Daimones

Il mio caro amico Massimo Marino ha scritto un gran libro (sopra il booktrailer). Si intitola Daimones ed è uno dei migliori romanzi di esordio che abbia letto. E’ una di quelle storie che mi piacerebbe tanto raccontarvi a grandi linee, tanto per farvi capire qual è l’appeal narrativo del libro, ma delle quali è bene non dire nulla.Insomma, leggere per credere.

Daimones lo trovate in vendita su Amazon Buy Vip.

King, the King

Ho finito di leggere l’ultimo romanzo di Stephen King, “22/11/63”, e l’ho subito regalato a un amico. E non perché volessi disfarmi del tomo, ma perché volevo condividere subito con lui la gioia di questa lettura.
L’opera mi è piaciuta molto, nonostante la traduzione non indimenticabile di Wu Ming 1.
Queste poche righe non sono una recensione, ma un invito: se cercate una storia appassionante, con personaggi credibili, se volete un film da leggere, questo è il libro che fa per voi.

Il romanziere senza romanzo

Quelli di I Love Sicilia hanno avuto una bella idea. Far recensire il libro dell’ex ministro della Giustizia Angelino Alfano, “La mafia uccide d’estate”, al magistrato Antonio Ingroia.
Risultato: l’autore è promosso come romanziere, solo che il libro non è un romanzo…

Variazione su De Carlo

Mia moglie ha finito le oltre 500 pagine di “Lei e lui” di Andrea De Carlo. Essendo un’appassionata (rea confessa) dell’autore, e conoscendolo quindi abbastanza bene, mi dice che il romanzo avrebbe dovuto intitolarsi “Io e io”.

Buone nuove

Oggi il Corriere della Sera, nelle pagine della cultura, fa un’ottima recensione di un noto romanzo.

Il romanzo multimediale

Bene così

Ieri la Repubblica-Palermo ha dedicato ampio spazio a Salina, la sabbia che resta.

Venerdì prossimo

Ve lo dico con un certo anticipo, così magari non prendete altri impegni. Venerdì prossimo alle 18,30 alla libreria Feltrinelli di Palermo, io, Giacomo Cacciatore e Raffaella Catalano presentiamo il nostro nuovo romanzo “Salina, la sabbia che resta” (Dario Flaccovio Editore). Con noi ci sarà Salvo Toscano.

Il nuovo libro

E’ sempre un momento magico quello in cui arriva a casa la prima copia del tuo libro. Te la giri e rigiri tra le mani toccandola, spulciando tra le pagine. Cerchi una frase in particolare, quella che ti è piaciuta di più o forse quella che credi possa piacere di più. Cerchi non sai cosa, l’importante è tastare, pesare, rimirare il frutto del tuo lavoro.  Controlli, con un certo batticuore, copertina, quarta, dedica, ringraziamenti: che sia sfuggito un refuso?
Poi ti rassegni.
Quel che è fatto è fatto.
Questo, con scarsa originalità, è ciò che ho pensato ieri sera quando mi hanno consegnato “Salina, la sabbia che resta”, il libro scritto con Giacomo Cacciatore e Raffaella Catalano.
Questo è ciò che hanno pensato anche loro.
Questo è, forse, ciò che pensano tutti gli scrittori quando si trovano davanti al prodotto di tanta fatica, di notti insonni, di risate, di birre e panini (più le birre), di dilemmi, di polpastrelli consumati, di occhi stanchi, di fogli svolazzanti e di computer fusi.
La nota di cronaca è che “Salina, la sabbia che resta” (Dario Flaccovio Editore) sarà in libreria dal 15 giugno.
Quella personale, per gli attenti (ed esigenti) lettori di questo blog, è che è un romanzo del quale siamo particolarmente orgogliosi.

Aggiornamento.

A gentile richiesta, la quarta di copertina.

A Salina, il magistrato Ottavio Lodato viene ucciso nella sua villa. Lì lo aspettava Sofia, la sua amante minorenne dalla quale ora tutti pretendono risposte. Di colpo, un’estate come le altre diventa diversa. I primi a rendersene conto sono il comandante dei carabinieri Bartolo Italiano, che deve gestire il caso, e il giornalista Nino Torta, che scrive e stampa Il vento delle Eolie, strampalato quotidiano locale. E se l’uno dovrà affrontare non solo l’indagine più difficile della sua carriera ma anche le spine della gelosia, all’altro toccherà destreggiarsi con un mestiere di cui finora si è solo pavoneggiato. Tra antichi rancori e amori complicati, ricatti sessuali e assedio mediatico, il delitto diventa la miccia di una bomba rimasta sepolta per anni sotto la pigra tranquillità dell’isola più verde delle Eolie. E quando un’estate inquieta finisce, ciascuno si ritrova a fare i conti con la propria solitudine: buono o cattivo che sia, persecutore o perseguitato, amico o nemico. Ognuno dovrà andare fino in fondo per leggere le tracce di verità sulla sabbia che resta.

La dose minima di cronaca

La foto è di Daniela Groppuso
Foto di Daniela Groppuso

La dose di cronaca quotidiana minima consiste, a mio avviso, in due-tre pagine di giornale o, a scelta, in una media porzione di tg delle 13 (quello serale è come i peperoni, per sostanza e orario è a rischio indigestione). Da qualche giorno cerco disperatamente di attenermi a questa prudente posologia, perché lavorando con la scrittura e con il briciolo di creatività di cui la natura mi ha fatto dono, ho notato un certo inaridimento del mio prodotto: più forme geometriche che illusioni, più ragione che cuore, più muscolo che senso.
Con ciò non mi sogno di indicare le geometrie, la ragione e i muscoli come simboli dell’aridità, contrapposti alle fecondità-profondità indiscutibili del cuore, dei sensi e di certe illusioni.
Però mi permetto di indurvi a una riflessione: quanto vi toglie la cronaca?
E’ davvero fondamentale contare i peli ripresi da una telecamera nascosta durante l’amplesso clandestino di un noto esponente politico? O piuttosto può assumere i contorni dell’urgenza il bisogno di storie narrate? Pesa di più un verbale di polizia esclusivo o una pagina di letteratura che può essere letta da chiunque? E’ più nutriente un resoconto giornalistico o una riflessione d’autore?
Certo, messe così, queste domande suscitano una risposta condizionata.
“Cosa preferisci tra un libro e un giornale?”.
“Libro, certo!”. E poi è uno che si addormenta col quotidiano spalmato addosso.
Allora credo che l’unica soluzione sia quella che preveda soltanto la dose minima di cronaca. Cercando di resistere alle deviazioni lisergiche dell’ultimo scandalo della politica italiana e cedendo a quelle suggerite dall’unica persona in grado di toglierci il sonno, scuoterci, ferirci, commuoverci, meritando solo riconoscenza: il nostro scrittore preferito.