Campi di battaglia

berlusconi vespaLa cosa più difficile da fare quando i tempi sono bui è provare ad abbronzarsi con la luce di una candela.  Però, almeno nel mio caso, è una specie di riflesso condizionato. Quindi ci provo.
Berlusconi è ancora in sella (del resto si votava per l’Europa, mica per il casino italico), ma i suoi piani prevedevano un plebiscito che fortunatamente non c’è stato.
Cosa ha rotto le uova nel paniere dell’imperatore?
Mi piace pensare che sia stato il rigurgito di indignazione di una parte dell’opinione pubblica e della stampa. L’attenzione al versante più caro al nemico, quello per intenderci infestato da finte femmine implumi e da sementi di malerba dittatoriale, è foriera di buone novità.
Si era pensato di combattere un uomo definito dal Financial Times come “un pericolo per l’Italia” con la semplice arma del dibattito politico, ma in realtà ci si è accorti che l’agone in cui il premier si muove non è in Parlamento, ma in una garconnière che ha il salone in Sardegna e il tinello in Campania.
Duro a dirsi, ma il futuro dell’Italia dipende dalla scelta del campo di battaglia. Il che significa martellare su usi sessuali, abusi di credulità, menzogne da fedifrago, inconfessabili pulsioni, sanità mentale.
Certo, nel frattempo fa buio e la candela si consuma.

Facciamoci meno male possibile

definitivi

Da quel che ho capito, Berlusconi non ha sfondato,  Franceschini non ha vinto, l’Idv ormai tallona la Lega, e la Sicilia ha preferito il mare pur regalando qualche sorpresa in controtendenza rispetto al resto dell’Italia.

Apro questo canale di liveblogging, dove chiunque può dire la sua o inserire aggiornamenti interessanti, dichiarando il mio voto: Pd, Borsellino e Crocetta.

Le domande me le sono inventate io

di Giacomo Cacciatore

Ieri sera c’è stata una piccola “puntata pilota” di regime a Matrix. Alessio Vinci faceva le domande (potrei anche fermarmi qui), Piero Sansonetti “provocava” sulle risposte e Paragone (di “Libero”: il nome non lo ricordo, ma credo che basti il bizzarro cognome) cercava di smontare le “provocazioni” di Sansonetti. Le virgolette non sono casuali. Praticamente il contraddittorio me lo sono inventato io. Nella trasmissione non c’era, e se c’era dormiva.
Lui, come sempre, ne ha dette di tutti i colori. Ammesso che di colori si possa ancora parlare, e non di unica tinta.  Su Raitre, la Dandini intervistava Marina Rei che diceva di ammirare Frida Khalo e la Modotti. Oggi si vota.

Rifiuti, arte, politica, turisti

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

Giorni di lavoro in aula, in un anno, per i deputati regionali siciliani: 72

Deputati del Pd presenti in aula ieri all’Ars per discutere della crisi: 23

Della maggioranza: 5

Stipendio netto di un deputato regionale siciliano (tolte cioè le ritenute fiscali e le quote contributive per l’assegno vitalizio): 9.210,82 euro, più il rimborso per le spese di viaggio, di trasporto e telefoniche.

Premi ricevuti dal palermitano Davide Enia in Italia e all’estero: 10

In Sicilia: 0

Tonnellate di rifiuti prodotte ogni giorno dai palermitani: 1.000

Tonnellate di rifiuti per strada l’altro ieri a Palermo, secondo Berlusconi: 4.000

Giorni stimati l’altro ieri da Berlusconi per ripulire Palermo: 9

Giorni mancanti alle elezioni: 1

Percentuale del bilancio del Comune di Palermo impiegata per pagare i dipendenti comunali: 72

Dipendenti del Comune di Palermo: 21.895

Dieci anni fa: 13.800

Autobus in dotazione alla società dei trasporti urbani di Palermo, Amat: 531

Regolarmente utilizzati: 235 315

Autisti Amat in permesso domani e dopodomani come rappresentanti di lista: 334 350

? Autisti assunti dall’Amat nel 2007: 110 (fonte Corriere della Sera smentita dall’Amat)

