Un presidente piccolo piccolo

giorgio napolitano

La mazzata di Giorgio Napolitano al Movimento 5 Stelle è senza precedenti. Ed è sbagliata nella forma e nella sostanza. Mai prima di oggi, il presidente della Repubblica aveva caricato a testa bassa un partito politico con regolare rappresentanza in Parlamento, neanche quando si trattava di bande di lestofanti acclarati.
Il fatto che il presidente della Repubblica accusi pubblicamente un partito di fregarsene dei problemi del Paese equivale a stangare la classe politica più giovane (e anche inesperta) e condizionare l’elettorato come mai era accaduto prima. Significa inoltre uscire da un ruolo istituzionalmente equidistante ed entrare in un ambito che non compete al Capo dello Stato.
Le posizioni del M5S possono essere più o meno condivisibili, questo attiene al dibattito politico e  a noi elettori. E’ certo che a fare una classifica di politici che se ne fregano dei problemi del Paese ci sarebbe ben altro da elencare. Eppure Napolitano sino ad adesso è stato equilibrato, e anche un po’ equilibrista, quando c’era da ululare per la vergogna di politici ladri, puttanieri, delinquenti, voltagabbana. I suoi richiami sono stati apprezzati, spesso, per il garbo e per la serena fermezza che oggi, ironia della sorte, sanno tanto di pavidità.
Non mi piace un Presidente che fa il politicante, forte coi deboli, arrogante, conservatore. Non mi piace proprio.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

3 commenti su “Un presidente piccolo piccolo”

  1. Da NON passare sotto silenzio che Napolitano ha firmato tutte le leggi “ad personam” per il Caimano e che poi sono state dichiarate incostituzionali dalla Corte!

  2. Vergognoso, vergognoso, vergognoso !
    E’ stato zitto, se non complice del peggio che abbiamo visto in questi ultimi 10 anni, e si permette di dire queste cose. Che brutta persona !

  3. …e con viva e vibrante certezza che questo Presidente non rappresenta sicuramente un gran parte degli italiani – i 9 milioni e passa che hanno votato M5S – oltre tutti quelli che stanno aprendo gli occhi e cominciando a capire che se si vuole cambiare passo e migliorare la situazione sociale e economica dell’Italia occorre prendere le distanze da tutta questa classe politica che ha una dannata paura del cambiamento e del rinnovamento della rappresentanza parlamentare. Infatti, oltre alla totale falsità e odiosa ipocrisia di additare il M5S come quella classe politica menefreghista dei problemi degli italiani, basterebbe pensare alla farsa del dibattito politico sulla riforma della legge elettorale che dura dal 2006 e senza che sia mai stata anvanzata una seria proposta – oltre le 350’000 firme raccolte da Grillo nel 2007 per l’abolizione del porcellum – da nessuno dei partiti politici che siedono e non più in parlamento e che continuano a abbuffarsi con i rimborsi elettorali assolutamente usurpati e ingiustificati e pagati dal povero contribuente. Questa classe politica non vuole far tornare il paese alle urne con il ricatto della “stabilità” perché gli è chiaro che un nuovo voto li cancellerebbe definitivamente dal panorama politico. A me pare che il Presidente e quella parte del parlamento che supporta l’attuale governo delle larghe intese stiano prendendo tempo sperando che il M5S si spenga come un fuoco di paglia e che Grillo, ormai sessantacinquenne, esaurisca le sue energie. A me pare che si stiano sbagliando perché di tempo gli italiani ne hanno sempre meno per continuare a sopravvivere in questo sfascio sociale e economico e Grillo non ha tutta l’aria di uno che voglia di lasciar perdere.

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