Convergenze di pensiero

Sul femminicidio le donne facciano sana autocritica. Quante volte provocate gli istinti e andate a cercare guai?

Don Piero Corsi, parroco di San Terenzio di Lerici

 Le donne sono esibizioniste per loro natura.

Silvio Berlusconi

La coerenza della Santanchè

Daniela Santanchè, oggi a Skytg24

Se io avessi soltanto un sospetto che Silvio Berlusconi avesse dei comportamenti non consoni agli uomini, sarei la prima a fare una battaglia senza se e senza ma; invece io ho una certezza di come Berlusconi tratta le donne, sono dalla sua parte.

Daniela Santanchè, 26 marzo 2008

Vorrei fare un appello a tutte le donne italiane. Non date il voto a Silvio Berlusconi, perché Silvio Berlusconi ci vede solo orizzontali, non ci vede mai verticali. Lui non ha rispetto per le donne, lo dimostra la sua vita giorno dopo giorno.  Berlusconi ha sempre utilizzato le donne come il predellino della sua Mercedes: un punto d’appoggio per sembrare più alto dei veri nanetti di cui si circonda.

 

Grazie a Massimo Murianni.

Le donne del Pdl

Per un giorno soltanto sarebbe bello cedere taccuini, tastiere, telecamere e microfoni alle elettrici di Silvio Berlusconi. Per sentire quello che hanno da dire sul loro leader senza chiedere loro niente. E sarebbe istruttivo – quasi scientificamente interessante – capire come si pongono nei confronti di una formazione politica che, scherzando e alludendo, potrebbe un giorno chiamarsi “forza gnocca”. Inoltre avrebbe grande importanza conoscere cosa ne pensano le signore perbene, laureate, colte che sono la base dell’elettorato del Pdl del linguaggio di un premier sboccato e irrimediabilmente fuori registro.
Sarebbe bello lasciarle sfogare, senza commenti aggiunti, senza facili ironie. Per capire se questo Paese ha ancora la possibilità di cambiare rotta e di veleggiare verso un futuro qualsiasi, anche così così, che non sia però occupato militarmente da truppe di corruttori, maniaci sessuali, vecchi bavosi e faccendieri truffaldini.

La Minetti intervistata da lei medesima

Prendetevi un appunto per quando avrete un’oretta libera, magari insieme agli amici. Andate sul sito di Nicole Minetti e concedetevi una evasione dalla ragione. Troverete: un’esilarante intervista a lei, fatta presumibilmente da lei medesima, in cui a un certo punto è l’intervistata che rivolge domande all’intervistatore; un’emozionante galleria MULTIMEDIATICA; un sorprendente elenco di “attività svolte” tra cui spicca un epico “pensiero sulla giornata internazionale contro la violenza delle donne”.
Da non perdere.

 

A bocca chiusa

Berlusconi operato alla mandibola. Almeno per la festa delle donne sarà costretto a tenere la bocca chiusa.

Le donne sono diverse

Perchè urlare che “le donne sono diverse” se abbiamo lottato per la parità dei sessi?

L’interrogativo se lo pone Nicole Minetti nella sua nuova rubrica su Affaritaliani. E la domanda – diciamolo – è interessante solo per il soggetto che la pone.
La Minetti è, suo malgrado, un simbolo di quest’Italia femminara e post-femminista. Rappresenta la carriera flash sviluppata attraverso le tappe più improbabili: commessa da Zara, diploma da igienista dentale, incontro con Berlusconi, coloradina in tv, consigliera regionale lombarda.
E’ insomma la dimostrazione scientifica che le donne sono diverse. Molto diverse tra loro.
Ieri nelle piazze d’Italia c’erano milioni di femmine diverse da lei e da quelle come lei. C’erano impiegate, casalinghe, artiste, professioniste che in vita loro non hanno frequentato le scorciatoie della Minetti.
Perché se è vero che le raccomandazioni non sono state inventate da Silvio Berlusconi, è anche vero che il singolare culto della premialità di cui abbiamo testimonianza guardando l’organico politico del Pdl, è lo specchio dell’ossessione sessista (sessuale?) del premier.
Nicole Minetti non è Monica Lewinski, pur essendo giudiziariamente più compromessa di lei. E sapete perché? Perchè l’uomo che l’accomuna nello scandalo non è Bill Cinton, che pure è stato maschio debole e colto nella bugia. No, l’uomo che lega la Minetti alla cronaca buia di uno Stato incrinato è un politico che spera ancora di rafforzarsi grazie alle proprie menzogne, come il cattivo qualsiasi di un cartone animato.
E’ vero che le donne sono diverse. Ormai sappiamo che ce ne sono alcune che sono più diverse. E che per pochissime di loro la parità dei sessi è un solo grottesco sinonimo di accoppiamento.

