A proposito del web, della giustizia e della Lucarelli

Oggi su Libero Selvaggia Lucarelli scrive un articolo molto bello sui due pesi e due misure nella lotta contro i delinquenti del web. In soldoni, se sei un politico parte subito l’operazione di protezione, le forze dell’ordine si mobilitano, i provider collaborano; se non lo sei, ti lasciano sbattere vita natural durante. A proposito di vita, l’esperienza della Lucarelli, con le dovute differenze, l’ho provata qualche anno fa quando un paio di cretini decisero di decretare la mia morte modificando reiteratamente la mia voce su Wikipedia: morivo in circostanze misteriose, con qualche psicofarmaco in corpo, a casa di una non precisata donna, con mia moglie nella parte di vedova inconsolabile e anche un po’ imbarazzata. Una cosa gradevole insomma (ne scrissi qui). Sporsi denuncia, indicai IP, circostanze, sospetti: c’era solo da andare a prendere quei malfattori e sottoporli a procedimento giudiziario. Nulla accadde, non ho mai avuto una sola notizia, silenzio.
Quando mi è capitato di criticare sul web una parlamentare nazionale invece, nel giro di un’ora, si è materializzato un agente della polizia postale che ha subito avviato la sua perfetta indagine e scritto in bella grafia il suo compitino. Una giustizia rapida, istantanea, su misura.

Un bel respiro, su

In questo momento la confusione nelle indagini per l’attentato di Brindisi si riflette sulle prestazioni del titolista di Corriere.it.

Riassunto

Un imprenditore molto ricco, con una certa propensione alle scorciatoie non legali, si inguaia ad ogni passo della sua vita. Amicizie, frequentazioni, partnership, vicende familiari, scelte economiche, sportive, artistiche, politiche. Ovunque si cimenti, come per maledizione, c’è sempre un tarlo che rode l’architrave del suo progetto. Poi l’imprenditore diventa premier e costruisce una legge che impedisce di raccontare i capitoli più avvincenti e/o indecenti di questa storia.
Per cui questo è il massimo che si può dire. Un riassunto. Roba da quarta elementare.

Il bene del Paese

Berlusconi difende Bertolaso (nessuno dei due si vede nella foto perché al momento dello scatto erano entrambi impegnati a fare il bene del Paese).