Vizi privati e pubblici disastri

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Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

Sommersa dai debiti, l’Amat rischia di diventare la nuova Amia. Lo spettro del disastro economico aleggia sulla società quasi come una maledizione – la maledizione delle spa municipali – quindi d’ora in poi è bene che ogni analisi, deduzione, previsione o semplice osservazione in tema di servizio pubblico a Palermo sia preceduta da un rito scaramantico. Ovvero toccare ferro prima di toccare il fondo poiché muoversi “con la virtù per guida e la fortuna per compagna” è impossibile in queste lande, a causa della rarità della prima. Comunque, anche armandosi di amuleti e talismani, sarebbe difficile accollare alla buona sorte il compito di ripianare la voragine di trenta milioni di euro in fondo alla quale è precipitata l’Amat, se non altro perché quando si parla di conti in rosso, più che i maghi vengono in mente in magheggi. Continua a leggere Vizi privati e pubblici disastri

Si perdono 20.000 euro al giorno. La responsabilità? E’ di nessuno

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Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

Mettiamo che lavoriate in una piccola azienda privata e che dobbiate provvedere al trasloco di un ufficio, due scrivanie, due computer, un fax, un piccolo armadio, varie suppellettili. L’operazione vi è stata annunciata da tre mesi e voi dovete solo assicurarvi che tutto sia a posto: impresa di trasporti allertata, nuovi locali puliti, volture effettuate. Arriva il giorno X e al momento di accedere ai nuovi locali vi rendete conto di esservi dimenticati di farvi dare la chiave dal padrone dell’immobile, che adesso è partito per la Papuasia, e dovete rimandare tutto indietro costringendo la vostra azienda a pagare per un trasloco inutile. Mettiamo anche che i vecchi locali non siano più disponibili e che si debbano sborsare tot euro al giorno per il deposito, perché scrivanie, armadio e tutto il resto non ve li potete portare a casa. Passano i giorni e le chiavi non ci sono. Mannaggia, com’è potuto succedere… è stato un disguido, un malinteso. Alla fine la vostra azienda ci rimette qualche migliaio di euro. Voi credete di farla franca? Ovviamente no, perché se avrete la fortuna di non essere licenziati in tronco, sarete costretti a risarcire il danno.
Fine della storia. Continua a leggere Si perdono 20.000 euro al giorno. La responsabilità? E’ di nessuno

La creatività dei politici distratti

Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

C’è qualcosa di diabolico nel modo in cui la nostra amministrazione pubblica riesce a stupire il cittadino annoiato da soporiferi richiami alla sobrietà e rimbambito da tagli, ritagli e sforbiciate.
Il fatto che a Palermo i consiglieri di circoscrizione riceveranno un aumento, mentre nel resto d’Italia non beccano più un centesimo, non può più essere annoverato nell’elenco degli scandali della malapolitica ma deve essere considerato un atto di creatività collettiva, tipo la piramide umana del circo.
Altro che cattiva amministrazione, questa è arte.
Non si spiegherebbe altrimenti la maniera di reinterpretare le difficoltà della nostra epoca, del presente scomodo, dando ai consiglieri di circoscrizione lo stipendio di un operaio: 14 sedute al mese valgono insomma quanto otto-nove ore al giorno di schiena spezzata.
In una perfetta sovrapposizione tra un participio passato – eletti, nel senso di designati, nominati – e un aggettivo – eletti, nel senso di prediletti (da Dio, dal partito) – c’è tutto il mistero moderno di una politica antica che tende a preservarsi dai danni che essa stessa ha causato. Occhio però: non è capacità di riparazione, di mettere toppe, ma autorigenerazione, ingegneria genetica applicata ai privilegi. (…)

Uso adeguato di Twitter

Al di là degli impegni mantenuti o meno, delle promesse dell’amministrazione e delle speranze del cittadino, questo rapporto tra domanda e risposta mi pare ideale. Speriamo che non sia un’eccezione.

Un bel Natale, almeno in video

Il Comune di Palermo ha messo in rete questo video molto bello sul Natale. Bravi, bravi.