La farsa

Gheddafi sbarca in Italia e viene acclamato come uno statista, lui che sconosce i diritti civili.
Anziché esibirsi davanti a un pubblico pagante, lo fa davanti a un pubblico pagato.
Per strada dà l’elemosina a un immigrato nordafricano travestendosi da turista di lusso.
Incontra Berlusconi dopo aver parlato delle donne del suo paese: il premier italiano ovviamente lo accoglie con l’acquolina in bocca.
Risate.
Sipario.

Naturalmente

C’è una giornalista spagnola diventata famosa in tutto il mondo per un bacio.
Il premier più assatanato del mondo poteva lasciarsela sfuggire? Ovviamente no: l’ha reclutata nelle sue tv.

Linda e il buco nero

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

di Verbena

L’ho vista ieri. Ho pure ridacchiato di nascosto, ma senza dolo. E’ che mi capita ancora di sognarla ogni tanto, ed era successo appena due sere prima.
Linda non è cambiata granché, è tale e quale ai tempi del liceo.
Ho colto solo due differenze evidenti: un trucco troppo scuro per la sua pelle diafana e una giacchetta di velluto troppo dandy per una personalità così nemica degli schemi.
Certo, c’era qualche increspatura sotto gli occhi, ma nulla di serio.
Non ci siamo salutate. Le nostre facce hanno fatto dietrofront, all’unisono.
Linda è la prova vivente di come le compagne di banco, le amiche del cuore degli anni dei brufoli e delle crisi esistenziali sulle pagine di Proust e di Camus, vadano a finire in un grosso buco nero da adulte.
Non è un cliché. Con gli altri compagni ci sentiamo spesso, ci vediamo pure. Ma loro non contano. Era lei il mio specchio, il mio rimando quotidiano. Lei era l’altra.
A Linda non piaceva il mio storico fidanzato, e neanche le altre mie amiche. Trovava tutti molto banali, molto provinciali. Non mi faceva molti complimenti. Mi dava consigli, questo sì.
Linda amava le donne, già da allora. Lo sapevamo entrambe, e lo davamo per scontato.
Non ce lo siamo mai dette, fatta eccezione per una cotta che si prese per una nostra compagna di classe. Eravamo in gita, oramai alla fine del liceo. Lei era eccitata, parlava come un ragazzo, glorificava seni e culi ed io scherzavo con lei, complice.
Qualche anno dopo è cambiato tutto.
Ho smesso di specchiarmi e per questo mi ha odiata. Io? Non ho fatto nulla, non ho evitato il danno.
Non avevo più bisogno di lei, né del suo specchio, e quando me ne resi conto ne fui orgogliosa.
Neanche questo ci siamo mai dette. Poi,dopo anni, sono stata io a cercarla, almeno una decina di volte.
Si è sempre fatta negare e quando l’ho beccata per strada ho pure avuto la faccia tosta di chiederle spiegazioni. E’ stata vigliacca, più di me. Ha negato, ha balbettato qualcosa di stupido, è arrossita.
Anche ieri è arrossita, ma io stavolta non ho infierito. Ho solo ridacchiato, di nascosto.