Maniaci in Ordine

Al di là di quel che effettivamente vale, un tesserino meritato per Pino Maniaci.

Grazie a Raffaella Catalano

Dimenticare

Walter Zenga è diventato il nuovo allenatore del Palermo. In momenti come questo il dovere della memoria viene declassato a pratica masochistica.

Rifiuti, arte, politica, turisti

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

Giorni di lavoro in aula, in un anno, per i deputati regionali siciliani: 72

Deputati del Pd presenti in aula ieri all’Ars per discutere della crisi: 23

Della maggioranza: 5

Stipendio netto di un deputato regionale siciliano (tolte cioè le ritenute fiscali e le quote contributive per l’assegno vitalizio): 9.210,82 euro, più il rimborso per le spese di viaggio, di trasporto e telefoniche.

Premi ricevuti dal palermitano Davide Enia in Italia e all’estero: 10

In Sicilia: 0

Tonnellate di rifiuti prodotte ogni giorno dai palermitani: 1.000

Tonnellate di rifiuti per strada l’altro ieri a Palermo, secondo Berlusconi: 4.000

Giorni stimati l’altro ieri da Berlusconi per ripulire Palermo: 9

Giorni mancanti alle elezioni: 1

Percentuale del bilancio del Comune di Palermo impiegata per pagare i dipendenti comunali: 72

Dipendenti del Comune di Palermo: 21.895

Dieci anni fa: 13.800

Autobus in dotazione alla società dei trasporti urbani di Palermo, Amat: 531

Regolarmente utilizzati: 235 315

Autisti Amat in permesso domani e dopodomani come rappresentanti di lista: 334 350

? Autisti assunti dall’Amat nel 2007: 110 (fonte Corriere della Sera smentita dall’Amat)

? Di cui con patente valida per guidare un autobus: 0 (fonte Corriere della Sera smentita dall’Amat)

Giorni trascorsi dall’inizio del secondo mandato del sindaco di Palermo, Diego Cammarata: 745

Presenze di Cammarata a Sala delle Lapidi: 2

Numero di parole della lettera di scuse del sindaco di Palermo ai turisti: 110

Ai palermitani: 0

Aggiornamento 1.
Molti di voi mi chiedono in privato le fonti di questi numeri. E’ stata una mia mancanza non indicarle subito. Comunque provvedo: Milano Finanza, Live Sicilia, Rosalio, Corriere della Sera, sito dell’Ars, sito del Comune di Palermo, sito di Davide Enia, la Repubblica.

Aggiornamento 2.
Il presidente dell’Amat Mario Bellavista fornisce alcune cifre aggiornate e una precisazione. Gli autisti in permesso come rappresentanti di lista sono adesso 350 (e non 334, come riportava ieri una nota dell’ufficio stampa dell’Amat); gli autobus regolarmente utilizzati sono attualmente 315 (e non 235); gli autisti senza patente non sono mai stati assunti dall’Amat. Il riferimento a queste due notizie è contenuto nell’articolo di Gian Antonio Stella “Il grande buco dei conti di Palermo“, pubblicato sul Corriere della Sera il 26 febbraio scorso, a tutt’oggi  libero da qualunque smentita ufficiale, ma, afferma Bellavista, oggetto di “due procedimenti penali a carico di Stella e del Corriere della Sera”.

Ascari di casa nostra

Gli ascari erano soldati dell’Africa Orientale Italiana (impero coloniale del fascismo), cooptati come componenti delle truppe italiane in Africa. Le cronache del tempo li descrivono come ferrei esecutori di ordini, specialmente in battaglia.
I superstiti nel 2006 erano quasi 260.
Informa Wikipedia che ancor oggi un ascaro vive in Italia: e, vedi un po’, lo ha scovato Gianfranco Miccichè.

Il mafioso depresso

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La foto è di Ciro Spataro

La vicenda del boss mafioso depresso al quale sono stati concessi gli arresti domiciliari va affrontata, a mio parere, ricordando innanzitutto che il diritto alla salute è sancito dall’articolo 32 della nostra costituzione. Ciò dovrebbe essere utile a spazzare via ogni tentazione di fare dell’ironia e a evitare di impelagarsi in diktat estremisti.
Sono a favore del 41 bis, il carcere duro per i mafiosi e i terroristi, che – va ricordato – è entrato a regime grazie al governo Berlusconi (quando è sua, è sua).
Ora il problema che si pone è questo: può un provvedimento estremo diventare meno estremo, senza perdere la sua efficacia?
Secondo me, no.
E allora che si fa quando ci si trova davanti a un caso come quello in questione?
C’è più di un valido motivo per cui un mafioso viene tenuto in isolamento: dai tempi del Grand Hotel Ucciardone a quelli degli ordini trasmessi dalle celle all’esterno via cellulare, nulla è cambiato nella capacità comunicativa degli uomini di Cosa Nostra. Il boss in gabbia deve essere neutralizzato. Tranciare i suoi rapporti è la soluzione più efficace per renderlo meno offensivo.
C’è un metodo, spesso trasversale e oggetto di polemiche, per sottrarsi a questo regime di dentenzione dura: collaborare con la giustizia.
C’è infine la possibilità di appellarsi a un tribunale se le condizioni di salute divengono incompatibili con lo status carcerario: una roulette che ogni tanto dà il numero sperato.
La tentazione di gridare “marciscano tutti in carcere” è fortissima: specie per chi è stato devastato negli affetti dalla crudeltà degli uomini del disonore. Ci vuole stomaco per leggere, senza lasciarsi prendere dall’ira, le motivazioni dei giudici che rispediscono il mafioso depresso a casa e che identificano nell’“affetto dei familiari” la terapia migliore per riprendersi e guarire. Ci vogliono una immensa coscienza civica e, per chi ce l’ha, un solido appiglio religioso per accettare che una legge possa essere meno cattiva con il cattivo in stato di difficoltà.
In questo momento ho una discreta tentazione, poco stomaco, una modesta coscienza civica, un fragile appiglio religioso.
Saranno i tempi bui.

