Un presidente piccolo piccolo

giorgio napolitano

La mazzata di Giorgio Napolitano al Movimento 5 Stelle è senza precedenti. Ed è sbagliata nella forma e nella sostanza. Mai prima di oggi, il presidente della Repubblica aveva caricato a testa bassa un partito politico con regolare rappresentanza in Parlamento, neanche quando si trattava di bande di lestofanti acclarati.
Il fatto che il presidente della Repubblica accusi pubblicamente un partito di fregarsene dei problemi del Paese equivale a stangare la classe politica più giovane (e anche inesperta) e condizionare l’elettorato come mai era accaduto prima. Significa inoltre uscire da un ruolo istituzionalmente equidistante ed entrare in un ambito che non compete al Capo dello Stato.
Le posizioni del M5S possono essere più o meno condivisibili, questo attiene al dibattito politico e  a noi elettori. E’ certo che a fare una classifica di politici che se ne fregano dei problemi del Paese ci sarebbe ben altro da elencare. Eppure Napolitano sino ad adesso è stato equilibrato, e anche un po’ equilibrista, quando c’era da ululare per la vergogna di politici ladri, puttanieri, delinquenti, voltagabbana. I suoi richiami sono stati apprezzati, spesso, per il garbo e per la serena fermezza che oggi, ironia della sorte, sanno tanto di pavidità.
Non mi piace un Presidente che fa il politicante, forte coi deboli, arrogante, conservatore. Non mi piace proprio.

Tra leoni, grilli e pecoroni (molti i pecoroni)

Giorgio Napolitano

Il governo di Re Giorgio II, l’unico sovrano senza corona che succede a se stesso in una repubblica monca, inizia con un ruggito e qualche artigliata. E poco importa se la mano è tremante e lo sguardo è velato dalle lacrime. Il messaggio al Paese e alla Storia è chiaro: non siete stati in grado di muovere un passo da soli e siete stati costretti a chiedere aiuto a un vecchio di ottant’anni, quindi ora si fa come dico io e non rompete i coglioni.
Napolitano è, ironia della sorte, il vero artefice di una nuova stagione politica in cui ci sarà un premier con una tabella di marcia già fissata dal Presidente-Re e in cui la politica sarà chiamata a un’inusitata prova di responsabilità.
La parte più interessante del discorso di insediamento mi è parsa quella dedicata al Movimento 5 stelle con un esplicito distinguo tra piazza e Parlamento, tra rete e democrazia. Il resto (l’appello alle larghe intese, le lodi a Monti, le accuse velate all’innominato Berlusconi, la dichiarazione di inefficienza indirizzata all’invisibile Bersani) fa parte di un copione che sarà sviluppato con soporifera dovizia di dettagli dai giornali: e io non voglio conciliarvi il sonno, adesso.
I grillini dunque. Continua a leggere Tra leoni, grilli e pecoroni (molti i pecoroni)

Ai limiti del ridicolo

rielezione

Morto un Cossiga…

…atroce è il mio rammarico per una campagna violenta e irresponsabile di insinuazioni e di escogitazioni ingiuriose cui era stato di recente pubblicamente esposto, senza alcun rispetto per la sua storia e la sua sensibilità di magistrato intemerato, che ha fatto onore all’amministrazione della giustizia del nostro Paese.

Col messaggio di cordoglio per la morte di Loris D’Ambrosio, il presidente Napolitano entra in guerra con la Procura di Palermo. Insomma se prima si parlava di conflitto istituzionale, adesso mancano solo i cazzotti.

