La coerenza della Santanchè

Daniela Santanchè, oggi a Skytg24

Se io avessi soltanto un sospetto che Silvio Berlusconi avesse dei comportamenti non consoni agli uomini, sarei la prima a fare una battaglia senza se e senza ma; invece io ho una certezza di come Berlusconi tratta le donne, sono dalla sua parte.

Daniela Santanchè, 26 marzo 2008

Vorrei fare un appello a tutte le donne italiane. Non date il voto a Silvio Berlusconi, perché Silvio Berlusconi ci vede solo orizzontali, non ci vede mai verticali. Lui non ha rispetto per le donne, lo dimostra la sua vita giorno dopo giorno.  Berlusconi ha sempre utilizzato le donne come il predellino della sua Mercedes: un punto d’appoggio per sembrare più alto dei veri nanetti di cui si circonda.

 

Grazie a Massimo Murianni.

La nipote di Pinocchio

In questo breve elenco di bugie dette da Ruby o a lei attribuite nel processo in corso a Milano ce n’è una che ho aggiunto arbitrariamente. Scoprite qual è.

Non gradiva le serate a casa di Berlusconi.
E’ nipote di Mubarak.
Sua madre è una cantante egiziana.
Suo padre è  un diplomatico brasiliano.
Suo padre è un manager della Yamamay.
Non era una prostituta.
Era fidanzata con Marco Borriello.
Era fidanzata con Cristiano Ronaldo.
Brad Pitt voleva adottarla.
Non era ricca, ora lo è.

Vista lunga, gonna corta

Con quel che sta venendo fuori nel processo a Silvio Berlusconi per il Rubygate si alimenta una domanda che, giorno dopo giorno, diventa sempre più ingombrante. Perché a Barbara Faggioli non è stato dato uno scranno in Parlamento? Ovvero, perché quest’odiosa discriminazione tra intellettuali dalla vista lunga e dalla gonna corta?
Forse è bene rassegnarsi e non aver fretta di trovare la risposta: davanti a certe ingiustizie la cronaca non può nulla, meglio attendere la Storia.
Possibilmente sorseggiando un daiquiri.

Party e parti (lese)

Ci pensavo ieri mentre correvo (penso sempre quando corro, infatti mia moglie dice che dovrei correre ancora di più): questa storia delle ragazze di Arcore considerate dai giudici come “parti lese” è abbastanza ridicola.
Tralasciando le argomentazioni più trite – dalla partecipazione volontaria alle feste, alla remunerazione  – mi è venuto in mente un collegamento ideale con l’ormai celebre passaggio parlamentare in cui si sanciva che Ruby era la nipote di Mubarak.
Due cazzate simili e opposte non si annullano a vicenda, ma possono fornire nuovi orizzonti.
Se è possibile che un’aula di deputati imponga alla nazione una ricostruzione cialtronesca, è legittimo che un’aula di giustizia suggerisca alla stessa nazione una ricostruzione grottesca. Tutto logico, idealmente conseguenziale.
Basta sterilizzare tutto con una risata.

L’uomo dei miracoli

Ieri vedevo in tv il deputato del Pdl Maurizio Paniz argomentare sul suo dissenso, prima ostentato poi attutito, nei confronti del suo signore e padrone Silvio Berlusconi.
Lo guardavo e sorridevo perché pensavo a come si deve sentire uno che ha convinto la Camera dei deputati, mica l’assemblea del condominio, a trasformare una panzana stratosferica in una verità di Stato.
Paniz – lo ricorderete – spiegò all’aula che Berlusconi, con la famosa telefonata notturna alla questura di Milano, voleva tutelare Ruby non in quanto sua amante, ma in quanto nipote di Mubarak. Quest’onorevole è quindi una specie di mago moderno, un pifferaio magico. Parla e fa miracoli.
Se riusciamo a convincerlo che la pianura padana è una montagna lui sarà in grado di garantire i fondi per costruire una mega-galleria per unire Milano a Mantova. Magari grazie all’appoggio del ministro Gelmini.

