Sempre telefonate erano

E’ bastato guardare La7 stasera per avere conferma dell’insana attenzione che il Pdl militante ha nei confronti del ministro Cancellieri. Prima Renato Brunetta a Otto e mezzo e poi la Gelmini a Piazza pulita hanno svelato l’arcano che tanto arcano non era: ma sì, è chiaro che la telefonata dell’improvvido ministro per il caso Ligresti è esattamente sovrapponibile a quella di Berlusconi per il caso Ruby, hanno detto i due esponenti del centrodestra. Un ragionamento demolibile sotto vari aspetti (quello giuridico, quello di opportunità, quello politico, quello etico, quello legato alla mera plausibilità). Solo un ambito è rimasto inattaccabile, inscalfibile e indiscutibile: quello umoristico. Lo si è capito quando, al termine di un’escalation di scemenze su Mubarak, la misericordia e l’atto umanitario di un leader, l’inopinato ex ministro Gelmini ha pronunciato queste memorabili parole: “Ligresti o Ruby, in fondo sempre telefonate erano”. Purtroppo nessuno ha riso.

 

Le elementari sono piene

 

L’uomo dei miracoli

Ieri vedevo in tv il deputato del Pdl Maurizio Paniz argomentare sul suo dissenso, prima ostentato poi attutito, nei confronti del suo signore e padrone Silvio Berlusconi.
Lo guardavo e sorridevo perché pensavo a come si deve sentire uno che ha convinto la Camera dei deputati, mica l’assemblea del condominio, a trasformare una panzana stratosferica in una verità di Stato.
Paniz – lo ricorderete – spiegò all’aula che Berlusconi, con la famosa telefonata notturna alla questura di Milano, voleva tutelare Ruby non in quanto sua amante, ma in quanto nipote di Mubarak. Quest’onorevole è quindi una specie di mago moderno, un pifferaio magico. Parla e fa miracoli.
Se riusciamo a convincerlo che la pianura padana è una montagna lui sarà in grado di garantire i fondi per costruire una mega-galleria per unire Milano a Mantova. Magari grazie all’appoggio del ministro Gelmini.

Il miracolo di Zennaro

Il portavoce del ministro Mariastella Gelmini, Massimo Zennaro, si dimette e assume l’incarico di veicolare Barbara Berlusconi nel mondo della cultura. Ora, se il binomio Berlusconi-cultura non fosse un ossimoro ci sarebbe da chiedersi il motivo di questa scelta da parte della figlia del premier: un consulente consacrato alla perenne memoria collettiva per una stupidaggine colossale (il famoso comunicato sul tunnel tra il Cern e il Gran Sasso) non è facile da mettere dentro senza suscitare perplessità.
Invece, a ben pensarci, è tutto a posto.
Per motivi professionali –  il cda del Milan – e personali – il rapporto sentimentale col suo dipendente Pato –  la Berluschina ha necessità di apprendere il linguaggio dei calciatori. Che, come è noto, è difficilissimo da imparare se non si ragiona con polpacci e basso ventre. Zennaro è l’uomo giusto al posto giusto: uno che si inventa la galleria più lunga del mondo senza fare abuso di stupefacenti è una specie di Giulio Verne dei giorni nostri. Viaggio al centro della terra: tutto in doppia corsia finanziata dal ministero dell’istruzione, università e ricerca.