La mazzata di Giorgio Napolitano al Movimento 5 Stelle è senza precedenti. Ed è sbagliata nella forma e nella sostanza. Mai prima di oggi, il presidente della Repubblica aveva caricato a testa bassa un partito politico con regolare rappresentanza in Parlamento, neanche quando si trattava di bande di lestofanti acclarati.
Il fatto che il presidente della Repubblica accusi pubblicamente un partito di fregarsene dei problemi del Paese equivale a stangare la classe politica più giovane (e anche inesperta) e condizionare l’elettorato come mai era accaduto prima. Significa inoltre uscire da un ruolo istituzionalmente equidistante ed entrare in un ambito che non compete al Capo dello Stato.
Le posizioni del M5S possono essere più o meno condivisibili, questo attiene al dibattito politico e a noi elettori. E’ certo che a fare una classifica di politici che se ne fregano dei problemi del Paese ci sarebbe ben altro da elencare. Eppure Napolitano sino ad adesso è stato equilibrato, e anche un po’ equilibrista, quando c’era da ululare per la vergogna di politici ladri, puttanieri, delinquenti, voltagabbana. I suoi richiami sono stati apprezzati, spesso, per il garbo e per la serena fermezza che oggi, ironia della sorte, sanno tanto di pavidità.
Non mi piace un Presidente che fa il politicante, forte coi deboli, arrogante, conservatore. Non mi piace proprio.