Manchette, machette, marchette

Le manchette sono un problema per BlogSicilia. Un po’ machette, che richiamano l’idea di una pubblicità molto tagliente…

…un po’ marchette, che è un tipo di pubblicità sulla quale è meglio tacere.

Kindle vs iPad

Nel nuovo spot del Kindle si prende in giro l’iPad per il prezzo e soprattutto per il fatto che quest’ultimo è difficilmente utilizzabile sotto il sole.

Grazie a Rosa Maria Di Natale.

Siam pronti alla morte

Vi prego di credermi. Da un paio di giorni, da quando ho scattato questa foto in un aeroporto italiano, mi chiedo: chi sarà mai il creativo che colloca prodotto e modelli su una strada ferrata, pronti per essere maciullati?

Bella e basta

Per Belen un’estate di nubi. Le vogliono togliere la conduzione di Sanremo, i contratti pubblicitari e il diritto di cittadinanza televisiva in generale. Tutto perché è stata coinvolta nell’inchiesta milanese sulla cocaina.
In tv e sui giornali si discute sulla possibile riabilitazione pubblica, sulla resurrezione dell’immagine di chi ha avuto a che fare con la droga. Speriamo che un giorno si discuta anche del perché una bella ragazza – bella e basta – che parla un italiano goffo con una brutta voce, che non ha idea di cosa sia la recitazione e che in fondo non sa far nulla a parte che mostrarsi, debba presentare il festival di Sanremo, pubblicizzare i prodotti italiani e monopolizzare salotti, divanetti e seggiole di ogni trasmissione televisiva di questo Paese.

Una pubblicità del… pacco

Grazie a Verbena.

Alla faccia della pubblicità

Oggi pomeriggio, nel cuore di Palermo, i signori della Carrefour hanno attaccato questi cartelli-palette di plastica ai lampioni pubblici. E, peggio ancora, li hanno piazzati ad altezza viso.

Grazie a Giuseppe Giglio.

Il non comune senso del ridicolo

C’è una polemica che, in questi giorni, si è sviluppata nelle cronache locali per finire, inesorabilmente, nelle affamate edizioni nazionali (la domenica è dura, eh).
L’oggetto del discettare è il manifesto che vedete sopra: un’immagine di Hitler e la scritta “cambia style, don’t follow your leader”.
Il messaggio è talmente provocatorio da rasentare il banale. Eppure il Pd e l’associazione nazionale dei partigiani si sono intestati una battaglia per fare rimuovere i cartelloni. Capisco i partigiani – l’età e le cicatrici hanno un peso -, ma non il Pd (che pure ha le sue cicatrici).
Qual è il riverbero politico di una campagna che ridicolizza un criminale sanguinario vestendolo di rosa e invitando per di più a non seguirlo?
Cosa c’è di scandaloso nel rifarsi a modelli triti per suscitare curiosità a buon mercato?
Vado al sodo e la chiudo qui.
Che io ricordi, l’ultima campagna pubblicitaria veramente disdicevole, perché volgarmente bugiarda, fu quella del Comune di Palermo in cui si riprendevano alcuni titoli, di dubbia veridicità, dei giornali. E non mi risulta che contro il manifesto che urlava “La città più cool d’Italia? E’ Palermo” sia mai stato chiesto un provvedimento di sequestro.

Cos’è? Un agguato?

La nuova campagna della Federazione Italiana Editori Giornali da oggi sui principali quotidiani italiani.

Consigli per gli acquisti

giornale

Prima pagina del Giornale di oggi. Visto che è acclarato che l’astice soffre (come recita l’articolo di cronaca) meglio mettere in tavola un bel salmone che notoriamente è insensibile e che, soprattutto, paga la pubblicità.

Dolce luna esiste

dolce luna

Su internet dilaga la pubblicità di un noto sito di incontri più o meno virtuali che propone volti, nickname e dati biografici con foto che si sforzano di essere credibili.
Nello specifico non so se esista veramente una “Dolce luna” giornalista, trentaduenne che vorrebbe incontrare un maschio di età compresa tra i 29 e i 45 anni.  Tuttavia, il messaggio pubblicitario ci dice molto dell’archetipo di un utente del genere.
Il nickname è uno dei più diffusi in Italia, dopo “Farfallina” e “Stellina”: l’indice di originalità del soggetto in questione va misurato coi numeri negativi.
La professione strizza l’occhio all’avventura, reale e metaforica: una precaria a 360 gradi, nel lavoro, negli affetti, nell’equilibrio ormonale.
L’obiettivo, cioè la conquista di un maschio che abbia tra i 29 e i 45 anni, indica che la signorina ha le idee chiare: pescare nella Rete con la rete più ampia possibile (certo se si fosse sbilanciata oltre i cinquanta avrebbe fatto numeri da record) è un modo di giocare senza correre il rischio di perdere.

Sono quasi sicuro che Dolce luna, 32 anni, giornalistacercauomoda29a45anni esista solo nella mente dei pubblicitari che hanno partorito una simile accozzaglia di luoghi comuni. Per questo sono quasi sicuro che, purtroppo, sia un modello più che plausibile.