Silvio Berlusconi, che smentisce, chiedeva a Gianpaolo Tarantini, che smentisce, di procurargli donne con le quali intrattenersi sessualmente in cambio di soldi e parlava di politica internazionale e di “culone inchiavabili” con il noto politologo Valter Lavitola, che smentisce, il quale dall’estero preoccupato per le proprie sorti giudiziarie riscuoteva dal premier un invito a non tornare in Italia e non mancava di fare la cresta sui soldi che erano destinati a Tarantini e a sua moglie Angela Devenuto, che smentisce, la quale poveretta piangeva miseria a causa dei ventimila euro al mese elargiti da Berlusconi ma in realtà estorti da lei e dal marito che però
era forte della rassicurazione arrivata dallo stesso premier a Lavitola in quanto lui li avrebbe scagionati smentendo tutto.
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Il presidente zio (o verme?)
Binario
di Daniela Groppuso
“… lo sanno che il verme marcio è proprio lui (Berlusconi, ndr)”.
Angela Nicla Devenuto a Valter Lavitola, in un’intercettazione telefonica
“… (Berlusconi, ndr) aveva preso a cuore i nostri problemi, ci trattava come se fosse un padre, uno zio. Si sentiva un po’ il nonno delle nostre figlie”.
Angela Nicla Devenuto ai pm.
Un paese di merda (per sua stessa ammissione)
Vado via da questo paese di merda.
Silvio Berlusconi al telefono con Valter Lavitola,
editore e direttore de L’Avanti! (inseguito da un’ordinanza
di custodia cautelare con l’accusa di estorsione al premier).
Allora qualcosa di umanamente fallace c’è in un personaggio che si reputa infallibile, incontestabile, onnipotente, un gradino sotto Dio. Sì, lo sfogo captato dalle intercettazioni ordinate dai magistrati ci consegna finalmente un leader più debole, biologicamente sincero, cioè scazzato e demoralizzato come qualunque altro essere umano soggetto alle leggi dell’uomo e della natura.
Tenendo alta la speranza che tramonti presto l’era dell’impunità, ancor prima di quella del berlusconismo, può essere incoraggiante sottolineare che lo sfogo del premier costituisce una svolta epocale.
Il paese che lui doveva salvare, lucidare, rendere più ricco e addirittura salubre (ricordate quando promise di debellare il cancro?) è in fondo, per usare parole sue, un paese di merda. E la fallacità ritrovata sta nel tacere e nel tacersi l’influenza nefasta del passaggio che questo stesso Paese ha subito nell’intestino del centrodestra. Diciotto anni di questa peristalsi politico-amministrativa hanno annullato ogni ragione oggettiva, ogni interesse pubblico e hanno fatto del tornaconto di pochissimi l’obiettivo di ogni azione.
Negli ultimi due decenni l’Italia è cambiata nei costumi, nei gusti, nella sensibilità. Si è resa impermeabile alla vergogna. Ha chiuso i confini nazionali del senso dello Stato. Ci ha fatto sentire sì unici e diversi, ma peggiori.
L’elenco delle fandonie che Berlusconi ha sciorinato, sin dal primo giorno della sua discesa in campo, ha portato la maggioranza degli italiani a dar credito a una politica del piffero: anzi del pifferaio. E oggi tutti quelli che lo hanno votato, difeso, sostenuto anche quando non c’era una sola ragione logica per farlo, a parte le illuminazioni della fede (e siamo al gradino sotto Dio), dovrebbero ammettere di aver consegnato a questo signore un Paese, e di averne ricavato – per sua stessa ammissione – un paese di merda.
Pioggia, cocaina, siti web
Su I love Sicilia di questo mese.
Millimetri di pioggia caduti in quattro ore nel Messinese, il primo ottobre scorso: 230
Millimetri di pioggia caduti mediamente nel Messinese, in un anno: 893
Nell’Ennese: 695
Nel Trapanese: 452
Millimetri di pioggia caduti su Firenze, nell’alluvione del 1966, in 24 ore: 190
Euro previsti dal piano della Protezione civile per interventi nella zona di Giampilieri, dopo l’alluvione del 2007: 11.000.000
Effettivamente arrivati: 945.000
Euro chiesti dal Comune di Scaletta Zanclea, dopo l’alluvione del 2007: 20.000.000
Effettivamente arrivati: 500.000
Comuni a rischio idrogeologico della provincia di Messina: 91
Euro spesi dalla Regione Friuli per il software che consente al T9 dei telefonini di scrivere sms in friulano: 35.000
Euro spesi da Giampaolo Tarantini nell’estate 2008 in cocaina: 35.000
Euro pagati a Patrizia D’Addario per un’intervista alla tv turca Haberturk: 35.000
Euro spesi mensilmente da Michael Jackson per i farmaci: 35.000
Euro sborsati all’asta da un fan di Michael Jackson per aggiudicarsi un suo guanto: 35.000
Posto del Corriere.it nella classifica italiana dei siti più cliccati: 17
Di Youporn: 14
Di Facebook: 2
Di Google:1
Per un pelo
Certo possiamo spaccare il capello in quattro e trastullarci coi distinguo finto-intellettuali del “parliamo di politica concreta” oppure del “meglio non abbassarsi al suo livello”, o ancora peggio del “non mi interessa come tromba, ma come governa”.
Però quando si scopre che un acclarato spacciatore di femmine a pagamento del premier Berlusconi è anche un discreto collettore di cocaina e altre droghe, che ha scialacquato in una sola estate lo stipendio della vita di un metalmeccanico, che ha drogato fanciulle per non meglio precisati motivi (spostandosi di pochi meridiani quei motivi sarebbero invece chiarissimi) quel capello viene voglia di strapparselo.
Solo che ognuno ha la testa e la capigliatura che si merita: purtroppo in giro ci sono più capigliature che teste.
Procura calda
di L’Avvelenata
Oggi si è insediato il nuovo capo della Procura di Bari.
Una sede “calda”. Quella dove Tarantini e le escort berlusconiane sono al centro della nota inchiesta.
L’avvicendamento al vertice sarà di certo un fatto normale e magari stabilito da chissà quanto tempo.
Però non nego che mi piacerebbe avere conferma che sia così.
Una visita fiscale, no?
Piccolo giochino suggeritomi dalla lettura di un post di Alessandro Gilioli (che però non dovete leggere prima di aver dato la soluzione).
Pronti? Via.
Questo è uno stralcio dell’articolo del Corriere della Sera di oggi, coi verbali di Giampaolo Tarantini.
E questo è un articolo del Messaggero sull’attività del premier Silvio Berlusconi, datato 18 dicembre 2008.
Cosa ne deducete?