Una semplice vendetta

Dietro il primo caso della storia moderna in cui un primo ministro stila un programma politico in base alle sue diatribe familiari, c’è probabilmente meno strategia di quanto si possa pensare.
Silvio Berlusconi ha accusato la moglie Veronica Lario di essersi lasciata ubriacare dalla stampa di sinistra. Molti commentatori hanno letto nelle dichiarazioni della signora un’insofferente stanchezza per le gesta napoleoniche di un consorte umanamente piccolo piccolo.
A voler volare rasoterra invece c’è solo una parola che racchiude tutto: vendetta.
Vendetta per un’unione consacrata solo alle sempre più rare foto ufficiali, magari da mostrare a Gheddafi su carta patinata con marchio Mondadori.
Vendetta per l’impossibilità razionale di sperare in un divorzio che non pregiudichi la serenità (?) della guida di una nazione.
Vendetta per una condotta – quella del consorte – che travalica in modo grottesco i limiti dell’età biologica.
Vendetta per quello che i giornali chiamano gossip, ma che invece, fatta la tara di caste e ruoli, è rubricabile come tipico naufragio sentimentale tra persone ormai mature.
Vendetta per salvare il salvabile dal tritacarne mediatico: figli, porzioni di famiglia, onorabilità, faccia.
Non credo a chi intravede un disegno strategico (magari orchestrato dallo stesso marito-condottiero-higlander) dietro le sortite di Veronica Lario.
Il suo è un archetipo di genuina, radicale, dolorosa opposizione domestica non addomesticata.

Smentite familiari

Il re delle smentite arriva a smentire persino chi lo conosce meglio di chiunque altro. Ultimo passo: smentire se stesso.

Marketing

Secondo me, l’idea di organizzare il G8 in Abruzzo è geniale. Chissà a chi è venuta.

Berlusconi e l’Inferno

Dice Mara:

“E’ venuto Benigni a Ginevra con il suo spettacolo Tutto Dante. Da buona italiana “colta” non  potevo mancare, c’era la sala gremita. La prima parte dello spettacolo è stata uno sproloquio infinito su Berlusconi e sulle sue ultime apparizioni in pubblico, Abruzzo compreso. Finalmente è arrivata la parte annunciata: il commento e la lettura del V canto dell’Inferno. Ben fatto devo dire, tanti gli spunti di riflessione, anche se resto una fedele del Sapegno.
Mi chiedo: è possibile che non si possa fare a meno di parlare di questo individuo? Vivo all’estero da troppo ormai e non mi rendo più conto della tragedia in cui vive l’Italia? Puoi spiegarmi questo fenomeno? È possibile che l’opposizione latitante possa solo parlare di lui e di ciò che fa o dice? Se poi ci si mette anche la cultura, allora siamo veramente nella merde.

There is only one thing in the world worse than being talked about, and that is not being talked about. Oscar Wilde”

Disintossicazione

berlusconi varioC’è uno strano fenomeno che si è sviluppato in Italia. E può essere sintetizzato in una frase che ho letto e sentito spesso in questi giorni: odio difendere ciò che non mi piace.
Le emergenze vere o presunte ci spingono a prese di posizione che si riferiscono più alle persone (o ai personaggi) che ai fatti (o ai misfatti).  Il risultato è che spesso sposiamo tesi che magari non ci convincono per mantenere una coerenza politica, massimalista nelle intenzioni, inutile nella pratica.
Il catalizzatore di questa reazione contraddittoria, manco a dirlo, è il re delle contraddizioni: Silvio Berlusconi. C’è un popolo che pur di combatterlo come un nemico è disposto a rinunciare al gusto, all’amor proprio, all’anima. Io, per certi versi, ne faccio parte. Così quando c’è da giudicare un suo atto o una sua dichiarazione, il terrore di dargli ragione – una volta ogni mille anni – toglie lucidità al nostro ragionamento. Non faccio esempi, se volete fatene voi. Però mi permetto di avvertire che il rischio della reazione innescata dal signor B è che noi tutti (quelli che stiamo da una parte) ci si ritrovi per l’eternità (cioè la durata del suo mandato) in una coalizione forzata, tipo ultimo governo Prodi, dove le diversità sono costrette a fingersi identità.
Invece ognuno deve difendere ciò in cui crede, ciò che gli aggrada, ciò che lo convince. Liberarsi dalla schiavitù dell’antiberlusconismo è un vero processo disintossicazione. E per di più senza neanche l’illusione di un metadone politico.

