La tendenza della Sovrintendenza

Leggo su Livesicilia che la Sovrintendenza ai Beni Culturali ha chiuso le porte del teatro greco di Taormina allo spettacolo di Marco Travaglio “Promemoria”. Motivo? Ci sono dubbi sulla validità culturale dell’evento.
Dubbi che non sussistono per “Del mio meglio – live” di Giorgio Panariello, programmato per il 31 luglio.
Forse Travaglio più che cantarle dovrebbe semplicemente cantare.

In caso di Finanziaria

Ho preso un appunto che vi riproporrò ad ogni approvazione di legge Finanziaria, come promemoria.

Secondo Edward Luttwak, il presidente della regione Molise guadagna più di Barak Obama.
Non risultano ancora smentite.

Vietato innamorarsi

LE FINALITÀ DEL CIRCOLO SONO LO SVILUPPO, L’ESALTAZIONE, LA CONCRETIZZAZIONE DEI SENTIMENTI TRASGRESSIVI E LICENZIOSI AD UNA FINALITÀ DI CULTURA DEL SESSO E DELLE SUE VARIE SFUMATURE SENZA LIMITI E LIMITAZIONI, SENZA USCIRE DALLA LEGGE (pertanto non è il caso né di corteggiare né di innamorarsi)

Dal sito delle Sabbie Nere, locale per scambisti in provincia di Catania.

Ci sarà una buona ragione per avere torto

Vedrete, ci saranno migliaia di buone ragioni nelle parole degli israeliani per spiegare come l’attacco alla nave dei pacifisti sia stato necessario e giusto. C’è già un video. Poi spunteranno armi e prove schiaccianti, magari sul modello del G8 di Genova, un modello da esportazione. La cosiddetta comunità internazionale dimenticherà lo sdegno nel giro di un weekend e la stampa troverà altri ossi da spolpare.
Però mi resta impresso uno dei titoli della notizia: “Assalto e strage nella nave dei pacifisti”. Un ossimoro logico, una cartina di tornasole dei tempi in cui il destino ci ha catapultati.
Sono sempre stato convinto che l’uomo non è biologicamente portato al pacifismo. Per questo chi si fa portatore di questo valore ha tutta la mia ammirazione: per invidia.
Non so quanti di quegli sciagurati, feriti, parenti e amici dei morti, comunque sopravvissuti, da domani tornerà ad allinearsi alla cruda esigenza biologica mettendo da parte la virtù e cedendo all’umana debolezza della vendetta. Brutta storia, brutti tempi.

Sfottò

Pazzo per Repubblica segnala che adesso il Giornale ha i suoi post-it sulla legge bavaglio.

Neanche una ola

Questo video postato sul Jerusalem Post spiega come i poveri soldati israeliani lanciatisi all’arrembaggio di una nave di pacifisti non siano stati accolti con applausi e abbracci. Non restava loro che sparare sugli ingrati.

Contro il fumo

Ho due motivi per complimentarmi con me stesso.

Il primo riguarda la giornata mondiale senza tabacco, che si celebra oggi. Ho smesso di fumare quasi un anno fa e ne sono orgoglioso. Oggi pomeriggio, intorno alle 19, vi aspetto a Villa Alliata Cardillo per una manifestazione di beneficenza a favore della Lega italiana per la lotta contro i tumori, di cui sono sostenitore: in cambio di una piccola quota a sostegno della Lilt si offrono piacevoli chiaccherate e aperitivo rinforzato.

Del secondo dirò qualcosa tra una settimana.

Le stragi e la memoria tardiva

Foto di Paolo Beccari

Va di moda la memoria tardiva, cioè quella che si manifesta quando è troppo tardi. A diciotto anni dalle stragi di Capaci e via d’Amelio è un fiorire di ricostruzioni aggiornate, di dubbi che si incastonano nelle conferme, di testimonianze cruciali. Ora persino Carlo Azeglio Ciampi arriva a ipotizzare un coinvolgimento istituzionale nelle bombe del ’93 (che non furono meno peggiori di quelle dell’anno precedente: le bombe non si classificano, si odiano).
E prima di lui molti altri. C’è chi ricostruisce le biografie delle vittime, riscrivendone ambizioni e amicizie, e chi lascia intendere “io lo avevo detto, lo avevo previsto”.
In realtà tutti gli uomini di buona volontà e di coscienza pulita sanno che, in questo campo, chi aveva previsto davvero è colpevole quanto un mandante o un esecutore. Perchè allora non ci fu mai da parte di questi signori un solo sussurro d’allarme. Quindi o sapevano e tacquero, o adesso raccontano minchiate.
Qualcuno potrebbe ricordarmi che il mio fastidio per la memoria tardiva è anche quello espresso da Fabrizio Cicchitto ieri su Libero. Ok, però io non sono mai stato iscritto alla P2.

Ingiustizia virale

Su internet quest’immagine è ormai virale. Ma non me la sentivo di cestinarla.

Via Davide Romano.

Almeno da morto

L’attimino fuggente
di Giacomo Cacciatore

Gary Coleman ci ha lasciati. Dovrei precisare che Coleman era Arnold, il piccolo afroamericano che ha fatto sorridere e piangere molti di noi nella serie televisiva degli anni ottanta “Different Strokes” (in Italia tradotto variamente come “Harlem contro Manhattan” e “Il mio amico Arnold”).
Ma a questo ci pensano già giornali e telegiornali con i soliti e vari “Addio Arnold”, “Il piccolo grande Arnold”, “Ciao, Arnold”. Un luogo comune dei media che mi suona indigesto, come l’abusato “angelo volato in cielo” che accompagna quasi tutte le cronache tv (e non) che riguardano vittime minorenni di abusi, omicidi e incidenti. E’ tuttavia noto che al signor Coleman, come a molti dei giovani protagonisti della serie, la fama di “Different Strokes” non ha reso un buon servizio, tra deragliamenti esistenziali, crimini e persino un suicidio. Detto questo, mi viene da pensare che il signor Coleman di Arnold non ne potesse più: al punto da aver aggredito un’anziana fan che, sotto le vesti di posteggiatore di un’area commerciale (ultimo lavoro conosciuto di Coleman), aveva avuto il torto di riconoscere il piccolo, tenero Arnold. Così, lancio un appello. Almeno da morto, risparmiategli Arnold. Chiamatelo Gary.