Feltri, provocatore oppure omologato?

Vi pongo una domanda: credete davvero che Vittorio Feltri sia un provocatore, un giornalista senza padrone, una scheggia impazzita nel panorama editoriale italiano?
Oppure ritenete che non faccia altro che assecondare i gusti, le aspettative e persino le pulsioni dell’elettore medio, e per questo motivo rappresenta il più omologato tra gli omologati direttori di testata italiani?

Lo capisco, alla fine le domande sono due. Però riconducibili a un unico dubbio: Feltri c’è o ci fa?

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

5 commenti su “Feltri, provocatore oppure omologato?”

  1. Certo, penso che dire che Feltri sia una scheggia impazzita sia un po’ esagerato, però non credo nemmeno che sia appiattito sui gusti e le attese dell’elettore medio. In ogni caso, credo che un giornalismo un po’ spinto, indipendentemente se a destra o a sinistra, sia oggi preferibile al giornalismo piuttosto omologato dei giornali “generalisti”: leggo per lavoro almeno cinque giornali al giorno e preferisco di gran lunga quelle testate che danno una seppur minima interpretazione alle notizie. Poi che ognuno scelga il quotidiano che più lo rappresenta. Tanto l’obiettività non esiste. E il tentativo di conseguirla rende gli articoli tutti uguali.

  2. Non so. Riflettendoci, se stai sempre dalla stessa parte, che provocatore sei? Sei un cecchino. Prezzolato. E poi, una cosa è dare un taglio “originale” alle notizie, un’opinione veramente libera e, come tale, anche scomoda e non omologata, un’altra aprire ogni giorno una testata con un titolo shock che, battendo sempre sullo stesso tasto, (Berlusconi ha sempre ragione e gli altri sono dementi in malafede) finisce con non scioccare per niente. Mi dà così fastidio, quest’atteggiamento, che mi perdo volentieri il probabile valore giornalistico di Feltri.

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