Mi pare pretestuoso il trionfalismo di Berlusconi e dei suoi accoliti riguardo all’atteggiamento di Obama nei confronti del nostro premier. Il presidente americano ha parlato di Silvio solo in termini di “leadership forte”. “Forte” non è un giudizio di merito: né buono né cattivo. Mi è sembrata una valutazione molto diplomatica, quella di Obama. Soprattutto che non creasse dissapori e scompiglio in una terra martoriata come l’Abruzzo. Sarebbe stato inopportuno.
Ma di leadership forti il mondo, nel corso della storia, ne ha conosciute tante. Anche molto dannose. Non dimentichiamocelo.
Ora, se persino la compassata Bbc fa ironia su Berlusconi vuol dire che le cose stanno cambiando veramente. Oppure in realtà non si tratta di ironia e le cose non cambiano, peggiorano e basta.
Ieri pomeriggio sulla home page del sito britannico è apparso il titolo che vedete sopra. La domanda che gli inglesi (si) pongono è: riuscirà il premier italiano a non offendere nessuno, durante la sua visita negli Stati Uniti?
La migliore rassicurazione la dà Beppe Severgnini, adducendo una ragione linguistica: Berlusconi non parla l’inglese, Obama non parla l’italiano, l’incontro dura solo un’ora.
Seguono, nell’articolo, alcuni esempi eclatanti della verve istituzionale del prode condottiero italico, delle sue quisquilie familiari e della sua singolare magnanimità con gli amici. Insomma, si concretizza il ritratto più veritiero del genio di Arcore, quello di un personaggio cinematografico alla Vanzina.
Se l’opposizione conoscesse almeno l’inglese scolastico e avesse letto l’articolo in questione (e non il bignamino fornito da Repubblica) avrebbe subito assoldato Christian De Sica come segretario del Pd e messo dentro, all’istante, una decina di punti di gradimento.
Torno, dopo tre giorni, da Ustica dove ho impiantato una singolarissima versione estiva del mio ufficio.
Mi riconnetto con le news.
Berlusconi usa ancora l’aggettivo “abbronzato” con Obama.
Lo stesso Berlusconi accusa la sinistra di aver approntato un piano eversivo che parte dall’avvocato Mills e arriva fino all’implume Noemi (ma non era tutta farina del suo sacco?).
Il Papa comunica all’Onu che fame e povertà sono inaccettabili (quando ci vuole ci vuole, eh!).
Il primo ministro israeliano Netanyahu dice che la Palestina può essere Stato, ma senza l’esercito di uno Stato (così, per sicurezza).
Amanda Knox ha un’incertezza, nel processo per l’omicidio di Meredith Kercher, su una telefonata fatta a sua madre, ma si dice certa di aver fatto ginnastica in questura dopo la morte della sua amica (sì, proprio così).
Io non fumo da tre giorni e rischio di scrivere su Berlusconi che fa ginnastica in una questura di Tel Aviv, su Netanyahu che disquisisce di Mills, su Amanda che testimonia sull’abbronzatura del suo presidente, e sul Papa che ha un’incertezza a proposito di una telefonata a Noemi.