“Anno zero”, la riparazione

santoroVada per la puntata riparatrice che sa tanto di esami di settembre: noia e nervosismo. Vada anche per la constatazione di Santoro, secondo il quale – e non mi sembra ironia – “con noi Berlusconi vince”. Vada persino per un opaco intervento finale di Sabrina Guzzanti (ore 23,30, in piena zona sbadiglio). Ma chiedo: questa personalizzazione di un servizio pubblico non vi dà fastidio? Non sarebbe stato meglio – riparazioni a parte – imbastire una puntata di pura informazione, tanto per far capire che i fatti possono rimanere separati dalle opinioni e che se i primi sono indispensabili, le seconde sono accessorie?

Il decreto? Lo accendiamo

Vignetta di Gianni Allegra
La vignetta è di Gianni Allegra

E’ nato il Popolo della libertà. Il battesimo della mega formazione centrodestrista è stato celebrato con un evento che riempie le pagine di cronaca, di politica, di spettacolo, e pure di sport (date le code faticose alle quali sono stati sottoposti giornalisti e delegati).
La nuova formazione punta alla maggioranza assoluta. E ci arriverà. Ecco cosa cambierà negli scenari politici.
1)    Il Pd la smetterà di litigare sul colore dei centrini della sua sede di piazza Sant’Anastasia a Roma e si metterà d’accordo sul colore della nuova bandiera del partito. Si opterà per una bella bandiera bianca.
2)    Luciano Violante ammetterà di aver scambiato la fedina penale di Vittorio Mangano con quella di Fabrizio Corona e di aver effettivamente sopravvalutato il ruolo criminale dello stalliere di Arcore.
3)    Dario Franceschini ricorrerà alla saggezza di Gerry Scotti per dirimere le beghe della sinistra, l’importante sarà fornire sempre quattro opzioni e sostituire l’esclamazione “l’approvo!” con “l’accendo!”.
4)    La legge sul testamento biologico sarà estesa anche ai vecchi tesserati del Pci, in modo che di loro resti almeno un’intenzione (l’ultima parola comunque spetta sempre al medico del gulag).
5)    Michele Santoro e Milena Gabanelli verranno annessi con decreto legge al Pdl e premiati con una nomina ex aequo a ministro della Disinformazione, un nuovo dicastero studiato da Berlusconi per incrementare il suo bacino di voti. Il ministero avrà sede in una segreta del carcere di San Vittore, sottosegretari saranno eletti due dobermann addestrati dal canaro di Marina di Modica.

I due titani

La vignetta è di Gianni Allegra
La vignetta è di Gianni Allegra

Tra il Papa e Berlusconi l’imbarazzo della scelta per scrivere ogni giorno un post produce un tremendo effetto collaterale: l’avvelenamento della fantasia.
In una gara che sembra eterna, questi due titani fanno di tutto per ribaltare la logica e, quel che è peggio, per superare se stessi. Berlusconi sa infatti che nessuno lo può battere in acrobazie politiche… nessuno tranne Berlusconi, appunto. Per questo ultimamente ha stilato due piani casa, uno con errori di ortografia, che ha nascosto nel cassetto, l’altro in un italiano mediamente corretto,  che ha fatto recapitare alle opposizioni per poterlo smentire con serenità. “Io non scriverei mai una cosa del genere”.
Il Papa, forte di un ruolo di AD in un’azienda che non può fallire ma tuttalpiù deludere, deve trovare quotidianamente un appiglio di cronaca per giustificare nel modo più dirompente il suo ruolo: dopo aver bocciato il preservativo mentre si trovava nel continente dell’Aids, sta adesso progettando una missione da Vissani per stigmatizzare l’orribile laicità degli spaghetti.
Capite bene che con personaggi di tale livello è difficilissimo scrivere di altro, a meno che non ci si inventi nuovi scenari. Si accettano indicazioni.

