Dice la Cancellieri che contro di lei c’è un attacco politico. Cioè pretestuoso. Perché secondo lei è pretestuoso ritenere sospetto un interessamento diretto del ministro di Grazia e Giustizia per una- detenuta-una, figlia potente di un imprenditore potente amico e foraggiatore di potenti.
Quando Berlusconi tentò di far passare per atti umanitari certi suoi favori e certi suoi interessamenti nei confronti di giovincelle scollacciate, tutti a sinistra gli risero dietro, salvo poi trincerarsi nella debolezza di non riuscire a scalfire il suo potere trasversale. Oggi che una Cancellieri viene scoperta con le mani nella marmellata, una marmellata preziosa più della famosa confettura Arrigoni che si comprava a scatola chiusa (come se le altre te le avessero fatte aprire alla cassa del supermercato prima di pagare), il “soccorso rosso” è addirittura surclassato dalla Croce Azzurra del Pdl che difende a spada tratta il ministro imp(r)udente. Il che la dice lunga sulla buona fede di chi spaccia la merce taroccata per manufatto originale.
In nessun paese del mondo un ministro che si interessa personalmente delle sorti di un singolo, solo perché quel singolo è espressione di un clan, di un gruppo imprenditoriale importantissimo, la fa franca. Viene cacciato a calci nel sedere. La frottola dell’aiuto umanitario varrebbe solo per un poveraccio, per un debole figlio di nessuno e sarebbe comunque difficile da giustificare: quando un ministro scende in campo per il singolo, deve avere spalle coperte e attributi ben piantati.
Ora la Cancellieri resiste, e con lei resiste questa logica furbetta del “tranquillo, ci penso io”, dell’amicizia dalla valuta importante, del “comandare è meglio che fottere”.
Sarà un giorno felice quello in cui i furbetti saranno assediati nel loro quartierino, in cui l’amicizia non peserà sugli atti pubblici e in cui il fottere strapperà il primato al comandare.
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Complotti
Il filtro di relax anti-notizie della mia ultima vacanza ha funzionato quasi alla perfezione, lasciando passare solo un refolo di polemiche legate alla ormai celebre telefonata della Merkel a Napolitano sui danni causati all’euro dall’ex premier Berlusconi.
Non condivido lo sdegno di chi ha ravvisato, nel comportamento del cancelliere tedesco, una pericolosa violazione di autorità, autonomie, sovranità, eccetera. Se il capo della locomotiva si accorge che nei vagoni c’è chi fa lo scemo mettendo a rischio tutti i passeggeri, ha l’obbligo morale di adottare tutte le contromisure che ritiene opportune.
In più, la Merkel ha detto a Napolitano quel che lui sapeva già. E, resti tra noi, si è comportata meglio del previsto, dopo le guasconate di cui era stata vittima.
Ai berlusconiani che vanno gridando al complotto internazionale, va ricordato che l’unico complotto finora realmente sventato è stato quello ai danni di sessanta milioni di italiani ai quali è stato fatto credere che la crisi era un’invenzione dei mestatori e che per avere prova dello stato di salute di un Paese bisognava andare tra i tavoli dei ristoranti anziché negli uffici del ministero del Tesoro.
Buonasera dottore
Dalla telefonata tra Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio della Repubblica italiana, e Valter Lavitola, direttore di un giornale che nessuno legge e faccendiere dai loschi profitti, si può capire il clima grottesco in cui brancola questa nazione.
I due parlano sapendo, o sospettando, di essere intercettati e dissimulano malamente ogni emozione, quindi sono palesemente innaturali. Eppure il premier non rinuncia al ruolo dell’onnipotente: “Scagionerò naturalmente tutti”. Continua a leggere Buonasera dottore
Le regole di Masi
Il direttore generale della Rai Mauro Masi ieri ha telefonato in diretta a Simona Ventura per dire che non si dissocia dall’Isola dei famosi, perché a differenza di Annozero rispetta le regole aziendali.
Ieri l’Isola dei famosi ha avuto 3.101.000 spettatori, col 12,36% di share.
La puntata “incriminata” di Annozero invece ha avuto 7.087.000 spettatori, col 25,72% di share.
Nelle regole aziendali di Masi evidentemente non c’è il buon profitto e il culto del risultato.
Grazie alla Contessa.
Tuut, tuut, tuut…
Il presidente del Consiglio non frequenta i salotti televisivi ad eccezione di quello di Bruno Vespa, dove va a firmare contratti con gli italiani e a spiegare perché sua moglie lo ha mollato pur essendo lui un uomo probo, ma irrompe telefonicamente in tutte le trasmissioni in cui si parla di lui e delle sue accompagnatrici (travestite da deputate, sottosegretarie, consigliere provinciali, poliziotte, infermiere, cubiste e così via), spara sul conduttore e chiude la comunicazione in attesa che un nuovo programma televisivo cerchi di parlare di lui e gli consenta una nuova scenata con imprecazioni, frizzi, lazzi e immancabile finale di telefono sbattuto in faccia, tuut, tuut, tuut…
P.S.
Tra poco, vedrete, spunterà una testimonianza di un’amica/fidanzata/governante che dirà che il premier non si è mai sognato di chiudere la comunicazione come un maleducato, ma semplicemente gli scappava la pipì, o aveva il pannolone da cambiare, oppure aveva la minestra sul fuoco.
Misteri della fede (berlusconiana)
Da Annozero del 7 maggio 2009.
Sandro Ruotolo parla per telefono con Elio Letizia, il padre di Noemi, per capire qual è il filo che unisce un anonimo impiegato del comune di Napoli e il presidente del Consiglio.
In blu le riflessioni che vi sottopongo.
Lei domenica mattina chiama il Presidente per sponsorizzare la candidatura di Martusciello. E’ vero o no?
“Guardi, lei mi fa una bella domanda e io le ripeto… come le cose si stanno chiarendo…”
E’ vero o no? Basta una risposta secca. Perché far finta di sorprendersi dicendo “lei mi fa una bella domanda”?
Ma è vero no?
“Quello che dice il presidente… va bene così. Tutto a posto”.
Va bene quello che dice il presidente, qualunque cosa dica?
In quale campagna elettorale lei ha conosciuto il presidente?
“Queste cose piano piano stanno uscendo fuori perché sicuramente ci saranno degli altri politici che se vogliono lo diranno tranquillamente. Ma io non sto a raccontare i fatti degli altri perché c’è la discrezione…”.
Effettivamente un ex politico ieri si è fatto avanti, dando la sua versione. Ma anche qui: perché Elio Letizia non risponde con chiarezza?
Ma è vero che con sua moglie e sua figlia è stato in Sardegna, a Milano, a Roma a incontrare Berlusconi e sua figlia cantava pure?
“Non mi ricordo, sono cose private di famiglia… perchè poi devo dire se certe cose sono vere? Sono cose personali che rimangono a noi… Che sia vero o non sia vero sono cose nostre e devono rimanere nell’ambito della nostra famiglia”.
Non ricorda se lui, impiegato comunale, è stato ripetutamente a casa del capo del governo italiano? E poi quel “che sia vero o non sia vero” è l’unica risposta chiara di tutta l’intervista.