Il governo dei cazziatoni

E’ vero, siamo meglio rappresentati adesso, gli occhi del mondo non si chiudono più per la vergogna quando ci inquadrano. Ma qualcosa, col passare dei mesi e con l’accatastarsi di dichiarazioni su dichiarazioni (ma non dovevano stare lontani dai media?) questi ministri stanno inopinatamente cercando di seminarla fuori dal terreno di semina. Una frecciatina agli studenti oggi, una lavata di capo ai lavoratori domani, la squadriglia di Monti non perde giorno per fare un cazziatone agli italiani. Il che è carino la prima volta, divertente la seconda, ma alla terza rischia di essere cosa tanto gradita quanto il pizzicotto nel sedere durante una salita.
Dal governo dei professori al governo dei professorini il passo è breve.

Due scommesse sul governo Monti

Due scommesse.
La prima. Scommetto cento euro (non di più, sono un po’ tirchio) che gran parte degli italiani ieri si è soffermata sui volti e sulle movenze dei nuovi ministri e ha notato qualche differenza, diciamo lombrosiana, rispetto ai personaggi del governo precedente.
E’ un ragionamento che ha nulla di politico e altrettanto di razionale, lo ammetto. Però in un Paese in cui la razionalità è stata sequestrata, per anni e anni, dalla protervia del potere anche le sensazioni contano.
Li guardavo insieme a mia moglie, questi ministri, ieri sera. Lei mi diceva: “Si vede che è gente che ha studiato”. E, badate, non è considerazione da poco se teniamo conto che sino all’altro ieri al governo c’erano figuri come Bossi e Calderoli: la forza bruta dell’ignoranza. Continua a leggere Due scommesse sul governo Monti

Allegra compagnia

Intorno ad un tavolo oltre al presidente del Consiglio, i ministri Maroni, Calderoli, Meloni e La Russa. La discussione è stata breve anche perché la pattuglia dei ministri presenti aveva sperimentato nei giorni scorsi la furia del presidente del Consiglio. La stessa che la sera precedente il Cavaliere era riuscito a sbollire solo verso le due di mattina grazie alla compagnia di un gruppo di giovani che il presidente del Consiglio ha fatto salire a palazzo Grazioli per «una pizzetta».

Questa mi era sfuggita. Dal Messaggero, via Manteblog.