Dare dell’idiota a chi lo è

Senza titolo

Caccia alla verità

Tra queste frasi, una sola è stata pronunciata realmente da Berlusconi. Indovinate quale.
Un suggerimento: è la più sconclusionata e, per certi versi, esilarante.

 

I miei figli dritti come i piedi di Aldo Cerantola.

I miei figli appassionati come in un romanzo di Fabio Volo.

I miei figli strapazzati come una canzone di Pupo.

I miei figli apprezzati come il gulash a Ferragosto.

I miei figli incompresi come Giuseppe Cruciani in tv.

I miei figli allegri come Allegri al Milan.

I miei figli raffinati come Giulianone Ferrara truccato da Giulianona Stinco Lungo.

I miei figli tirati a lucido più della testa di Sallusti.

I miei figli tirati e basta più di Miccichè.

I miei figli perseguitati come gli ebrei sotto Hitler.

Let’s tweet again / 1

Da Twitter, ieri.

Dopo il sorbitolo, il nitrito di sodio. Per seguire la cronaca da oggi serve una laurea in chimica.

Emilio Fede : “C’è una manovra per farmi lasciare il tg4”. Speriamo che sia sufficientemente spericolata.

Hitler testimonial di uno shampoo. Dalla pulizia etnica a quella dei capelli.

Oggi in televisione ho visto un tale che si faceva chiamare Divino e l’unico miracolo era che nessuno lo mandava a fare in culo.

A Palermo gli operai Gesip chiedono aiuto a Orlando. Che con l’interprete di aramaico s’impegna a risolvere il loro problema.

Chi sta con Borghezio?

Per il parlamentare della Lega Nord Mario Borghezio, l’Abruzzo “è un peso morto come per noi tutto il Sud”.
E’ in quel “noi” l’elemento che dovrebbe scatenare indignazione.
Noi che nel 1976 siamo stati fermati in possesso di una cartolina firmata “Ordine Nuovo” e indirizzata “al bastardo Luciano Violante” (magistrato che conduceva inchieste contro l’eversione nera)?
Noi che in quella cartolina avevamo disegnato alcune svastiche,  scritto “Viva Hitler” e – quel che è peggio – avevamo segnato la seguente frase: “1, 10, 100, 1.000 Occorsio”, laddove Vittorio Occorsio, era un magistrato ucciso pochi giorni prima?
Noi che nel 2005 siamo stati condannati in via definitiva per aver dato alle fiamme dei pagliericci nei pressi di alcuni immigrati che dormivano sotto un ponte di Torino?
Noi che nel 2008 siamo stati trascinati via a forza dalla polizia di Colonia per aver preso parte a un congresso non autorizzato contro l’Islam?
Noi che abbiamo detto: ai clandestini bastardi gli diamo il mille per mille di calci in culo con la legge Bossi-Fini?
O che abbiamo detto: non capisco tutta questa agitazione per la condanna di Saddam, quando nessun presidente della Repubblica ha ancora chiesto scusa alla famiglia Mussolini?
O che abbiamo detto: non bisogna aver paura di rischiare, bisogna fare i nomi perché devono essere scolpiti i nomi di, di… queste facce di merda (riferito ai magistrati Forleo e Papalia)?
Insomma, noi chi?

Il non comune senso del ridicolo

C’è una polemica che, in questi giorni, si è sviluppata nelle cronache locali per finire, inesorabilmente, nelle affamate edizioni nazionali (la domenica è dura, eh).
L’oggetto del discettare è il manifesto che vedete sopra: un’immagine di Hitler e la scritta “cambia style, don’t follow your leader”.
Il messaggio è talmente provocatorio da rasentare il banale. Eppure il Pd e l’associazione nazionale dei partigiani si sono intestati una battaglia per fare rimuovere i cartelloni. Capisco i partigiani – l’età e le cicatrici hanno un peso -, ma non il Pd (che pure ha le sue cicatrici).
Qual è il riverbero politico di una campagna che ridicolizza un criminale sanguinario vestendolo di rosa e invitando per di più a non seguirlo?
Cosa c’è di scandaloso nel rifarsi a modelli triti per suscitare curiosità a buon mercato?
Vado al sodo e la chiudo qui.
Che io ricordi, l’ultima campagna pubblicitaria veramente disdicevole, perché volgarmente bugiarda, fu quella del Comune di Palermo in cui si riprendevano alcuni titoli, di dubbia veridicità, dei giornali. E non mi risulta che contro il manifesto che urlava “La città più cool d’Italia? E’ Palermo” sia mai stato chiesto un provvedimento di sequestro.