Not in my name

Città immondezzaio: il sindaco di Palermo, Diego Cammarata, si scusa coi turisti a nome di tutti i palermitani. Due domande, che non mi sono posto soltanto io.
Perché scusarsi coi turisti e non anche coi cittadini?
Perché scusarsi a nome di tutti i cittadini quando solo alcuni di loro hanno causato questo schifo?

Il ritardatario

Il ritardatario

Da Cinzia Zerbini.

Scusate e buon lavoro

Alla fine la storia dello spam per il libro di Brunetta si è risolta così: la società che si occupa delle questioni telematiche del ministro ha ammesso che alcune (quante?) e-mail sono state inviate per errore dal software usato per gestire le newsletter. Insomma, lo spam (pratica illegale) ci fu, ma senza volontarietà. Sarebbe bastato, a questo punto, che la società facesse un comunicato semplice e, se vogliamo, furbo. Del tipo: abbiamo sbagliato, scusate e buon lavoro a tutti. Invece si è lanciata in una ricostruzione polemica, fuori misura, che va all’attacco di chi ha segnalato la violazione e che si conclude “così va il web, a volte, in Italia (e non solo)”.
E’ l’unica frase che sottoscrivo, per motivi diametralmente opposti a quelli della società  in questione.
Scusate e buon lavoro a tutti.

Sincerità

Vincenzo Galioto, ex presidente dell'Amia, oggi senatore del Pdl
Vincenzo Galioto, ex presidente dell'Amia, oggi senatore del Pdl

Qualche anno fa l’amministratore di un piccolo ente palermitano collegato alla mammella della Regione andò in missione a Milano e per quei tre-quattro giorni di business meneghino pensò bene di affittarsi una Ferrari, ovviamente non a spese sue. Quando un magistrato lo mandò a chiamare e gli chiese conto e ragione di quella scelta, la risposta fu: mi serviva un mezzo adeguato per muovermi e non ho trovato un’alternativa migliore.
La semplicità disarmante con la quale si cerca di lavare l’onta di un atto illecito è una costante nelle piccole storie di malaffare. E, se ci pensate un attimo, ha un che di sincero. Tutti questi personaggi che affollano le cronache degli sprechi comunali, degli imbrogliucci di sottogoverno, sono figli della raccomandazione, della vita facile per grazia ricevuta. Scorrete i nomi della vicenda Amia: c’è un mondo di parentele politiche, di scambi di “cortesie”, di posti giusti creati sullo stampo dell’uomo giusto. Ieri presidente, oggi senatore, domani comunque pensionato di lusso. Non è criminale per queste persone spendere decine di migliaia di euro del contribuente in alberghi di lusso negli Emirati Arabi. Non è disdicevole cenare a spese nostre con aragoste e champagne nei migliori ristoranti del mondo. Non è ridicolo farsi rimborsare da noi i soldi delle sigarette e del frigobar. E’ anzi naturale, semplice come semplice è stata la loro scalata all’ente di cui prosciugano le casse.
Dobbiamo capirli, dobbiamo immedesimarci: sono lavoratori senza gli anticorpi della fatica. Nel loro mondo l’occasione non fa l’uomo ladro, ma furbo. Il ritegno e la dignità non si misurano, si addentano. Magari seduti davanti al tramonto di un cinque stelle extralusso di Dubai.

Il nemico di Berlusconi

Riassumendo di molto il pensiero di Berlusconi, il nemico sanguinario di questo Paese è uno solo. Un nemico che ha distrutto la carta costituzionale, ha causato l’emergenza rifiuti (prima a Napoli poi a Palermo), ha avvelenato il dente di giornali nazionali e internazionali, ha ispirato le malefatte dei magistrati “metastasi della nostra democrazia”, ha drogato la percezione della crisi economica, ha organizzato rivoluzioni anti-patriottiche e ha corrotto nella sua campagna di odio persino l’amata donna Veronica.
Quel nemico è la sinistra.
Ci sarebbe da ridere se una sinistra così tenace, tentacolare, furba non fosse la sagoma oscura dell’ossessione di un uomo che, per mettere alla prova la propria onnipotenza, dedica più tempo ai nemici sovrannaturali che a quelli reali.  Col risultato che la parte del Paese che disapprova non solo la sua azione politica, ma persino la sua elementare condotta pubblica, ogni tanto si illude che qualcosa contro di lui si stia muovendo. E invece anche quel qualcosa è frutto del delirio creativo del grande capo. Inventarsi di sana pianta un avversario forte è il miglior modo di esercitare la forza senza sudare: come si faceva da piccoli coi soldatini.