Caro futuro segretario del Pd siciliano

Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica

Caro futuro segretario del Pd siciliano, tra tre giorni lei sarà sulla sella del partito più indomabile della Sicilia. Con una particolarità tutta sicula (noi siciliani adoriamo inventarci pieghe di singolarità nelle quali nasconderci): la vita del partito democratico è l’unico rodeo in cui i calci in pancia non li prende il gaucho, ma il pubblico.
Io c’ero, sulle gradinate, quando nel 2008 voi annunciaste un’opposizione durissima al governo di Raffaele Lombardo. Non mi piaceva troppo il centrodestra pigliatutto, ma soprattutto avevo la sensazione che la concezione autonomistica di Lombardo e dei suoi ideologi etnei fosse di tipo domestico: della serie, ognuno nelle sue pentole ci mette quello che vuole, a patto che la spesa la faccia qualcun altro. E siccome la Sicilia aveva già dato da mangiare a troppi scrocconi, decisi di votare per il Pd. Continua a leggere Caro futuro segretario del Pd siciliano

Crocardo o Lombetta

Oggi, su diPalermo, Giuseppe Giglio spiega con un fotomontaggio uno scenario politico della Regione siciliana meglio di quanto avrei fatto io con migliaia di parole.

Faccione bronzeo

Alle ultime elezioni regionali avevo votato Pd perché ritenevo pericolosa l’ascesa dell’Mpa di Raffaele Lombardo e perché non mi piaceva lo strapotere del centrodestra. Sapevo e/o temevo che il centrosinistra non ce l’avrebbe fatta, ma speravo in un’opposizione magari non proprio eroica ma tenace.
Lombardo vinse e il centrodestra col quale doveva governare finì presto all’opposizione soppiantato dal Pd, il mio partito, che si alleò con colui il quale non avrei mai votato.
Ieri ho visto i manifesti di uno di questi dinosauri della sinistra, un  professionista dello scranno, uno che se non facesse il deputato regionale non avrebbe come campare. Si candida di nuovo e promette battaglia, coerenza e blabla contro l’Mpa, contro il centrodestra.
Questo signore ha un faccione tondo e colorito. Sembra bronzo.

La pancia di Palermo

A me sembra che come nel ’93 Orlando nell’immaginario collettivo rappresenti qualcosa di importante per questa città. Tra l’altro la cosa interessante è che per una volta Palermo è unita nella sua élite un po’ snob e nella sua profonda anima o pancia popolare. Questo vuol dire che quando si sfasciano gli apparati dei partiti, come credo sia avvenuto in queste elezioni, i cittadini seguono una loro idea politica o pre-politica se vogliamo, che è quella del «grande personaggio», del grande notabile che Orlando è.

Lo storico Salvatore Lupo sul Manifesto spiega la diversità tra la politica italiana e quella siciliana. Molto interessante.

La dottoressa alla radio

Ieri mattina ascoltavo Rtl quando i due conduttori del programma hanno annunciato un collegamento telefonico con la dottoressa Rosaria Barresi, una dirigente della Regione siciliana che doveva parlare dei problemi delle arance di Ribera. Da siciliano (e da divoratore di arance di Ribera) ho alzato il volume della radio.
Non lo avessi mai fatto.
La dottoressa Rosaria Barresi ha parlato con toni e modi scostanti e non è riuscita a far capire nulla agli ascoltatori. I due intervistatori inutilmente le chiedevano “che vuol dire?” oppure “cioè?”. Lei col suo burocratichese scocciato diluiva parole svogliate, come se l’avessero disturbata mentre si faceva la messa in piega dal parrucchiere.
Il governatore Raffaele Lombardo – lui o uno dei suoi numerosi consulenti – dovrebbero stare attenti a come i dirigenti si porgono in pubblico. Io da siciliano credevo di essermi solo innervosito un po’ nell’ascoltare la performance radiofonica della dottoressa Barresi. In realtà c’era anche un senso di vergogna nel sentirsi mal rappresentato da una che non solo si spiega male, ma non ha nessuna voglia di spiegarsi meglio.

