Alla ricerca dell’insoddisfazione perenne

12241271_964571823601554_2773164450726213996_nUno dei principali argomenti sguainati dai benaltristi che criticano la mobilitazione del mondo dinanzi agli attentati di Parigi è: dato che non vi indignate per i morti di altre parti del pianeta, questo fiorire di tricolore francese nelle piazze, nei monumenti, sui social è solo il frutto di una grande ipocrisia. Continua a leggere Alla ricerca dell’insoddisfazione perenne

Altro che stronzi

Mi è capitato di tornare in Normandia per la terza volta in meno di un anno. Mi è capitato di apprezzare ancora una volta la magia dei luoghi e l’incanto di un’armonia di popolo che dalle mie parti non esiste. Mi è capitato anche di non muovermi solo come turista, poiché ho avuto a che fare, per qualche giorno, con un ospedale e con l’assistenza medica francese. E lì ho capito che la distanza tra la Normandia e la mia terra non si misura in chilometri, ma in anni luce.
A parte la pulizia delle corsie, la competenza del personale paramedico, il rigore professionale dei medici, mi ha colpito la precisione del rapporto col paziente: il malato va trattato con il massimo rispetto, dal cibo al sorriso dell’infermiere, dalla minuziosa serie di informazioni che riguardano la cura all’attenzione dell’impiegata che si occupa delle questioni amministrative. Nulla è mai affidato al caso, nulla sfugge al rigorosissimo controllo di qualità. Fuori dall’ospedale c’è persino una grande vasca per il riciclaggio dell’acqua piovana e tutto intorno aiuole e un parcheggio che sembra quello di un grande albergo.
È proprio vero, il sistema sanitario di un Paese è uno degli indicatori di civiltà. Non l’unico, naturalmente. Un altro è il rispetto dei luoghi pubblici: in Normandia ho visto un barbone far cadere una cicca di sigaretta sul marciapiede, pestarla e poi raccoglierla per gettarla nel cestino dei rifiuti.
Come ha scritto il mio amico Ciccio su Twitter: i francesi non sono stronzi, sono superiori.

Marea

A Saint Malo, in Bretagna, sono stato in una spiaggia che scompare e riappare ogni giorno.

Forse non torno più / 2

Falesie di Etretat, Normandia, Francia

Forse non torno più

Honfleur, Normandia, Francia.

Ricaricare le pile

Tempo permettendo, me ne vado qualche giorno sulle nevi francesi. In un posto dove, da decenni, ricarico le pile del cervello e faccio girare un po’ il vecchio motore delle gambe. Sistemando cartelle di files e preparando il computer portatile ho trovato alcune antiche foto di indimenticabili sciate. Mi è venuta una certa nostalgia, lo confesso. E non per il tempo che è passato, ma per quello che facevo, che facevamo, da ragazzi sugli sci.
Non sto qui a tediarvi, però ci buttavamo in certi canaloni…

 

… per non parlare dei salti, delle piroette, della velocità (ho ancora un nervo della mano lesionato per un incidente del 1987).
Adesso le cose sono un po’ cambiate. La velocità è diminuita, la prudenza è aumentata. Il futuro ormai appartiene a quella scheggia di mia moglie, che ha imparato a sciare ieri e già mi dà del filo da torcere (le manca solo il livello agonistico).
Insomma tutta questa tiritera per dirvi che vado in un posto bellissimo, che ispira pensieri bellissimi. Serenità a tutti.

P.S.
Comunque in questi giorni ci sentiremo, magari con temi più leggeri, quindi rimaniamo in contatto.

 

Cittadini ignavi

Ero a Parigi mentre Palermo, la mia città, si liberava di Diego Cammarata. E la circostanza è stata cruciale per capire la differenza tra una città orgogliosa e una città dimessa. Ovvero tra cittadini attivi e cittadini ignavi.
Parigi è meravigliosa quanto, con le dovute proporzioni, lo è Palermo. Ma è la percezione del bello che cambia da un luogo all’altro. Nella capitale francese tutto quello che funziona si vede, è messo in risalto. A Palermo ci si accorge del prestigio di un museo quando qualcuno decide di chiuderlo.
I parchi, i monumenti, persino i ristoranti, sono parte integrante del tessuto connettivo della comunità a Parigi come in altre città. Tranne che a Palermo, dove non c’è un parco che venga sfruttato come tale, sui monumenti si scrive con la vernice spray e i ristoranti hanno ancora una vocazione prettamente turistica (che vuol dire puntare il più delle volte al deretano del cliente).
La colpa è dei cittadini ignavi che non apprezzano ciò che hanno a portata di mano, perché non sanno, non conoscono, non si incuriosiscono. Una città povera di idee diventa automaticamente più brutta. E le idee sono materia che ha a che fare con gli uomini, mica con i panorami.
E’ troppo facile prendersela con un sindaco, per quanto inadeguato egli sia, come se toccasse a lui tenere pulita la città o organizzare materialmente eventi culturali. E’ molto più impegnativo, ma altrettanto gratificante, scegliere amministratori non ignoranti, seguire ogni tanto gli artisti di casa nostra, esercitare il diritto di critica a volto scoperto.
A Parigi, nel pomeriggio, i ragazzi del conservatorio suonano nella metropolitana per raggranellare qualche soldo. Da noi, se anche volessero e si inventassero una metropolitana, non troverebbero spazio tra mercatini improvvisati e bancarelle di abusivi.
Insomma Parigi val bene una messa, Palermo probabilmente no.

Cielo, che cielo!

E dite che, a vacanze terminate, questo cielo non debba ispirare una certa nostalgia?

Nous en Provence

La Provenza è talmente bella che non basta scattare una foto per portarsela nel cuore. Viene spontaneo fotografare anche chi la fotografa.

Furbi da esportazione

Cena in una splendida casa francese, al confine con la Svizzera. I camerieri e il cuoco reclutati per l’occasione chiedono di essere pagati in contanti, cioè in nero, in cambio di un  considerevole sconto. Lo stupore dei padroni di casa si dissolve non appena si ricorda loro che la ditta del catering è italiana.