Sogno o son mesto?

L’attimino fuggente
di Giacomo Cacciatore

Ho fatto un sogno.
Un paese libero da Libero e da Feltri.
Un paese in cui a Cossiga, invece di lettere aperte sui giornali, diano una pacca sulla spalla, una caramella al miele e un bacetto della buonanotte.
Un paese in cui “intellettuale” o “istruito” sia una definizione di vanto e “coatto” una di demerito, e non viceversa.
Un paese in cui un capo dello stato sappia dire cose come “siate padri migliori se non perfetti” e non ” farò piazza pulita dell’immondizia dei giornali di sinistra”.

Mi sono svegliato, ho letto il giornale e mi sono detto: ma che cavolo di sogno.

Messina a Palermo

Pare che da settembre Sebastiano Messina sostituirà Enzo D’Antona come capo della redazione di Repubblica-Palermo.

Difesa di lusso

Il Corriere della Sera affida oggi la difesa di Berlusconi a un tunisino che vive a Parigi, amico di Murdoch e, strano ma vero, anche del nostro tromba-premier, rappresentante dei francesi in Mediobanca, socio dei miliardari di mezzo mondo, in affari con Mel Gibson e Steven Spielberg e nipote di Bourghiba. Si chiama Tarak Ben Ammar e, rassicurano da via del Solferino, non ha alcuna parentela diretta con Dio.

Schiaccia la notizia

Di Minzolini abbiamo già parlato. Temo che il direttore del Tg1 diventerà un nostro affezionato cliente…

Fino a qualche tempo fa

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

L’attimino fuggente

di Giacomo Cacciatore

Fino a qualche tempo fa  non nutrivo un’eccessiva simpatia per Michele Santoro. Lo trovavo  istrionicamente fazioso.
Fino a qualche tempo fa non nutrivo un’entusiasmante simpatia per il quotidiano “la Repubblica”. Pur avendo a lungo collaborato con l’edizione palermitana dello stesso giornale (o forse proprio per questo), lo trovavo snobisticamente fazioso.
Fino a qualche tempo fa giuravo a me stesso che non sarei mai stato fazioso. Mi sembrava un atteggiamento da ragazzino dei centri sociali (luogo che ho spesso frequentato), legato a slogan facili e digiuno di senso critico indipendente.
Fino a qualche tempo fa non avrei mai creduto che essere faziosi potesse diventare, nel nostro paese, qualcosa di più che una posa, ovvero un’esigenza, un’urgenza, una necessità.
Fino a qualche tempo fa, non avrei mai sognato, nemmeno nei miei incubi peggiori, di sentire la voce critica del mio paese ridotta a pochi solisti testardi (e, visti i tempi, coraggiosi o incoscienti). Tra questi un giornalista televisivo, un giornalista-saggista, un vignettista satirico e una sola, agguerrita testata di giornale.
Da qualche tempo sono fazioso, ricompro “la Repubblica” e non mi perdo una puntata di Annozero.

Augusto Minzolini, via!

Il Tg1 ha appena liquidato le proteste di Fieg e Fnsi (è già una notizia che editori e giornalisti siano in sincronia) in 10 secondi. Il neo-direttore del Tg1, Augusto Minzolini, va radiato dall’Ordine dei giornalisti.

Il bavaglio

Per capire cosa c’è dietro la legge sulle intercettazioni. E per intuire cosa c’è davanti.

Carta piange

Il gorgo dell’economia malata rischia di inghiottire pure il quotidiano torinese La Stampa che si preparerebbe a chiedere lo stato di crisi. L’editore avrebbe l’intenzione di procedere con sessanta tra pensionamenti e prepensionamenti nel settore giornalistico e settantasei in quello poligrafico.

Grazie a Tony Gaudesi.

Domande qualunque

Massimo Gramellini su La Stampa. Da leggere.

Notizie che forse sono vere

Per giorni la stampa internazionale ha dato conto dell’avvistamento dei resti dell’aereo dell’Air France scomparso sull’Atlantico, alimentando voci e ipotesi anche contrastanti. Poi si è saputo che non era vero.
Ora si apprende del ritrovamento di due corpi in mare. Per prudenza, e per rispetto nei confronti dei familiari delle vittime, sarebbe opportuno lasciar decantare la notizia fino alla sua definitiva verifica. Insomma, visto come vanno le cose, è meglio accantonare l’urgenza della cronaca.