Non so voi, ma a me la storia di una tizia che abborda un tale in aereo, lo tartassa di chiacchiere, lo tramortisce al punto che lui si guarda bene dal darle il suo numero di telefono, lo investe del titolo di “uomo della mia vita” e scatena un tempesta tweet sulla compagnia aerea per ritrovarlo, lui il fuggiasco, mi sa di minchiata del decennio. Unica attenuante, per lei e per i giornali di mezzo mondo che se ne sono occupati, come se vivessimo in un pianeta felicemente annoiato, il fatto che tutto è accaduto in America, la patria del tutto-è-possibile-anche-che-l’asino-voli.
Magari in un’altra vita, più crudelmente giusta, scopriremo che il poveraccio aveva moglie e figli e non aveva intenzione di farsi sgamare da una ragazzotta infoiata. Che il ricongiungimento forzoso tra i due ha causato più vittime collaterali di un bombardamento chirurgico americano in Afghanistan. Che lei cercava solo la notorietà necessaria per vivere di rendita e lui l’alibi per provare il suo nuovo coltello a serramanico. Che lei è stata finalmente arrestata per stalking.
In ogni caso siamo matematicamente certi che questa storia è stata pensata e scritta per farci diffidare, sempre di più, dei giornali e dei sopravvissuti che si ostinano a comprarli.
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Dare dell’idiota a chi lo è
Oggi su diPalermo racconto con minima foga una disavventura di viaggio con la compagnia aerea Vueling. Se volete incazzarvi dateci un’occhiata.
Indecenti
C’è una forma indecente di umorismo involontario dietro agli appelli di politici e rappresentanti delle istituzioni per restituire la verità sottratta 32 anni fa a chi perse i propri cari nella tragedia di Ustica. Da Romano Prodi a Walter Veltroni sino a Giorgio Napolitano, è tutto un fiorire di scontatezze e di banalità come “quella data non può e non deve essere dimenticata”.
Non è la data che va tenuta a mente, quella è indelebile solo per i familiari delle vittime, ma la vergogna. La vergogna di un atto di guerra compiuto nei nostri cieli, con la complicità dei servizi segreti e il costante lavoro di depistaggio della nostra aeronautica. Su internet trovate molti dettagli sulle inchieste e sulle perizie contraddittorie (c’è ancora chi parla di cedimento strutturale, pensate un po’). Quello che non trovate, o che dovete assemblare tenendo un pizzico di bicarbonato a portata di mano, è l’acida proposopea di chi ha gestito o gestisce quello stesso potere al quale ora si appella per arrivare alla verità. Roba da ulcera gastrica. Prodi, Veltroni, Napolitano hanno avuto negli anni tutti i mezzi per esercitare le giuste pressioni internazionali e arrivare ai veri colpevoli, con nomi e cognomi e codici fiscali.
La panzana delle lettere aperte sui giornali o di quelle private ai familiari delle vittime è l’ultima, cocente, offesa per chi non ha più nemmeno una tomba su cui piangere.
Notizie che forse sono vere
Per giorni la stampa internazionale ha dato conto dell’avvistamento dei resti dell’aereo dell’Air France scomparso sull’Atlantico, alimentando voci e ipotesi anche contrastanti. Poi si è saputo che non era vero.
Ora si apprende del ritrovamento di due corpi in mare. Per prudenza, e per rispetto nei confronti dei familiari delle vittime, sarebbe opportuno lasciar decantare la notizia fino alla sua definitiva verifica. Insomma, visto come vanno le cose, è meglio accantonare l’urgenza della cronaca.