Prima e dopo Capaci

Ha mani troppo ruvide, troppo dure mio padre. Necessitano di essere levigate di continuo. Un giorno mi regalò una pietra pomice, piccola e tonda. “Se affoghi, aggrappati a chista. Galleggia”. Fu la frase più lunga che mi rivolse in tutta la mia infanzia.

In “Mio padre non ha mai avuto un cane” Davide Enia racconta un’adolescenza con gli occhi fissi al 23 maggio 1992. Il libro (:duepunti edizioni, 56 pagine, 6 euro) è rapido e doloroso come una rasoiata. Tuttavia è delicato e appassionante, a conferma che certe ferite insegnano a crescere.
Ve lo consiglio.

Precari in Sicilia

In Sicilia si sta consumando l’ennesimo misfatto sul tema dei precari. Che non è quello di promettere assunzioni in cambio di qualcosa, ma quello di far sì che migliaia di persone che non fanno niente tra poco continueranno a farlo con lo stipendio a vita.

Gli specialisti

Ieri Minzolini, per il Tg1 delle 20, ha fatto commentare l’autodifesa di Fini alla redazione online. Che è come affidare la telecronaca del Gran premio di Imola a un gommista, o il commento di un comizio di Bossi a un logopedista.

Il mio aldilà

Non so se a voi capita mai di pensare a come sarà il vostro aldilà.
No, fermi: non cominciate a toccare ferro (o altro)! Non vi sto chiedendo di pensare alla morte, ma al “luogo” nel quale svernerete dopo aver lasciato la vita terrena.
Io ad esempio so dove andrò a finire.
E’ un posto che non è né inferno, né paradiso e nemmeno quella mezza cosa del purgatorio. E’ una montagna come Monte Pellegrino, che i palermitani conoscono bene (gli altri si possono documentare qua).
Una volta abbandonato il mio corpo, osserverò il mondo dai tornanti della strada che si arrampica sulle pendici del monte. Raccoglierò le cartacce che certe anime non proprio candide hanno lasciato dopo il picnic del fine settimana. Farò jogging in pineta la mattina presto e prenderò il sole su un prato incolto. Passando dalle gallerie farò finta di non vedere i diavolacci che dentro le loro auto parcheggiate s’intrattengono con le signorine diavolesse. Mangerò tutte le schifezze che voglio, tanto il corpo l’ho lasciato sottoterra. E la sera, su una sedia a sdraio e con un paio di Ceres accanto, mi godrò il cielo visto da vicino. Sperando che là sotto, nella città dei vivi, la gente si comporti meglio possibile: in vita ho sempre odiato la calca e il traffico, e nel mio aldilà non vorrei sovraffollamento.

Cambio


Ve la faccio breve perché so che la politica regionale primeggia su quella romana/nazionale solo perché riesce a far annoiare pure i mattoni.
In Sicilia il presidente Raffaele Lombardo ha cambiato la formazione e, quel che è peggio, il programma di governo. Non è la prima volta, nemmeno la seconda, e manco la terza…
Non ho fatto il tifo per lui né simpatizzo per la coalizione che lo ha sostenuto, però le leggi della democrazia hanno una sola controindicazione: se non rispettate, fanno incazzare quello che in un tempo ormai dimenticato si chiamava popolo.
Al posto di tutti quelli che hanno votato Pdl, o Forza Italia o Meno Male che Silvio c’è, al posto dei rassegnati del Pd, al posto degli enigmatici dell’Udc (l’Udc ha sempre un qualcosa di misterioso nel suo perpetuarsi), al posto dei commensali di Micciché  e degli apostoli di Fini mi arrabbierei davvero.
Il patto elettorale è una delle certezze sulle quali si regge la speranza di chi va a votare, una specie di buono benzina, un buono pasto, un rimborso per il disturbo di andare a cercare il certificato, ritardare il pranzo dai parenti, recarsi al seggio, sopportare la faccia cerea degli scrutatori, segnare qualche ics con una matita spuntata e tornare alla vita normale con l’illusione di aver appena compiuto un atto rivoluzionario.
Chi lo tradisce, fino a prova contraria, è un miserabile.

Berlusconi e i suggerimenti di Gogol

Fan, Fini, fine

L'home page del sito del Fini fans club di un anno fa

Esattamente un anno fa registravo che il Gianfranco Fini fan club mugugnava per le aperture del presidente della Camera sugli immigrati e per le prese di posizione nei confronti di Bossi e di Berlusconi.
Oggi molte cose sono cambiate – o, come scrisse un celebre cronista siciliano, molta acqua è passata sopra i ponti (e certo, con certe alluvioni…) –  però abbiamo due certezze: primo, Fini ha portato all’estremo il suo dissenso da B&B; secondo, quel fan club non esiste più.

P.S.
Se internet ha un vantaggio è quello di favorire una memoria collettiva. Approfittiamone.

Frammento di 11 settembre

Io, come tutti voi, ricordo cosa facevo l’11 settembre 2001 intorno alle 15.
Stavo rientrando al giornale, in ritardo. Una mia amica mi chiamò al cellulare. Mi chiese cosa stava accadendo in America perché, lo disse quasi scherzando, “lo sai che tra quattro giorni io e mio marito dobbiamo partire per New York…”.
Risposi: “Guarda, sono appena arrivato. Dammi il tempo di raggiungere la mia scrivania”.
Attraversai la redazione e non mi accorsi che era semideserta nonostante l’orario. Tutti i miei colleghi, i fattorini, i grafici, i fotografi, erano coagulati davanti alle tv.
Ricordo di aver catturato involontariamente l’immagine di un aereo che sfondava un grattacielo. Il mio cervello in quegli istanti la registrò come se fosse il fotogramma di un film.
Qualche istante dopo credetti di capire. Ma per capire veramente avrei dovuto aspettare molti anni.

Piccioni viaggiatori

Se una delle conseguenze della globalizzazione è che basta l’idea balzana di un pastore anglicano della Florida per mettere in allarme l’intero globo, allora forse è meglio tornare ai piccioni viaggiatori.

Tu chiamale se vuoi tentazioni

Su internet si fa un gran parlare di queste chitarre costruite su progetto di un liutaio italiano, Galeazzo Frudua, in Corea.
Se non avessi una Paul Reed Smith che mi guarda con il broncio perché si sente trascurata ci farei un pensierino.