Complotti

Il filtro di relax anti-notizie della mia ultima vacanza ha funzionato quasi alla perfezione, lasciando passare solo un refolo di polemiche legate alla ormai celebre telefonata della Merkel a Napolitano sui danni causati all’euro dall’ex premier Berlusconi.
Non condivido lo sdegno di chi ha ravvisato, nel comportamento del cancelliere tedesco, una pericolosa violazione di autorità, autonomie, sovranità, eccetera. Se il capo della locomotiva si accorge che nei vagoni c’è chi fa lo scemo mettendo a rischio tutti i passeggeri, ha l’obbligo morale di adottare tutte le contromisure che ritiene opportune.
In più, la Merkel ha detto a Napolitano quel che lui sapeva già. E, resti tra noi, si è comportata meglio del previsto, dopo le guasconate di cui era stata vittima.
Ai berlusconiani che vanno gridando al complotto internazionale, va ricordato che l’unico complotto finora realmente sventato è stato quello ai danni di sessanta milioni di italiani ai quali è stato fatto credere che la crisi era un’invenzione dei mestatori e che per avere prova dello stato di salute di un Paese bisognava andare tra i tavoli dei ristoranti anziché negli uffici del ministero del Tesoro.

Il domatore nella gabbia vuota

Quand’ero piccolo avevo un compagno di giochi codardo che era soprannominato “il domatore nella gabbia vuota”. Ogni qualvolta c’era da affrontare uno scontro, non necessariamente fisico, con altre bande di ragazzini o bisognava far valere una ragione lui si nascondeva dietro l’ultimo di noi e stava zitto e fermo fino a quando le acque non si calmavano. Poi, appena era certo che l’avversario si era allontanato o comunque era stato neutralizzato, veniva fuori con una scenata della serie “tenetemi, altrimenti faccio una strage”. Ovviamente nessuno se lo filava. Allora lui fingeva di fare quattro passi per sbollire, mentre invece prendeva la via di casa e non lo rivedevamo sino al giorno dopo. Continua a leggere Il domatore nella gabbia vuota

Basso profilo

Il governo, questo governo, ritiene che si debba modificare la Costituzione in modo da limitare l’influenza del presidente della Repubblica sul Parlamento.
Eppure tranne un paio di eccezioni, con moniti talmente mirati da sembrare l’ago delle siringhe Pic, raramente il nostro capo dello Stato ha fatto sentire la sua voce. Si può dire tutto di Napolitano, ma non che sia una figura politicamente muscolare.
Quindi la modifica della Carta ha ben altri obiettivi che non depotenziare il potere di un presidente avvizzito. Qualche idea? Ecco le mie.
Fortificare un Parlamento che basa la sua azione esclusivamente sui numeri, di deputati e di conti correnti.
Abbattere i sistemi di controllo.
Drogare il popolo con la fandonia della sovranità della politica: quale persona di media intelligenza può credere a una politica fatta da persone squalificate?

La legge e il bicchiere

“La sua è stata una decisione politica. Altro che. I nostri tecnici ci hanno spiegato che avrebbe potuto anche firmarlo. Ha voluto deliberatamente cogliere solo gli aspetti negativi di quanto abbiamo fatto”.

L’attacco di Berlusconi contro un Napolitano che, probabilmente a causa di una crisi di insonnia, si è deciso a contestare il metodo con cui il governo assembla le leggi, racconta molto dell’ignoranza e della presunzione del premier. Il riferimento a quegli “aspetti negativi” tramanda qualcosa in più di un’involontaria ammissione di colpa. Ci dice che per Berlusconi la legge, una qualsiasi legge, è un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. E ciò toglie quella solennità quasi sacrale che invece dovrebbe caratterizzare una norma dello stato. Per questo governo, insomma, ogni atto è relativo, giudicabile a seconda degli umori, della cattiva digestione o di una notte passata più o meno bene.

Ai confini della realtà

Berlusconi s’inventa un ministero per inventarsi un ministro che s’inventi la balla del legittimo impedimento per evitarsi un processo. Napolitano s’inventa un atto eroico che blocca l’invenzione sfrontata del Sommo Inventore di Panzane.

Hic!

Mai dichiarare a stomaco vuoto, al Vinitaly.

Da La stampa.it.