? Di cui con patente valida per guidare un autobus: 0 (fonte Corriere della Sera smentita dall’Amat)

Giorni trascorsi dall’inizio del secondo mandato del sindaco di Palermo, Diego Cammarata: 745

Presenze di Cammarata a Sala delle Lapidi: 2

Numero di parole della lettera di scuse del sindaco di Palermo ai turisti: 110

Ai palermitani: 0

Aggiornamento 1.
Molti di voi mi chiedono in privato le fonti di questi numeri. E’ stata una mia mancanza non indicarle subito. Comunque provvedo: Milano Finanza, Live Sicilia, Rosalio, Corriere della Sera, sito dell’Ars, sito del Comune di Palermo, sito di Davide Enia, la Repubblica.

Aggiornamento 2.
Il presidente dell’Amat Mario Bellavista fornisce alcune cifre aggiornate e una precisazione. Gli autisti in permesso come rappresentanti di lista sono adesso 350 (e non 334, come riportava ieri una nota dell’ufficio stampa dell’Amat); gli autobus regolarmente utilizzati sono attualmente 315 (e non 235); gli autisti senza patente non sono mai stati assunti dall’Amat. Il riferimento a queste due notizie è contenuto nell’articolo di Gian Antonio Stella “Il grande buco dei conti di Palermo“, pubblicato sul Corriere della Sera il 26 febbraio scorso, a tutt’oggi  libero da qualunque smentita ufficiale, ma, afferma Bellavista, oggetto di “due procedimenti penali a carico di Stella e del Corriere della Sera”.

Una sinistra poco elegante

roger-vivier-shoesde La contessa

“Se sei nato senz’ali,
non fare nulla
per impedire loro di crescere”
Coco Chanel

Ho riletto i commenti al post di ieri e ne ho tratto alcune indicazioni che, tradendo il patto di discrezione che mi lega alla vita ancor prima che a questa comunità di stimati commentatori, vi propongo in punta di piedi (immaginate lo sforzo calzando un tacco 12!).
Da un lato ci siamo noi, reduci di una sinistra acefala e démodé, un po’ piagnoni, un po’ idealisti.
Dall’altro ci sono loro, quelli del centrodestra governativo, pragmaticamente operativi e (anche eccessivamente) sorridenti.
Noi, al netto dei risultati, siamo vecchi e noiosi.
Loro, al netto dei favoritismi, sono fattivi e svegli.
Noi prendiamo di mira il loro capo, monsieur B, e perdiamo di vista le loro truppe.
Loro non si curano del nostro capo perché sono le nostre stesse truppe che l’hanno messo fuori gioco.
Credo che, fermo restando il diritto alla lamentela, dobbiamo finirla di flagellarci con fruste altrui. Servono insomma una svolta pragmatica di protesta e un po’ più d’eleganza (che non fa mai male).
Ad esempio, anziché continuare a criticare il monopolio berlusconiano sui media, perché non provare ad alimentare il sistema dell’informazione alternativa? Soltanto nella mia adorata città, Palermo, mi dicono che cinque blog ben scelti hanno un bacino di utenti simile a quello di un piccolo quotidiano.
Le ronde sono una vergogna tout court. Bene, proviamo a rendere disoccupati i cittadini che si sostituiranno alle forze dell’ordine in virtù di un brutto decreto. Come? Denunciando noi per primi ogni spunto di reato; non voltandoci dall’altra parte quando vediamo qualcuno che fa qualcosa di profondamente sbagliato.
E ancora. Impariamo a scegliere i prodotti che ci servono, con coscienza politica: dagli scaffali del supermercato (coi quali, lo ammetto, ho sporadica frequentazione) ai tasti del telecomando. Non si può criticare il prodotto delle televisioni di monsieur B se si guarda, magari di nascosto, il Grande Fratello.
Quest’Italia, nella pacchiana era di bandane che coprono capelli e non teste, deve riassoldare i cittadini dimissionari. Servono menti critiche, persone sveglie, voti contrari.
Voti, sì. Perché, non dimentichiamolo, sono le elezioni il vero campo di battaglia in cui si confrontano le opposte fazioni di uno stato democratico.
Sempre con classe, parbleu!