I fagiolini e la gara delle cazzate

Oggi l’Italia si è svegliata con un nuovo dubbio: chi racconta più cazzate, Francesca Pascale o i cuochi di Berlusconi?
La questione è quella, avvicente, del prezzo dei fagiolini che entrano a Palazzo Grazioli. Secondo la Pascale venivano pagati 80 euro al chilo, manco fossero aragoste. Per darvi un’idea dell’enormità della questione – a parte la drammaticità del dubbio iniziale – ecco qualche cifra ufficiale.

fagiolini

 

Vade retro, pettegoli!

“Perché non vi diamo queste notizie. L’ultimo pettegolezzo del momento, le famose cene o feste nelle residenze private del premier Berlusconi, Palazzo Grazioli e Villa Certosa. Dentro questa storia piena di allusioni, rancori personali, non c’è ancora una notizia certa né un’ipotesi di reato”.

Augusto Minzolini, editoriale del 22 giugno 2009.

Per chi volesse approfondire l’argomento, consiglio la lettura del “libro bianco” sul Tg1 da giugno 2009 a marzo 2011 a cura del comitato di redazione della testata.

La nona di Began

Nota del governo italiano. Ripeto, nota del governo italiano:

La signora Sabina Began si è presentata presso la segreteria di palazzo Grazioli per consegnare un libro destinato al presidente Silvio Berlusconi in occasione del suo prossimo compleanno. Ha atteso per oltre un’ora che il presidente terminasse i suoi incontri per salutarlo, cosa che peraltro non si è potuta verificare perchè il presidente era impegnato in importanti riunioni.

Era la nona dietro la porta.

Allegra compagnia

Intorno ad un tavolo oltre al presidente del Consiglio, i ministri Maroni, Calderoli, Meloni e La Russa. La discussione è stata breve anche perché la pattuglia dei ministri presenti aveva sperimentato nei giorni scorsi la furia del presidente del Consiglio. La stessa che la sera precedente il Cavaliere era riuscito a sbollire solo verso le due di mattina grazie alla compagnia di un gruppo di giovani che il presidente del Consiglio ha fatto salire a palazzo Grazioli per «una pizzetta».

Questa mi era sfuggita. Dal Messaggero, via Manteblog.

A proposito di Annozero

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

Brevi considerazioni su Annozero di ieri sera.
La vicenda della escortopoli di Palazzo Grazioli non è paradossalmente una storia di puttane, ma di uomini, di potere maschio e brutale. Che poi si debbano esaminare i problemi di un Paese attraverso la lente di ingrandimento delle prostitute è un segno dei tempi: una volta per le strategie elettorali si valutava lo zoccolo duro, oggi si vaglia il corispondente femminile.
Patrizia D’Addario ha un’aria – magari involontaria – da diva che non mi piace, pur essendole grato per aver cercato di mettere in difficoltà il tiranno Silvio. E in tv è la peggiore nemica di se stessa: non ha risposto alle domande cruciali (“Perché si è portata un registratore?”,”Come campa adesso?”), ha simulato un aplomb da opinion leader per poi dirsi orgogliosa di aver fatto la escort, ha parlato del suo progetto immobiliare come se fosse il ponte sullo Stretto. Insomma se continueranno a farle fare queste passerelle, in Italia e all’estero, Berlusconi rischia di prendere sempre più voti.
La puntata mi è piaciuta. Santoro è stato moderato e persino spiritoso.
Il momento più esilarante è stato quando una reduce di un redivivo collettivo femminista ha detto che il vero problema è “il rapporto degli uomini italiani con il corpo delle donne”, dimenticandosi del secolare dilemma sul sesso degli angeli.
Quello più istruttivo è stato quando il sindaco di Bari Michele Emiliano ha sommessamente suggerito che i guai di questo paese derivano dall’incapacità di un premier che si fa prendere in giro da un maneggione, spacciatore di femmine a pagamento, e dall’assenza di una cintura di sicurezza attorno al premier stesso che rende ancora più allarmante la sua solitudine personale e istituzionale.
I momenti più tristi sono stati quelli in cui parlava Barbara Montereale: una ragazza ascesa all’onore delle feste dell’imperatore senza neanche un merito involontario. Che sia bellezza, arguzia, abilità, professionalità.

Luce d’Agosti

L’attimino fuggente

di Giacomo Cacciatore

Qualche giorno fa domandavo in giro che ci facesse Lucilla Agosti sul tappeto rosso della Mostra del cinema di Venezia. Nessuno ha saputo spiegarmelo. Ma alla fine ho trovato una risposta convincente. E’ una “maestra di pensiero”.
Tanto da farci scoprire che preoccuparsi di Ville Certose e Palazzi Grazioli è roba da stronzi.

Giù il sipario, su la cerniera

berlusconi

Vediamo se pecco di eccessiva malizia oppure no.
A Controcampo assumono una valletta cilena per ballare e sculettare in un programma in cui si parla di calcio, cioè la assumono per fare il cavolo a merenda. Lei svolge come da copione il suo ruolo e in un paio di giravolte le scappa fuori una tetta. Apriti cielo! Licenziata con disonore, come se i programmi sportivi brillassero per raffinatezza.
Su Italia1 in una sit-com che si intitola “Così fan tutte”, Alessia Marcuzzi si lascia andare a scene dai riferimenti sessuali abbastanza espliciti. Il programma è in prima serata e scatena l’ira dei numi tutelari dei santissimi minori e dei segaioli pentiti. Ma dico, quando il programma è stato pensato, strutturato, finanziato e messo in palinsesto cosa ci si aspettava da un titolo simile? Secondo voi la Marcuzzi, con tutto il suo ambaradan di fermenti lattici intestinali, è istintivamente più assimilabile all’opera di Tinto Brass o a quella di Mozart?
E poi tutte quelle polemiche al silicone tra Barbara D’Urso e Paola Perego sul forzato passaggio di consegne del lupanare di “Buona domenica”. Chi ha mai visto una sola puntata del programma in questione sa quanto, sul tema, sia fuori luogo qualsiasi discussione che preveda soggetto, predicato e complemento non accompagnati da un perizoma a mo’ di virgola o da un bicipite tatuato a mo’ di Bignami.
Ecco, la mia malizia mi porta a pensare che tutto ciò non è casuale. Che sia frutto di un’opera di distrazione o di dissuasione in un Paese che, quanto ad aperture, dovrebbe preoccuparsi più delle cerniere che delle frontiere. Le frontiere sappiamo tutti dove stanno, è roba di scuola elementare. Sulle cerniere il discorso è più complesso e pericoloso, come si vede in questi giorni. Anche perché queste cerniere sono anche in tv, nel mondo patinato che vive e ha sempre vissuto di irrealtà (pur non rimanendo senza colpe), oltre che nei calzoni degli uomini che amministrano, spartiscono, regalano senza regalare, dominano senza godere.
Secondo me, l’unica cerniera che in questo momento dovrebbe essere chiusa a strappo parte da villa Certosa e arriva fino a palazzo Grazioli.
Con quel che si incaglia nel mezzo.

Da una discussione notturna con la Contessa.

Una visita fiscale, no?

Piccolo giochino suggeritomi dalla lettura di un post di Alessandro Gilioli (che però non dovete leggere prima di aver dato la soluzione).
Pronti? Via.

Questo è uno stralcio dell’articolo del Corriere della Sera di oggi, coi verbali di Giampaolo Tarantini.
corsera

E questo è un articolo del Messaggero sull’attività del premier Silvio Berlusconi, datato 18 dicembre 2008.

messaggero

Cosa ne deducete?