Aggiornamento. Ecco la foto di cui si parla nei commenti.image0021

Berlusconi e il Papa

berlusconi_papaCi sono un tedesco, un francese e un italiano. Sono a cena dal Papa. Nel bel mezzo della serata, il pontefice spara un rutto che fa tremare i muri. Il tedesco sbotta: “Santità, e che cazzo!”. Il francese si alza e se ne va. L’italiano dà una pacca al Papa: “Bravo, lei sì che è coerente col suo ruolo”. E rutta pure lui.
Ovviamente è una barzelletta che non fa ridere. Per un semplice motivo: è cronaca.

P.S.
Mi arriva un comunicato della presidente dell’Anlaids, Fiore Crespi. Ne pubblico un estratto, se non altro perché è un esempio di garbo. Io, al posto suo, avrei bestemmiato.
“Il profilattico è uno strumento della lotta  all’Aids che può funzionare in determinati contesti sociali per frenare il diffondersi delle infezioni. Certo nei paesi dell’Africa, dove spesso le persone devono affrontare sforzi indicibili solo per rifornirsi di acqua potabile, è difficile persino informare sul corretto utilizzo del preservativo. Ma per noi è importante ricordare che si tratta di uno strumento sanitario il cui impiego va sottratto alle polemiche”.

Lo sballo del mattone

La vignetta è di Gianni Allegra
La vignetta è di Gianni Allegra

Il rilancio dell’economia italiana, in tempi di crisi nera, è tutto nel mattone. Secondo il nostro governo, per guarire l’enfisema del portafoglio bisogna provocare una metastasi dell’abusivismo. Insomma, un malanno scaccia l’altro.
La deregulation strutturale – possibilità di ampliamento delle abitazioni esistenti, abbattimento di edifici antichi con possibilità di ricostruirli altrove – è, per il trust di cervelli che amministra l’incolpevole cosa pubblica, l’unica via di salvezza. Soldi in cambio del perdono per un abuso.
Prima che gli esperti del signor B. si aggiuntassero nel loro atelier delle idee, qualcuno ha provato a obiettare che gli unici effetti che i condoni edilizi del 1994 e del 2003 avevano ottenuto erano quelli indesiderati, ma è stato bollato come pessimista, cianciatore e, peggio ancora, comunista (mancava l’appendice “di merda” dal momento che Bossi era fuori per il week-end e Borghezio era stato impegnato tutta la giornata a smanganellare un senegalese che aveva cercato di pulirgli il vetro dell’auto, ndr). La creatività degli artisti economici del signor B. non si può impantanare nei numeri del passato: loro veleggiano verso il futuro florido, verso il benessere, l’amore, la concordia. Il passato non c’entra un tubo, menagrami di merda (Maroni era di reperibilità, ndr)!
Eppure se solo i maestri di un simil pensiero avessero aperto le porte del loro concilio per un attimo, il primo usciere di passaggio avrebbe ricordato loro che, se proprio si voleva puntare sul mattone, sarebbe bastato investire sul recupero dei centri storici, sulla manutenzione del patrimonio edilizio (senza distruggere e ricostruire altrove). Avrebbe obiettato che un simile progetto orizzontale – più ricchezza per tutti – è in realtà verticale, cioè l’esatto opposto, perché coinvolge solo le classi benestanti, quelle che hanno casa di proprietà e che hanno soldi per ampliare a dismisura.
Che soluzione anticrisi è quella che coinvolge i meno affamati di un paese con lo spettro della fame?
Alle prossime elezioni il primo usciere che si candida, lo voto.