Duran Duran, trent’anni dopo

Duran_duran_ticket_palermo_italiaL’articolo pubblicato ieri su Repubblica.

Chissà quanti dei quattromila e passa spettatori che stasera assisteranno al concerto dei Duran Duran a Taormina era allo stadio comunale di Palermo, quella sera di fine maggio del 1987 quando Simon e compagni infiammarono i cuori di trentamila spettatori. Perché solo chi c’era allora può tracciare, un po’ per gioco e un po’ no, una linea ideale che unisce quegli anni con questi. E magari scoprire che le cose non sono andate come ci aspettavamo. Continua a leggere Duran Duran, trent’anni dopo

L’abbraccio

La notizia, nella sua scarna drammaticità, l’ha data con garbo Michela Giuffrida oggi su Repubblica. Marito e moglie sessantenni australiani si sono uccisi nella stanza di un bell’albergo a Taormina: li hanno trovati abbracciati a letto. Avevano organizzato tutto per bene, e per bene suona beffardo quando ci si appropinqua al male di una morte prematura imposta a se stessi e al contorno degli affetti: il conto già pagato, le valigie chiuse, le medicine da ingurgitare  disposte sul comodino, la stanza in ordine, una lettera in cui si spiegava che lei era malata e ci si scusava per il disturbo.
Eppure c’è qualcos’altro che s’intravede in questa storia, o meglio nel suo finale. Ed è qualcosa che mi piace immaginare, poiché nessuno me lo può raccontare.
Un amore che si fonde sino all’estrema conseguenza, nonostante l’orribile atto di egoismo rappresentato dal suicidio, è un amore crudelmente vero. E non è la morte a renderlo meraviglioso, ma il desiderio di condividere l’eternità di un abbraccio. Penso al lungo viaggio di quei due innamorati, dall’Australia alla Sicilia, magari un ritorno nel segno del ricordo, della nostalgia di una vacanza felice. Penso alla serena rassegnazione nel piegare i vestiti che non indosseranno mai più, alla cura per i dettagli che resteranno in un mondo che non è più il loro. Penso a quell’ultima stretta  di amore e consolazione, di forza e vittoria. Penso alla sincerità di due innamorati che si dicono “per sempre” e per sempre sarà.

La tendenza della Sovrintendenza

Leggo su Livesicilia che la Sovrintendenza ai Beni Culturali ha chiuso le porte del teatro greco di Taormina allo spettacolo di Marco Travaglio “Promemoria”. Motivo? Ci sono dubbi sulla validità culturale dell’evento.
Dubbi che non sussistono per “Del mio meglio – live” di Giorgio Panariello, programmato per il 31 luglio.
Forse Travaglio più che cantarle dovrebbe semplicemente cantare.