Amici

Politici siciliani su Facebook.

Gianfranco Miccichè piace a 3.846.

Totò Cuffaro piace a 2.284.

Raffaele Lombardo piace a 444.

Francesco Cascio piace a 195 (ma è appena arrivato).

Spirito vulcanico

Su FB c’è un gruppo raramente spiritoso, “Dare nomi ai vulcani islandesi battendo a caso lettere della tastiera”

La chat di Renè

Agli appassionati del genere segnalo che Renato Vallanzasca ha un’affollata bachechina su Facebook e che il signore in questione risponde ai fans dal profilo della moglie.

Clic a mano armata

rep schif

Da Repubblica.it

Le bugie che ci mancano

sarkozyFb

C’è una divertente bugia del presidente francese Nicolas Sarcozy che sta infiammando il web d’oltralpe. Lui ha fatto intendere di essere stato testimone diretto della caduta del muro di Berlino, mentre a quanto pare è arrivato sul posto solo qualche giorno dopo. La bugia è divertente perché non è stata seguita da piccate smentite ufficiali, da ipotesi di complotto comunista, da decreti legge per limitare la circolazione delle notizie non concordate. Sarkozy ha fatto probabilmente lo spaccone e in Francia si divertono a prenderlo in giro.
Non risultano ancora querele: benedetti francesi!

Pioggia, cocaina, siti web

Foto di Paolo Beccari
Foto di Paolo Beccari

Su I love Sicilia di questo mese.

Millimetri di pioggia caduti in quattro ore nel Messinese, il primo ottobre scorso: 230

Millimetri di pioggia caduti mediamente nel Messinese, in un anno: 893

Nell’Ennese: 695

Nel Trapanese: 452

Millimetri di pioggia caduti su Firenze, nell’alluvione del 1966, in 24 ore: 190

Euro previsti dal piano della Protezione civile per interventi nella zona di Giampilieri, dopo l’alluvione del 2007:  11.000.000

Effettivamente arrivati: 945.000

Euro chiesti dal Comune di Scaletta Zanclea, dopo l’alluvione del 2007: 20.000.000

Effettivamente arrivati: 500.000

Comuni a rischio idrogeologico della provincia di Messina: 91

Euro spesi dalla Regione Friuli per il software che consente al T9 dei telefonini di scrivere sms in friulano: 35.000

Euro spesi da Giampaolo Tarantini nell’estate 2008 in cocaina: 35.000

Euro pagati a Patrizia D’Addario per un’intervista alla tv turca Haberturk: 35.000

Euro spesi mensilmente da Michael Jackson per i farmaci: 35.000

Euro sborsati all’asta da un fan di Michael Jackson per aggiudicarsi un suo guanto: 35.000

Posto del Corriere.it nella classifica italiana dei siti più cliccati: 17

Di Youporn: 14

Di Facebook: 2

Di Google:1

I conigli che vogliono uccidere Berlusconi

uccidiamo berlusconi

C’è un nutrito gruppo su Facebook che si intitola “Uccidiamo Berlusconi”. Dodicimila dementi ruggiscono più o meno anonimamente minacce di morte contro il premier con la stessa disinvoltura con la quale aderiscono al gruppo che si propone di adottare una ragazza svedese di vent’anni, o a quello che vagheggia di mandare Emilio Fede sul satellite anche fisicamente, o a quello che si cimenta nel test “quanto sei arrapato?”.
Sono molto critico nei confronti di Facebook e in tal senso ho già dato.
Però nel caso di Berlusconi voglio spendere qualche parola in più.
Qualcuno dovrebbe spiegare a queste persone che le adunate virtuali hanno un valore direttamente proporzionale a quello degli argomenti apportati. Se infatti qualcosa di male non si può dire nei confronti di internet, quel qualcosa riguarda proprio il rapporto tra contenuti e vettori: i primi assumono peso specifico solo se i secondi sono attendibili, certificati (cioè con nome, cognome, indirizzo eccetera).
“Uccidiamo Berlusconi” è l’immagine vacua e superficiale di un elettorato che blatera qualcosa e semina l’esatto contrario. Quante di quelle persone andranno a votare alle prossime elezioni (l’unica occasione per sopprimere politicamente il Cavaliere)? Quante di quelle persone sarebbero disposte a scendere in piazza per manifestare a viso aperto un dissenso civile e non anonimo? Quante di quelle persone considerano la politica un atto disgiunto dal clic spensierato del mouse, tra una chat e un sms?
“Uccidiamo Berlusconi” purtroppo fa bene a Berlusconi perché santifica le storture, rafforza il virus che sta uccidendo questo Paese, annacqua il dissenso, quello vero.
Mi appello a chi ha un account (o come diavolo si chiama) su Facebook: fate in modo che un nuovo  gruppo si proponga con successo per abolire l’iniziativa di cui sopra, senza che ci arrivi prima un Alfano o uno sgherro ministeriale travestito da sommo censore.
La riuscita di quest’operazione sarebbe l’ideale smentita di un mio convincimento: su Facebook il tempo non si perde, si dilapida.