Ancora uno sforzo

Da ieri il Comune di Palermo è su Twitter. Ora speriamo che qualcuno spieghi a quelli dell’ufficio stampa cosa diavolo è ‘sto Twitter.

Sorridenti davanti alla fine

Leggo articoli come questo e sorrido. Certo, è difficile sorridere quando la barca sta affondando. Però, anche nel momento più drammatico c’è un dialogo con la propria coscienza che ti rasserena: ho fatto quel che potevo? Ho dato l’allarme per tempo? Ho lasciato che gli altri mi maledicessero per le mie infauste premonizioni? Mi sono dissociato in modo evidente? Ho messo la mia faccia e il mio nome a testimonianza di un dissenso civile ed eppure fermo? Sono stato sufficientemente chiaro?
Al bando le false modestie: ditemi se questo non è un allarme che avevamo lanciato anni fa.

P.S.
Quest’ultimo link necessita di un po’ di tempo per essere esplorato in modo completo. Vi chiedo scusa.

P.P.S.
Resta il celebre video dei Beati Cavoli a svelare il trucco del sindaco invisibile.

La metafora delle manette

A Palermo c’è una nuova giunta voluta dal sindaco invisibile Diego Cammarata. Nomi nuovi (pochi) e vecchi (parecchi).
Soprattutto c’è un indecente capovolgimento delle indicazioni elettorali. Chi stava all’opposizione governa e viceversa. Roba vecchia per i siciliani, abituati a ribaltoni istituzionali che rendono nulle costosissime consultazioni elettorali.
Ci vorrebbe un vincolo, una sorta di catenaccio democratico: non avrai altro governo all’infuori di quello che è stato eletto. Con tanto di manette che legano gli assessori alla loro poltrona per evitare che possano essere fatti fuori al primo malumore di partito o al primo mal di pancia  del sindaco. Un polso sulla scrivania per lavorare, un altro alla sedia per non fuggire o per non essere deportato.
Certo, quella delle manette non è una bella metafora, però ci sarà un motivo se è l’unica che mi viene in mente.

L’eroico Cammarata

Raccontano le cronache che l’eroico sindaco di Palermo ha firmato di suo pugno la richiesta all’ufficio legale per far costituire il Comune parte civile contro il famoso skipper. Quello che, anziché andare al lavoro per conto della Gesip che gli pagava lo stipendio, curava la sua barca (sua del sindaco) cercando di affittarla senza fattura.
Ora, siccome anche il sindaco è indagato nella stessa inchiesta, ci aspettiamo che, se Cammarata verrà rinviato a giudizio, il Comune manterrà la stessa linea dura: parte civile contro lo skipper, parte civile contro l’armatore.
Se così non fosse, tutti noi – bagnanti, bagnini, diportisti, disoccupati, affittuari, abusivi, locatori, locatari, cittadini insomma – ci sentiremmo legittimati a pensare che la mossa dell’eroico contro il poveretto sia solo un trucco per tirare acqua al mulino di una parte. Della serie: “Io con quello non ho rapporti, quello veniva a mia insaputa ad affittare la mia barca, quello doveva starsene al lavoro a spezzarsi la schiena invece che zompettare nella mia dinette, quello è un pazzo, un bugiardo, un pericoloso criminale,  vedete… Ecco qui: ho firmato pure un atto contro di lui!”.

Daverio incazzato

Non sono ne comunista ne stalinista, sono convinto giacobino, ed ho risposto alla provocazione con una giusta contro provocazione. Solo dei fessi potevano non capire. Solo dei perversi potevano fingere di non aver capito.
Cari palermitani, vi ho voluto bene, da ingenuo idiota. Ora so che non ve ne poteva fregar di meno. Ora so che mi sorridevate come ad un turista demente e pensavate: povero cretino! Ora ho imparato. Passo e chiudo per sempre. Mi porto come ricordo imperituro il grido del ragazzo con telecamera che mi urla : “dacci i tuoi soldi! “.

Philippe Daverio si incazza su Rosalio.