Tardoni digitali

C’è un che di schizofrenico nei rapporti imposti da Facebook ai suoi accoliti. Se una persona, che nella vita è tua amica, ti chiede l’amicizia, tu non hai problemi ad accettarla: il passo è telematicamente formale, poi magari la sera vi vedete a cena. Se invece quella persona non ti è amica o ti è sconosciuta, che fai? Se accettassi l’amicizia potresti essere accusato di ipocrisia, mentre al contrario ti si potrebbe tacciare di maleducazione. In ogni caso la coerenza della vita reale – io manifesto amicizia solo a persone che mi sono realmente amiche – va a farsi benedire.
Mi hanno raccontato di faide internettiane per un’amicizia negata o per un ammiccamento di troppo in bacheca.
Sarà.
Io quasi quasi rimpiango i tempi dello struscio e degli abbordaggi per strada.
“Ci conosciamo?”.
“No”.
“E allora?”.
“Proviamo a conoscerci”.
L’incontro in versione analogica ha sempre un certo fascino in più rispetto a quello digitale, soprattutto per i tardivi (tardoni?) digitali.

Dolce luna esiste

dolce luna

Su internet dilaga la pubblicità di un noto sito di incontri più o meno virtuali che propone volti, nickname e dati biografici con foto che si sforzano di essere credibili.
Nello specifico non so se esista veramente una “Dolce luna” giornalista, trentaduenne che vorrebbe incontrare un maschio di età compresa tra i 29 e i 45 anni.  Tuttavia, il messaggio pubblicitario ci dice molto dell’archetipo di un utente del genere.
Il nickname è uno dei più diffusi in Italia, dopo “Farfallina” e “Stellina”: l’indice di originalità del soggetto in questione va misurato coi numeri negativi.
La professione strizza l’occhio all’avventura, reale e metaforica: una precaria a 360 gradi, nel lavoro, negli affetti, nell’equilibrio ormonale.
L’obiettivo, cioè la conquista di un maschio che abbia tra i 29 e i 45 anni, indica che la signorina ha le idee chiare: pescare nella Rete con la rete più ampia possibile (certo se si fosse sbilanciata oltre i cinquanta avrebbe fatto numeri da record) è un modo di giocare senza correre il rischio di perdere.

Sono quasi sicuro che Dolce luna, 32 anni, giornalistacercauomoda29a45anni esista solo nella mente dei pubblicitari che hanno partorito una simile accozzaglia di luoghi comuni. Per questo sono quasi sicuro che, purtroppo, sia un modello più che plausibile.

Cassetti

stipo

”…Chiunque non dia prima o poi il suo pieno consenso, il suo pieno e gioioso
consenso al lato pauroso della vita, non potrà mai impossessarsi
dell’inesprimibile abbondanza e forza della nostra esistenza;
potrà solo camminare ai suoi margini, non sarà stato né vivo né morto.”

(Rilke)

di Silvia Amelotti

Quante delle nostre idee sono il risultato di convinzioni stratificate negli anni? Ci siamo affezionati perché le sentiamo rassicuranti, sono parte integrante della nostra identità. Ci puntellano come stampelle. Esercitare la capacità di critica equivale a non avere pregiudizi, significa immaginare soluzioni nuove, rielaborare le nostre esperienze, provare scenari diversi, indeterminati, lasciare il posto a idee “scomode”. Ecco, le cattive credenze sono come un paio di scarpe strette che fanno male, ma che si indossano fino ad anestetizzare la parte dolorante.
Come i busti di Salvador Dalì, siamo fatti di cassetti: ad alcuni abbiamo dato appena una sbirciatina, altri sono ancora sigillati. Il desiderio di aprirli è il desiderio dell’altro diverso–da–noi.
Un incontro, una lettura, un viaggio possono essere l’elemento di sorpresa, il motivo per cui ci si mette in discussione. Magari non cambiano la vita, ma la segnano in modo indelebile, ne ridefiniscono i contorni. I paesaggi assumono nuovi colori, i confini si ridisegnano.  A volte una persona, magari un perfetto estraneo fino a un momento prima, è in grado di dare un nome nuovo ai pensieri, di “risignificare” certe convinzioni, qualcuno che spalanca una finestra chiusa da anni. Peccato che cose così accadano raramente. O troppo spesso da non accorgersene.
Quali sono le vostre paure dicibili e indicibili? Quelle di cui vi siete liberati e quelle di cui vi liberereste volentieri?