Il nano e le ballerine

A leggere le intercettazioni delle telefonate di Berlusconi uno si fa un’idea precisa di come non deve comportarsi un premier. Non me ne frega niente delle questioni procedurali e degli errori che hanno portato alla pubblicazione di quelle telefonate. Per quanto mi riguarda è un bene che le conversazioni private tra Berlusconi e la Polanco o la Minetti siano di dominio pubblico. A un presidente del Consiglio, infatti, non si può perdonare l’incoscienza poiché la sua sobrietà e la sua serenità di pensiero hanno immediato riverbero sulle sorti di un intero Paese.
E’ giusto quindi che si sappia che il piccolo duce di Arcore investe gran parte del suo tempo con ragazzotte senza né arte né parte, che parlano come coatte, fanno lo slalom tra i guai giudiziari, lo prendono per il culo chiamandolo tutte “amore”, e inevitabilmente puntano al suo portafogli. Un premier settantenne non può consentirsi una simile ubriacatura di giovanilismo. E’ la sua credibilità ad essere minata, senza tenere conto delle investiture sul campo che tanto scandalo hanno provocato nel mondo.
Se il nostro capo dell’esecutivo fosse una persona qualunque (magari un amico) i nostri genitori, fratelli, parenti in genere ci diffiderebbero dal frequentarlo. C’è una verità incontrovertibile che va oltre i processi, le sedute parlamentari, le trame politiche e le strategie massmediatiche:  per linguaggio, indole, etica e frequentazioni Silvio Berlusconi è un tipo impresentabile.

Bonifici bancari

Caso Ruby, Berlusconi conta di raggiungere quota 330 deputati entro martedì.
Il tempo tecnico per effettuare i bonifici.

Il passato di Ruby

Voglio tornare a essere la vecchia Ruby, poter andare a mangiare una pizza, uscire con le mie amiche, andare al cinema e condurre una vita normale.

La frase è stata pronunciata da quella Ruby lì, in una conferenza stampa indetta dal viennese Richard Lugner che l’ha invitata in Austria al Ballo delle debuttanti. Il luogo comune del si stava meglio quando si stava peggio, del com’era verde la mia valle, del fermate il mondo voglio scendere, funziona quando c’è un principio di genuinità a governare un ragionamento.
Nel caso di Ruby Rubacuori, una che ha costruito tutta la sua esistenza sull’occasione e sulla reiterazione del reato, le cose possono essere lette in altro modo. La volontà di riavere una vita normale potrebbe essere frutto della paura: quando gli eventi si mettono male, pure un senzatetto rimpiange il suo posto all’addiaccio.
Il volersi riciclare come persona ordinaria (“spero che la gente mi giudichi per quello che sono veramente”, dice in un altro passaggio della conferenza stampa) comporta il rischio che la gente la prenda sul serio e che cominci a snocciolare quel che sa veramente su questa ragazza: i suoi precedenti penali, il suo mestiere, le sue contraddizioni, il suo talento inesistente.
Invocare la ggente è sempre un’arma a doppio taglio quando non si ha un passato blindato.

P.S.
Ieri sera Lele Mora ha annunciato le nozze di Ruby per il 17 marzo. Sarà lui stesso ad accompagnarla all’altare. Aspetto di saperne di più sul prete.

I numeri del Tg1

I numeri sono molto utili per raccontare la realtà. Quella del Tg1 ad esempio.

Durata in minuti del servizio sulle proteste del popolo viola ad Arcore: 0,43

Del servizio sull’altolà di Napolitano al decreto su federalismo: 1,15

Del servizio sul probabile omicidio delle sorelline Alessia e Livia: 1,21

Del servizio sulla richiesta di giudizio immediato per Silvio Berlusconi: 1,27

Dell’intervento in studio di Giuliano Ferrara contro il gruppo l’Espresso e a favore di Berlusconi: 5,45

Il berretto rosso

Ieri sera, ad Annozero, mi ha colpito un’immagine. Era nella copertina dedicata agli scontri tra polizia e manifestanti ad Arcore. C’era un anziano alla testa del corteo, con un berretto rosso e le mani alzate. Si muoveva tra gli agenti, che – mi dispiace scriverlo – sembravano ringhiare come cani rabbiosi al guinzaglio di un padrone aizzante, e le persone che protestavano.
Sempre con le mani alzate, si è preso certe mazzate da brivido. A un certo punto l’ho perso di vista, le immagini erano confuse con gli obiettivi che sciabolavano tra manganelli e visi stravolti. Ma lui invece era sempre lì, con le mani alzate e coi manganelli addosso. Solo che non aveva più il berretto rosso.
Io quell’uomo lo abbraccio virtualmente, adesso.