Il killer “comunicazionale” (cioé io)

Titolo: “La guerra a Lombardo coinvolge i giornalisti. La fatwa di Repubblica sulla rivista Terrà, appena arrivata in edicola”.
Tesi: è giusto che il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo utilizzi la rivista di un suo assessorato, quindi pagata da tutti i siciliani, per pavoneggiarsi in veste di libero pensatore agreste.
Ammonimento travestito da morale: un giornalista non può criticare i giornalisti, altrimenti è un killer.
Siciliainformazioni mi dedica una lunga nota anonima, quindi implicitamente firmata dal direttore Salvatore Parlagreco, dopo l’articolo scritto per l’edizione siciliana di Repubblica in cui criticavo un metodo politico-giornalistico (e su LiveSicilia Accursio Sabella fornisce qualche cifra interessante). Continua a leggere Il killer “comunicazionale” (cioé io)

Lombardo sulle ali della libertà

L’articolo di oggi su la Repubblica.

A pagina 18 è di schiena sul suo cavallo preferito. Qualche centimetro patinato più in là sono ritratti i suoi cani cirniechi e il pollaio coi galli “Verona”. Sotto, il titolo. Cinematografico quanto basta per celebrare senza sbavare: “A Ramacca sulle ali della libertà”.
Il pezzo forte di Terrà, mensile dell’Assessorato regionale all’Agricoltura risorto dalle ceneri di se stesso (il numero uno del 2011 è stato dato alle stampe solo in questi giorni), è tutto nelle quattro pagine in cui il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo racconta il suo tempo libero trascorso in un “rifugio dove il tempo si è fermato”. E lo fa con serenità, come se anche quelle pagine di giornale fossero, esse stesse, rifugio, dimora, tana. Continua a leggere Lombardo sulle ali della libertà

Santo quasi subito

Qui si dice che Raffaele Lombardo è un ottimo governatore perché non abbandona mai gli amici, perché la sua segreteria si ricorda degli onomastici di quelli che (per lui?) contano, perché lavora molto, perché non bacia nessuno nelle sue stanze (chissà all’aperto), perché non ispira “sentimenti neutri”, perché è capace come nessuno di rinascere dalle proprie ceneri.

Precari in Sicilia

In Sicilia si sta consumando l’ennesimo misfatto sul tema dei precari. Che non è quello di promettere assunzioni in cambio di qualcosa, ma quello di far sì che migliaia di persone che non fanno niente tra poco continueranno a farlo con lo stipendio a vita.

Cambio


Ve la faccio breve perché so che la politica regionale primeggia su quella romana/nazionale solo perché riesce a far annoiare pure i mattoni.
In Sicilia il presidente Raffaele Lombardo ha cambiato la formazione e, quel che è peggio, il programma di governo. Non è la prima volta, nemmeno la seconda, e manco la terza…
Non ho fatto il tifo per lui né simpatizzo per la coalizione che lo ha sostenuto, però le leggi della democrazia hanno una sola controindicazione: se non rispettate, fanno incazzare quello che in un tempo ormai dimenticato si chiamava popolo.
Al posto di tutti quelli che hanno votato Pdl, o Forza Italia o Meno Male che Silvio c’è, al posto dei rassegnati del Pd, al posto degli enigmatici dell’Udc (l’Udc ha sempre un qualcosa di misterioso nel suo perpetuarsi), al posto dei commensali di Micciché  e degli apostoli di Fini mi arrabbierei davvero.
Il patto elettorale è una delle certezze sulle quali si regge la speranza di chi va a votare, una specie di buono benzina, un buono pasto, un rimborso per il disturbo di andare a cercare il certificato, ritardare il pranzo dai parenti, recarsi al seggio, sopportare la faccia cerea degli scrutatori, segnare qualche ics con una matita spuntata e tornare alla vita normale con l’illusione di aver appena compiuto un atto rivoluzionario.
Chi lo tradisce, fino a prova contraria, è un miserabile.