Due scommesse sul governo Monti

Due scommesse.
La prima. Scommetto cento euro (non di più, sono un po’ tirchio) che gran parte degli italiani ieri si è soffermata sui volti e sulle movenze dei nuovi ministri e ha notato qualche differenza, diciamo lombrosiana, rispetto ai personaggi del governo precedente.
E’ un ragionamento che ha nulla di politico e altrettanto di razionale, lo ammetto. Però in un Paese in cui la razionalità è stata sequestrata, per anni e anni, dalla protervia del potere anche le sensazioni contano.
Li guardavo insieme a mia moglie, questi ministri, ieri sera. Lei mi diceva: “Si vede che è gente che ha studiato”. E, badate, non è considerazione da poco se teniamo conto che sino all’altro ieri al governo c’erano figuri come Bossi e Calderoli: la forza bruta dell’ignoranza. Continua a leggere Due scommesse sul governo Monti

Il governo degli ignoranti

Tra pernacchie, parolacce e diti medi alzati, il ministro Bossi invoca la rivoluzione in difesa delle pensioni.
Quando assisto a certe performances del lumbard penso che un bell’esperimento sarebbe quello di costringerlo a rispondere a domande tipo: cos’è il Pil? Qual è il participio passato di risparmiare? Cosa significa la sigla Cgil? Il Grande Fratello esisteva prima della Endemol?
Roba da cultura generale, insomma, tanto per osservare la tridimensionalità del personaggio. Perché, gira e rigira, il problema è sempre quello: l’ignoranza.
Cosa volete che possa mai inventare per il bene del Paese uno che non sa nulla di nulla? Continua a leggere Il governo degli ignoranti

Manca solo la rivoluzione

Se le farse pubbliche bastassero a innescare le rivoluzioni, in Italia avremmo risolto ogni problema. Persino la crisi di governo, un argomento serio e delicato, rientra nel copione recitato dai quattro attorucoli che ci governano. Berlusconi, con un messaggio indirizzato ai suoi usa toni melodrammatici, Bossi fa finta di accendere una miccia umida, Alfano getta acqua sul fuoco mai acceso. Avanspettacolo, insomma. Continua a leggere Manca solo la rivoluzione

L’ingessatura di Bossi

Umberto Bossi è caduto dal letto e si è fratturato un gomito. Per garantire il normale svolgimento della sua attività politica il braccio gli è stato ingessato “a ombrello”.

Umberto il caldo

Agosto è il mese in cui, in assoluto, si parla di più del tempo meteorologico. Il caldo (e le ferie) innescano spunti centripeti di citazioni, di esclamazioni, di semplice intercalare. La temperatura, se ci fate caso, è al centro della maggior parte delle discussioni e non perché manchino altri argomenti, ma per un motivo fisico: il caldo dilata, amplifica, innervosisce. Dev’essere così anche per Umberto Bossi che in questi giorni ne ha per tutti, soprattutto per i suoi compagni di governo tipo Brunetta. Solo che nel caso del ritronato leader dei leghisti non ci sono prove di un effetto opposto del freddo.

Il ministro impresentabile

C’è un ministro della Repubblica che parla con pernacchie e versacci spesso al limite del comprensibile. Si chiama Umberto Bossi e rappresenta una parte impresentabile della Repubblica italiana, una non-regione, un’entità frutto della paranoia e dell’ignoranza.
Quando lo vedo in tv o ne leggo i rutti sui giornali provo una pena profonda per tutti quegli italiani del Nord che pur essendo certi di vivere in Lombardia o in Piemonte o in Veneto sono costretti a parlare di Padania. Noi del Sud ce ne intendiamo di capipopolo senza ragione, di rivolte strumentali, di inganni storici.
Se gli amici del Nord vogliono qualche consiglio, non hanno che da chiedere. Per noi è semplice: gli manderemo le nostre cicatrici.

Le sculacciate di Bossi

Berlusconi 1: “Non mi ricandido, dopo di me il candidato premier sarà Angelino Alfano”.

12 aprile

 
Berlusconi 2: “Tremonti può essere il prossimo candidato premier”.

4 maggio

Il “pacifista” Bossi

Non so se avete notato che l’unico politico italiano di peso ad opporsi all’attacco contro Gheddafi è stato Umberto Bossi. E non vi sarà sfuggita la coincidenza tutta italica tra l’atto “pacifista” del ministro (le virgolette sono d’obbligo trattando di uno che nei suoi comizi ha sempre parlato di mitra, pallottole e fucili) e il suo essere stato promotore delle ronde padane.
Insomma la più pressante azione anti-bellica nel nostro Paese l’ha fatta uno al quale la violenza non fa proprio schifo.

I problemi di Bossi

Cimici a casa e nell’ufficio di Bossi. Il senatur non denuncia, ma decide di farsi finalmente uno shampoo.

SPQR

Sia
potato
questo
ramo

Stolto
parlamentare,
quasi
raglia

Sentire
parlare
questo,
raccapriccia

E tutto sommato…

Sono
pazienti
questi
romani