Vada per la puntata riparatrice che sa tanto di esami di settembre: noia e nervosismo. Vada anche per la constatazione di Santoro, secondo il quale – e non mi sembra ironia – “con noi Berlusconi vince”. Vada persino per un opaco intervento finale di Sabrina Guzzanti (ore 23,30, in piena zona sbadiglio). Ma chiedo: questa personalizzazione di un servizio pubblico non vi dà fastidio? Non sarebbe stato meglio – riparazioni a parte – imbastire una puntata di pura informazione, tanto per far capire che i fatti possono rimanere separati dalle opinioni e che se i primi sono indispensabili, le seconde sono accessorie?
Come ha detto Gramellini ieri, le opinioni non possono essere distinte dai fatti. Vanno sempre di pari passo, a seconda di chi le racconta e di chi le ascolta passano per le convinzioni personali. No?
Beh, certo. Però io, al posto di Santoro, avrei preparato una puntata esageratamente giornalistica senza le venature polemiche e quel piglio da padrone di casa indispettito e un po’ scocciato per il fatto che il capocondominio lo ha cazziato perché fa casino la sera.
Questione di strategia.
Sì, effettivamente sarebbe stata preferibile un’eleganza diversa, e un affondo di impegno e perseveranza esclusivamente giornalistica.
Il mio direttore tornerà in studio giovedì prossimo, permettetemi di manifestare tutto il mio orgoglio per una voce che in due minuti ha saputo anche portare a Roma le “istanze” di un posto piccolo e dimenticato come Marsala.
Ho capito con estrema certezza che non tollero più il contradittorio televisivo: due che parlano-urlano-starnazzano-sbraitano-inveiscono e si strappano i capelli sono uno spettacolo esteticamente penoso, diseducativo, inutile. Due galli che combattono sono, per me, raccappriccianti, al di sopra della mia soglia di sopportazione. Preferisco di gran lunga il monologo, anzi i monologhi. Io dico una cosa punto. Tu dici una cosa punto. Egli dice una cosa punto. Cisascuno si farà un’idea: irrobuistirà le proprie convinzioni, le farà vacillare, le cambierà, le butterà nel cestino. Insomma ragionerà con la sua testa senza il crepitio delle pistole, senza lo stridore delle spade incrociate. E poi si vedrà, bello comodo, un film d’avvenura.
Non è il contraddittorio che odi, Gianni, ma la rissa. Che è altra cosa.
Cl.r.
Un condradditorio condotto con civiltà, ascoltando e non parlando sopra, rispettosi delle opinioni altrui? Pura utopia, e poi televisivamente noioso.
Comunque a me ha fatto ridere l’intervento dell’Arcivecovo : ” Veramente io la trasmissione non l’ho vista”. Ma allora perchè parli? Bei tempi quando Mastro Titta attraversava il ponte… vero Eminenza?
La Guzzanti è ingrassata. Saranno i dispiaceri.
1) Rassegniamoci. In tv il contraddittorio è sinonimo di rissa: questione di audience, di ben mirate strategie a secondo delle fasce d’ascolto e dei conseguenti contratti pubblicitari (mai un alterco ad apertura di programma, mai verso la chiusura, possibilmente tra prima e seconda fascia e non oltre le 22.30: è una griglia che anche i programmi di informazione devono aver presente, specie nelle tv commerciali).
2) Il tono indispettito di Santoro? Da qualche anno a questa parte (dai tempi dell’editto bulgaro), Santoro è indispettito perpetuamente. E poi, in tv, ognuno è padrone dei propri metri quadri di studio proprio come della propria autonomia, della propria indipendenza, della propria libertà di pensiero. Il tono indispettito di Santoro fa il paio con quello della “donna del capo” Paola Perego a “La fattoria”, un paio di settimane fa: se non ti conviene, alza le chiappe, quella è la porta. Diverso, certo, per decibel, per angolatura dello sguardo torvo, per il tremolante sommovimento della chioma (boccolo biondo “prima spremitura” per l’uno, virgole liscie castano-chiare che cadono sulle guance per l’altra), ma nella sostanza la radice del tono stizzosetto è la stessa: “e qui comando io/e questa è casa mia…”.
Ho un buon telecomando ed anche un buon lettore DVD. E una pila di romanzi che mi fanno il broncio.
A me la Guzzanti non mi fa ridere. Poi da quando si è gonfiata la bocca mi sembra la caricatura di se stessa.
a me …mi…
Dio mio.. cu c’ha potta sta notizia a casa???
E’ stato tutto… “so boring”! E con un tasso di acidità altissimo.
@C. Concordo. La Guzzanti prima o poi dovrà decidersi ad affrontare i suoi problemi col padre.
@Salvatore Rizzo: adoro le sue descrizioni. Anche quelle più impietose.
Visto la riuscita dei tre figli, dovrà essere il senatore Guzzanti ad affrontare i problemi con la sua prole.
io preferisco di gran lunga francesca fornario a vauro. ieri, anzi, era sottotono perché ha dovuto mostrare le foto del cafone toscano…
foto? vignette, intendevo. sorry.
… cafone toscano… musica per le mie orecchie!
La rileggo con piacere, caro Antipatico.
prove tecniche di avatar
funzionaaaa!
Bravo D’Artagnan! E’ da un mese che ci provo inutilmente!