Vecchi amici

Sgarbi fa il Lombardo

Anche il sindaco di Salemi azzera la sua giunta.

Per rinfrancar lo spirito

Cuffaro maledice la nuova giunta Lombardo. E afferma: “Mi sorprende che un professionista e politico avveduto e serio come Gaetano Armao possa aver accettato di entrare in questa Giunta. L’unica nota positiva, invece, e’ la presenza di Caterina Chinnici, persona per bene che gode della mia stima personale”.
Insomma – è il suo ragionamento – in una giunta “poco seria” non possono entrare persone serie. Ma com’è che si meraviglia di Armao (che mostra di stimare) e non della Chinnici (che dice di stimare)?
Un bel rebus da spiaggia e ombrellone.

Una volta tanto

ma proprio una volta tanto mi sento di dare ragione a Sgarbi.

La notizia è alla quinta riga

cammarata

da Rosalio.

L’olio della Regione

483beb31d6250_normalSe la politica italiana è un teatrino, quella siciliana è un’opera dei pupi. In campo nazionale, infatti, ci sono attori che recitano a soggetto, mentre in quello regionale ci sono solo marionette. A tenere i fili non sono neanche le segreterie di partito, che sarebbe già una situazione non bella seppur plausibile, ma singoli esponenti in guerra tra loro, parenti-serpenti che convivono forzatamente nella stessa casa. Una “Casa delle libertà”, dove l’unica libertà praticata è quella della semina nel proprio orticello possibilmente a scapito delle colture altrui.
Il governatore Raffaele Lombardo ha punito gli assessori infedeli e li ha mandati a casa, lasciando intendere che per il nuovo governo si potrebbe – ripeto, si potrebbe – ipotizzare un appoggio esterno del Pd, che ha dato “il suo contributo a tutte le leggi più importanti approvate dall’Assemblea”.
Per farla breve, Lombardo è pronto a tutto pur di ripartire con una giunta seminuova (almeno cinque assessori dovrebbero essere confermati). I veti incrociati dei burattinai, secondo i piani del governatore, dovrebbero essere superati con un abbondante ricorso ai cosiddetti “tecnici”, cioè personaggi e/o esperti senza un ingombrante pedigree politico. E’ come se il titolare di un ristorante licenziasse il cuoco e poi si prendesse la massaia del piano di sopra: la donna magari cucinerà benissimo, ma sempre con quell’olio dovrà friggere.
Lo confesso: la politica regionale ha su di me un effetto deprimente, in quanto riesce a piacermi ancora meno di quella nazionale. Non invidio quei giornalisti che, per sbarcare il lunario, sono costretti ogni giorno a decrittare dichiarazioni incomprensibili, a ravanare nella Gazzetta Ufficiale alla ricerca di “notizie”, a predigerire, per renderli più commestibili ai lettori, provvedimenti ostrogoti.
Tutto sarebbe più semplice per i cittadini-elettori se il gioco fosse il seguente. Io, presidente faccio un governo che intende fare queste cose: se ci riesco dimostro che non sono un chiacchierone, se non ci riesco vado a casa e lascio spazio ad altri.
Il segno della mia inutilità è che quasi quasi rimpiango Totò Cuffaro.

P.S.
Ovviamente il sito della Regione Siciliana viaggia in un’altra epoca e ha ancora la vecchia squadra di governo. Magari Antinoro e compagni esclusi si inventano una bella vertenza.

48 ore

Il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo ha azzerato la giunta qualche attimo prima che lo scontro all’interno della maggioranza di centrodestra degenerasse in rissa. Insomma, partita sospesa per gravi disordini in campo. Ora l’annuncio è che entro 48 ore si avrà un governo fresco e nuovo.
Mai la smorfia fu così fedele alla cronaca: 48, (governo) morto che parla.

Aggiornamento. Un link utile per capire.

La memoria e la nudità

La foto è di Tony Gentile
La foto è di Tony Gentile

Per un errore nel cerimoniale, che ha il sapore di una vendetta politica, alla cena organizzata dal presidente della regione siciliana Raffaele Lombardo in onore del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, non sono stati invitati il presidente del Senato Renato Schifani, il presidente dell’Ars Francesco Cascio, il sindaco di Palermo Diego Cammarata e altri illustrissimi e bravissimi e preziosissimi rappresentanti istituzionali.
L’occasione era quella del diciassettesimo anniversario della strage di Capaci.
Col passare del tempo, credo sempre più nel potere taumaturgico della memoria e sempre meno nell’ostentazione di essa.
Oso: tanto una ricorrenza è dolorosa, quanto dovrebbe essere allontanata dalla vetrina. Il modo perfetto per ricordare i martiri come Falcone, Borsellino a tanti altri dovrebbe essere quello che più rispetta l’intimità dei cari. E per “cari” non intendo solo i familiari, ma tutte le persone a cui uomini di tal coraggio mancano nella vita di ogni giorno. Mi piacerebbero manifestazioni private aperte ai singoli privati, che siano presidenti di qualcosa o di nulla, cittadini privilegiati o qualsiasi. Un coro di preghiere, magari ognuno verso il proprio dio, senza il vizio del censo, dell’investitura, del ruolo. Del resto, in questi casi non è il dato anagrafico del mittente che conta, ma la destinazione.
La parola “cerimoniale” in questi casi stride come una bestemmia in chiesa. Se c’è un momento in cui ci si ritrova nudi, quindi tutti inesorabilmente sullo stesso piano, è quello del ricordo: ognuno ha il suo, intimo, personale. Se c’è qualcuno che sgomita per essere in prima fila, magari per ostentare l’abito o la divisa nuovi, è un uomo senza nudità. Una persona falsa, insomma.

La doppia morale

Nel giorno in cui si commemora la strage di Capaci c’è un punto di vista utile per capire la differenza che passa tra la memoria e uno smacchiatore.

Aggiornamento. Per l’occasione Rosalio oggi ha modificato la sua testata.

La storia sono loro/2

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

Il romanzo-soap frutto della follia di alcuni commentatori continua a regalare sorprese qui (sempre a partire dal quindicesimo commento). Ecco la protagonista Rosi Peloritano, vista da Gianni Allegra.

Aggiornamento. Ecco anche un altro protagonista, Bastiano Salaparuta.

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra