.
Guardiamo insieme “Porta a porta”
Stasera in prima serata la puntata di “Porta a porta” di Bruno Vespa sarà dedicata all’atto di violenza nei confronti di Berlusconi. Apriamo una sorta di canale live. Insomma guardiamo la tv e commentiamo qui. Ci siete?
(com)pagine di governo
di Gianni Allegra
Donne intellettuali
Dice Silvio Berlusconi, rispondendo a una delle dieci domande di Repubblica attraverso Bruno Vespa che gliele ha rigirate e dolcificate per utilizzarle nel suo ultimo libro “Donne di cuori” edito da Mondadori cioè da Berlusconi stesso:
Ho proposto incarichi di responsabilità soltanto a donne con un profilo morale, intellettuale, culturale e professionale di alto livello.
Mara Carfagna è una di queste donne. Ricaviamo allora il suo profilo morale, intellettuale, eccetera, dalla biografia pubblicata sul suo sito.
Sono cresciuta praticando nuoto e studiando danza e pianoforte. Ho partecipato a Miss Italia nel 1997 ed ho lavorato in alcuni programmi RAI e Mediaset, tra i quali Domenica In, Piazza Grande e la Domenica nel Villaggio. Mi sono diplomata presso il Liceo scientifico “Giovanni da Procida” di Salerno e ho conseguito la Laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno con una tesi in Diritto dell’informazione e sistema radiotelevisivo.
Per completezza d’informazione Mara Carfagna ha anche partecipato a trasmissioni di alto profilo culturale come I cervelloni e Vota la voce. Nel 2005 ha posato per un calendario di alto profilo intellettuale per la rivista Max. L’anno seguente, per i suoi meriti professionali, è stata eletta deputato della repubblica nelle fila di Forza Italia e nel 2008 è diventata ministro per le Pari opportunità. E forse solo allora si è rasserenata per aver cancellato dalla sua tesi di laurea un capitolo “ininfluente” come quello sul conflitto di interessi.
Molte altre sono le donne di alto profilo intellettuale, culturale, professionale (accantoniamo quello morale perché si entra in un ambito di arbitrio che è nemico dell’obiettività) sponsorizzate dal premier. Tra queste c’è Barbara Matera, il cui curriculum secondo Wikipedia è questo:
Barbara Matera ha studiato Scienze dell’Educazione e della Formazione all’Università “La Sapienza” di Roma, ha completato tutti gli esami ed è attualmente in attesa di discutere la tesi “Sulla riforma della scuola Media in Italia”.
E’ stata pre-finalista al concorso regionale di Miss Italia 2000. I suoi esordi televisivi sono stati la partecipazione alla trasmissione della Gialappa’s Band Mai dire Domenica come “letteronza”, e in Chiambretti c’è come valletta. Dal 21 settembre 2003 al 2007 è annunciatrice per Rai Uno. Nel 2003 partecipa al film Ma che colpa abbiamo noi con Carlo Verdone. Nel 2007 appare su Raiuno nella miniserie tv La terza verità. Nello stesso anno partecipa alla settima stagione della serie tv Carabinieri (…) Poi arriva Don Matteo 6 (…)
Nella biografia non c’è scritto che la signora Matera è fidanzata di Fabio, figlio di un prefetto amico di Gianni Letta.
Oggi Barbara Matera è europarlamentare per il Popolo della libertà.
E qui, al momento, mi fermo.
Mi consenta, hic!
Quando uno che deve guidare un Paese dice cose come quelle che ha detto l’Illegittimo, ieri sera da Vespa, non si possono trovare repliche istituzionali, non c’è spazio per ragionamenti politici, non c’è giustificazione per reazioni indignate o rabbiose.
Bisogna semplicemente togliergli la bottiglia dalle mani.
Ci vuole coraggio
Nel fare domande al premier nessuno ha il mio stesso coraggio
Il pensiero di Bruno Vespa sintetizzato dal Corriere.