Ho fatto un sogno.
Un paese libero da Libero e da Feltri.
Un paese in cui a Cossiga, invece di lettere aperte sui giornali, diano una pacca sulla spalla, una caramella al miele e un bacetto della buonanotte.
Un paese in cui “intellettuale” o “istruito” sia una definizione di vanto e “coatto” una di demerito, e non viceversa.
Un paese in cui un capo dello stato sappia dire cose come “siate padri migliori se non perfetti” e non ” farò piazza pulita dell’immondizia dei giornali di sinistra”.
Mi sono svegliato, ho letto il giornale e mi sono detto: ma che cavolo di sogno.
Il Corriere della Sera affida oggi la difesa di Berlusconi a un tunisino che vive a Parigi, amico di Murdoch e, strano ma vero, anche del nostro tromba-premier, rappresentante dei francesi in Mediobanca, socio dei miliardari di mezzo mondo, in affari con Mel Gibson e Steven Spielberg e nipote di Bourghiba. Si chiama Tarak Ben Ammar e, rassicurano da via del Solferino, non ha alcuna parentela diretta con Dio.
Fino a qualche tempo fa non nutrivo un’eccessiva simpatia per Michele Santoro. Lo trovavo istrionicamente fazioso.
Fino a qualche tempo fa non nutrivo un’entusiasmante simpatia per il quotidiano “la Repubblica”. Pur avendo a lungo collaborato con l’edizione palermitana dello stesso giornale (o forse proprio per questo), lo trovavo snobisticamente fazioso.
Fino a qualche tempo fa giuravo a me stesso che non sarei mai stato fazioso. Mi sembrava un atteggiamento da ragazzino dei centri sociali (luogo che ho spesso frequentato), legato a slogan facili e digiuno di senso critico indipendente.
Fino a qualche tempo fa non avrei mai creduto che essere faziosi potesse diventare, nel nostro paese, qualcosa di più che una posa, ovvero un’esigenza, un’urgenza, una necessità.
Fino a qualche tempo fa, non avrei mai sognato, nemmeno nei miei incubi peggiori, di sentire la voce critica del mio paese ridotta a pochi solisti testardi (e, visti i tempi, coraggiosi o incoscienti). Tra questi un giornalista televisivo, un giornalista-saggista, un vignettista satirico e una sola, agguerrita testata di giornale.
Da qualche tempo sono fazioso, ricompro “la Repubblica” e non mi perdo una puntata di Annozero.
Il Tg1 ha appena liquidato le proteste di Fieg e Fnsi (è già una notizia che editori e giornalisti siano in sincronia) in 10 secondi. Il neo-direttore del Tg1, Augusto Minzolini, va radiato dall’Ordine dei giornalisti.
Il gorgo dell’economia malata rischia di inghiottire pure il quotidiano torinese La Stampa che si preparerebbe a chiedere lo stato di crisi. L’editore avrebbe l’intenzione di procedere con sessanta tra pensionamenti e prepensionamenti nel settore giornalistico e settantasei in quello poligrafico.
Per giorni la stampa internazionale ha dato conto dell’avvistamento dei resti dell’aereo dell’Air France scomparso sull’Atlantico, alimentando voci e ipotesi anche contrastanti. Poi si è saputo che non era vero.
Ora si apprende del ritrovamento di due corpi in mare. Per prudenza, e per rispetto nei confronti dei familiari delle vittime, sarebbe opportuno lasciar decantare la notizia fino alla sua definitiva verifica. Insomma, visto come vanno le cose, è meglio accantonare l’urgenza della cronaca.