Domande fondamentali

gli-innamorati-del-barrio-gotico
L'illustrazione è di Gianni Allegra

Per l’inizio della settimana vi consegno alcune domande fondamentali.

Perché i parrucchieri si chiamano prevalentemente Tony, Salvo o Enzo?
Perché sui media il sesso dei maschi viene coperto e quello delle femmine no?
Perché nelle comunicazioni burocratiche (e non solo, purtroppo) si usano abbreviazioni improbabili come: Ill.mo, Gent.mo o Dott.ssa?
Perché su Facebook si chiamano “amici” persone che non si conoscono?
Perché, quando provano un paio di jeans davanti allo specchio, le donne si guardano il fondoschiena e gli uomini no?
Perché quasi tutti dicono di odiare il Grande Fratello, ma quasi tutti lo guardano?
Perché nemo propheta in patria?

Potenza del web

Dopo il medico della mutua, arriverà l’hacker della mutua?

Cercasi Obama

La vignetta è di Gianni Allegra
La vignetta è di Gianni Allegra
L’attimino fuggente

di Giacomo Cacciatore

Dario Fo, invitato a dire la sua sulla recente e attuale situazione italiana (ovvero sui massimi sistemi), su come sono gli altri e come dovremmo essere noi, dichiara sul Corriere online: “A poche ore dall’investitura, Obama ha già messo a segno precise direttive: promozione di energie alternative, apertura al mondo musulmano, salvaguardia dei diritti umani. Pagherei per vedere arrivare uno come lui. Ma meglio di no. Litigiosi e autodistruttivi come siamo saremmo in grado di affondarlo”. Non ho mai considerato oro colato le parole e gli spettacoli di Fo (se a un uomo di teatro italiano doveva andare il premio Nobel, io lo avrei consegnato, postumo, a Eduardo De Filippo) ma lo ringrazio per il mistero buffo che mi ha scatenato nella testa stamattina.
Premessa: originali come siamo diventati, prima o poi anche noi vorremo il nostro Obama. Ossia l’uomo della sterzata. Il puro, il dinamico, il colto, l’elegante, il sensato. Il presidente con le palle, insomma. Diamo per scontato che non sarà Veltroni: ci ha provato, vorrebbe tanto, ma è ormai chiaro pure ai sassi che sarebbe solo una pallida (mi si passi la berlusconata) versione del neo presidente americano. Diamo per scontato (ma senza troppe certezze) che non sarà Berlusconi: il suo narcisismo gli può anche consentire di camminare sulle acque, ma di trasformarsi in afroitaliano colto e impeccabile, questo mai. C’è un limite anche ai miracoli italiani. Diamo per superscontato (me lo auguro) che non sarà la Brambilla  e, ovviamente, neppure la Carfagna (insomma, l’ala “giovane”, in verità vecchissima, del vivaio liberista del presidente operaio).
Chi ci resta? Da dove cavare l’eventuale e presto agognato Obama tricolore? Ci si spingerà al referendum, con tanto di schede facebook consegnate dallo scrutatore, insieme alla matita indelebile? Si richiederà la consulenza di Santoro? Di Lucherini e Spinola? Metteremo al lavoro la segreteria di “Chi l’ha visto”? Congetture a parte, e tanto per giocare: vi chiedo di fare i nomi. Di ipotizzare il vostro/nostro possibile Barack Obama. Io non ne ho idea, ahimé. Spero solo che, con tutta la simpatia del mondo, non salti fuori Vladimir Luxuria.