Nelle polemiche sul televoto di Sanremo e sull’utilità degli esercizi di democrazia diretta c’è da irrompere con una domanda scema: chi l’ha detto che sulle scelte prese a maggioranza non si deve sindacare?
Quando svaniranno i fumi dell’oppio politico che ammorbano questo Paese, che annebbiano lo sguardo davanti ai guasti del “gusto corrente”, che confondono la quantità con la qualità, forse si potranno ricominciare a valorizzare le nicchie, i penultimi, i cantori rauchi.
E finalmente si potrà affermare che l’arte non c’entra nulla con la sovranità popolare. Le penne, i pennelli, gli archi, le ugole, gli scalpelli torneranno a fare il loro mestiere: stupire, sgretolare il muro delle consuetudini, raccogliere i fischi di un pubblico libero.
Allora tornerà la domanda scema: chi l’aveva detto che sulle scelte prese a maggioranza non si deve sindacare?
Risposta: nessuno che sia ancora al suo posto.
Sarà un bel giorno.
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Feltri, provocatore oppure omologato?
Vi pongo una domanda: credete davvero che Vittorio Feltri sia un provocatore, un giornalista senza padrone, una scheggia impazzita nel panorama editoriale italiano?
Oppure ritenete che non faccia altro che assecondare i gusti, le aspettative e persino le pulsioni dell’elettore medio, e per questo motivo rappresenta il più omologato tra gli omologati direttori di testata italiani?
Lo capisco, alla fine le domande sono due. Però riconducibili a un unico dubbio: Feltri c’è o ci fa?
Domandare è illecito
Berlusconi si rivolge alla magistratura per le famose dieci domande di Repubblica. Giudici e giornalisti, nella sua personalissima maniera di amministrare il potere, sono nemici di uguale calibro. Eppure stavolta il papi-premier sceglie di ricorrere agli uni per stangare gli altri. O forse vi è costretto per chiudere un capitolo fastidioso della sua vita spensierata e simpatica. Insomma quando domandare diventa illecito, rispondere sarebbe scortesia.
E lui alle buone maniere ci tiene.
Rispondere è cortesia
Il premier Berlusconi riesce ad aggirare persino le stringenti domande del signorino Signorini, direttore dell’organo ufficiale del governo italiano.
Dove trascorrerà la sua vacanza fino alla fine di agosto?
Quest’anno di giorni ne ho davvero troppo pochi. Le ho detto che lavoro più degli altri. Ma sono ricompensato nel vedere che gli italiani apprezzano il mio impegno e mi manifestano gratitudine. Ovunque io mi trovi la gente mi si fa d’intorno, mi incoraggia e mi festeggia, confermandomi così quel 68,4 per cento di stima e di apprezzamento che è rilevato dai sondaggi…
Grazie a Raffaella Catalano.
Se il ministro ha tempo
Domande (di moda)
Grazie a “la Repubblica” le domande sono tornate di moda. Ed è un segno di decadenza morale che si debba inquadrare come trend qualcosa che dovrebbe essere naturale.
Chiedere è umano, non farlo è umanamente preoccupante.
Comunque, ecco le mie domande. Fatene quel che volete.
- Com’è possibile che un dittatore venga in Italia a dare lezioni di storia e di democrazia?
- Su quali basi una facoltà universitaria ha proposto per quel dittatore una laurea honoris causa in giurisprudenza?
- Perché a Niccolò Ghedini devo pagare lo stipendio di parlamentare quando ha già quello che gli versa il presidente del Consiglio (che a sua volta è pagato da me)?
- Perché il logo per promuovere l’Italia nel mondo non è scritto in italiano?
- Quale mente insana può ritenere che una legge che imbavaglia i giornali sia fatta nel nome del popolo?
- Quali sono, se ci sono, le ragioni intelligibili del senatore Enzo Galioto sulle ruberie dell’Amia di Palermo?
- Come si fa a spiegare a un amministratore pubblico/esponente politico che quando un privato cittadino gli rivolge una domanda, lui è tenuto a rispondere per il semplice fatto che chi gli sta parlando è il suo datore di lavoro?
Domande qualunque
Massimo Gramellini su La Stampa. Da leggere.
Il Giornale incontentabile
Il Giornale è una miniera di informazioni divertenti. Ne consiglio a tutti la lettura. Oggi, a parte fare 10 domande a Franceschini e riscuotere 10 risposte sensate (alle quali però seguono altre controrisposte della direzione perché non sia mai detto che le tesi della sinistra possano prevalere), dà lezioni di giornalismo al Financial Times.
Noemi al tavolo d’onore
E così Noemi e la mamma erano anche alla festa del Milan nel Natale scorso. Ovviamente al tavolo con Confalonieri. Alle dieci domande di Repubblica io ne aggiungerei un’undicesima: qual è il nomignolo con cui la ragazza chiama il fido Fedele? Popi? Fuffi? Confi? Zio?
Le risposte di Berlusconi
di Roberto Torta
1) Quando e come Berlusconi ha conosciuto il padre di Noemi Letizia, Elio?
Avevamo lo stesso parrucchiere.
2) Nel corso di questa amicizia, che il premier dice «lunga», quante volte si sono incontrati e dove e in quale occasioni?
Dall’estetista. Dal podologo. Al solarium. Anni e anni di centri estetici.
3) Ogni amicizia ha una sua ragione, che matura soprattutto nel tempo e in questo caso – come ammette anche Berlusconi – il tempo non è mancato. Come il capo del governo descriverebbe le ragioni della sua amicizia con Elio Letizia?
Una gioia.
4) Naturalmente il presidente del Consiglio discute le candidature del suo partito con chi vuole e quando vuole. Ma è stato lo stesso Berlusconi a dire che non si è occupato direttamente della selezione dei candidati: perché farlo allora con Letizia, peraltro non iscritto né militante né dirigente del suo partito né cittadino particolarmente influente nella società meridionale?
Perché aveva uno sguardo pulito. E ottimi capelli.
5)Quando Berlusconi ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia?
Nel 2000, a Eurodisney.
6) Quante volte Berlusconi ha avuto modo di incontrare Noemi e dove?
Una volta sulle montagne russe. Un’altra volta mentre giocavamo a mosca cieca. E poi nascondino, strega comanda colore…
7) Berlusconi si occupa dell’istruzione, della vita e del futuro di Noemi. Sostiene finanziariamente la sua famiglia?
A Noemi compro la pizzetta durante la ricreazione.
8) E’ vero, come sostiene Noemi, che Berlusconi ha promesso o le ha lasciato credere di poter favorire la sua carriera nello spettacolo o, in alternativa, l’accesso alla scena politica e questo «uso strumentale del corpo femminile», per il premier, non «impoverisce la qualità democratica di un paese» come gli rimproverano personalità e istituzioni culturali vicine al suo partito?
Volevo che diventasse opioninista da Santoro.
9) Veronica Lario ha detto che il marito «frequenta minorenni». Al di là di Noemi, ci sono altre minorenni che il premier incontra o «alleva», per usare senza ironia un’espressione della ragazza di Napoli?
Sì, ma solo il sabato. Ai giardinetti.
10) Veronica Lario ha detto: «Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. E’ stato tutto inutile». Geriatri (come il professor Gianfranco Salvioli, dell’Università di Modena) ritengono che i comportamenti ossessivi nei confronti del sesso, censurati da Veronica Lario, potrebbero essere l’esito di «una degenerazione psicopatologica di tratti narcisistici della personalità». Quali sono le condizioni di salute del presidente del Consiglio?
Sprizzo di letizia.