Ha mani troppo ruvide, troppo dure mio padre. Necessitano di essere levigate di continuo. Un giorno mi regalò una pietra pomice, piccola e tonda. “Se affoghi, aggrappati a chista. Galleggia”. Fu la frase più lunga che mi rivolse in tutta la mia infanzia.
In “Mio padre non ha mai avuto un cane” Davide Enia racconta un’adolescenza con gli occhi fissi al 23 maggio 1992. Il libro (:duepunti edizioni, 56 pagine, 6 euro) è rapido e doloroso come una rasoiata. Tuttavia è delicato e appassionante, a conferma che certe ferite insegnano a crescere.
Ve lo consiglio.
E lo leggerò. Perchè stimo tantissimo Davide, cui riconosco un gran talento, e perchè tu lo consigli.
E, mi permetto di aggiungere, è uno dei pochissimi osservatori lucidi di questa città.
Presenti esclusi, eh.
(il soggetto della frase precedente è Davide Enia, se non lo si fosse capito)