Nightmare

Vent’anni fa il popolo italiano perdeva le elezioni.

In qualsiasi modo

Beppe Grillo dice che “bisogna andare al voto in qualsiasi modo” ed è sorprendente come non si accorga del fatto che al Paese serve esattamente il contrario. E cioè una riforma elettorale per non andare al voto in qualsiasi modo.

I grillini e lo specchio deformante del web

irrealta

Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

E’ vero: la vittoria ha cento padri, ma la sconfitta è orfana. Per questo già da tre giorni gli esponenti siciliani del Movimento 5 Stelle stanno cercando di trovare qualche genitore per il disastro delle amministrative siciliane. (…)
In Sicilia per queste elezioni è sostanzialmente mancato Beppe Grillo come è mancato Silvio Berlusconi, e le rispettive formazioni politiche sono colate a picco. Ciò induce a pensare che la capacità di presa, di calamitare attenzione, del Movimento 5 Stelle sia più simile a quella del Pdl che a quella del Pd, che infatti ha stravinto senza avere un vero leader (manco a pagarlo). Continua a leggere I grillini e lo specchio deformante del web

L’ultima cazzata di Grillo

Beppe Grillo, al quale pur si deve una boccata di aria fresca nell’antro della politica italiana, ce la sta mettendo tutta per dimostrarsi peggiore di com’è. Dopo una serie di cazzate che hanno come ultimo anello (cronologico) la lista di proscrizione dei giornalisti, ieri è arrivata la madre di tutte le minchiate: la gogna per il ministro Dario Franceschini che ha inviato un sms agli amici in cui perorava la causa della compagna, Michela Di Biase, candidata al Consiglio comunale di Roma.
Nella furia collettiva di un qualunquismo becero, nel turbine di ignoranza in cui il primo che urla ha più ragione dell’ultimo che pensa, l’accusa di Grillo (Franceschini tiene famiglia!) è un’offesa alla vera politica che il Movimento 5 stelle dovrebbe invece difendere.
Cosa ci aspetta in un futuro grillistico?
Che un marito non possa più fare campagna elettorale per la moglie? Che le colpe dei padri ricadano per linea ereditaria sui figli? Che la purezza sia certificata dalla società di Casaleggio? Che la verità rivelata sia vergata su carta telematica del blog di Beppe Grillo?
Suvvia, Franceschini ha tutto il diritto di inviare sms a chi vuole per sostenere la campagna elettorale della compagna. E purtroppo Grillo ha tutto il diritto di inanellare una scempiaggine dietro all’altra per decretare la fine di un movimento che sembrava alba e che invece è notte sempre più fonda.

La spiegazione

Bersani e Alfano

Il Pd si interroga sull’ennesimo fallimento dopo il sacrificio umano di Franco Marini. Eppure bastava guardarsi intorno.

Onorevoli del piffero

Trovo irritante quest’aria da gita scolastica nelle elezioni del presidente della Repubblica. Lo dico a rischio di sembrare bacchettone, ma oggi nell’anno 2013 con tutto quello che è accaduto e con tutto quello che ci ha piegati e piagati scrivere Rocco Siffredi, Fiorello o Mussolini nella scheda è da coglionazzi.
Non sarà la presunta aria nuova a togliere dai piedi i soliti idioti che non riescono neanche a godere per la piacevole vertigine di essere in un posto così importante in un momento così importante. Se solo si scoprisse una volta buona chi è che mette incinta la famosa mamma dei cretini, si potrebbe giustificare un delitto preventivo a fini costituzionali.

A proposito di Franco Marini

Così lui e D’Alema fecero cadere Prodi. Da leggere per spegnere facili entusiasmi.

Chi cerca il pelo nel Grillo

C’è una gara – nel web, nei giornali, nei tinelli – a chi gode di più nel tentare di cogliere in fallo i parlamentari del Movimento 5 stelle o Beppe Grillo. E’ – lo scrivevo ieri in un tweet – una moda tipicamente italiana quella di puntare alla decostruzione di qualcosa che si è appena, democraticamente, costruito. Non intendo tirare la volata a quelli del M5S (tra l’altro ne ho scritto anche criticamente talvolta qui e sulla carta stampata) però mi piacerebbe vivere in un Paese in cui, dopo le elezioni, ci si concentra tutti sul risultato e sui frutti che quel risultato può dare. Il che non intaccherebbe lo spirito critico, ma almeno darebbe l’impressione di essere popolo, comunità, nazione, e non una gigantesca macchina a gettoni che si tira fuori a ogni consultazione elettorale.
Mi piacerebbe che un giorno qualcuno, di qualsiasi partito, coniasse uno slogan di questo tenore: noi lavoriamo per voi, voi abbiate la pazienza di restare uniti.

Entrino i clown

La nuova copertina di The economist (vista qua) sembra essere stata fatta proprio come un un lettore italo-scettico si aspettava.

Dal “resistere” al cubo, al lapidario “vaffanculo”

Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

Ci sono due modi per cercare di capire come il “Movimento 5 stelle”, che ha la ruvidezza della protesta e la profondità dell’opinione, possa aver attecchito in modo così esemplare in una terra come la Sicilia, nella quale il voto di scambio – sia reale che simbolico – è sempre stato il perno di ogni competizione elettorale.
Il primo consiste nello scattare una fotografia dell’attuale situazione sociale ed economica e nell’analizzarne, con una lente d’ingrandimento, alcuni dettagli. Nella grana dell’immagine sono evidenti molti spazi vuoti: è il vuoto delle promesse che non possono più essere fatte, il vuoto di credibilità della politica isolana, il vuoto di motivazione strategica dei partiti. Nel voto di scambio è fondamentale la merce che passa di mano e se questa manca, viene meno la garanzia sulle speranze a buon mercato. Il movimento di Grillo ha riempito questi buchi, ponendosi non come alternativa – che sarebbe stato un tipico ragionamento politico, di quelli classici insomma – ma fisicamente come mastice, che ha chiuso, sigillato gli spazi vuoti.