Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.
C’è un rischio a guardare e riguardare le immagini dei finti invalidi dell’Agrigentino smascherati dai carabinieri, e cioè che a un certo punto la capacità di creare il falso, superi la capacità di scoprirlo. Perché la semplicità della finzione risulta talmente naturale che uno arriva a non credere ai propri occhi. No, quel tipo che si presenta alla visita medica in barella, imbacuccato e che respira a stento non può essere lo stesso che qualche giorno prima passeggiava a passo spedito verso la sua auto, entrava dal lato passeggero e con un’acrobazia saltava al posto di guida. E quella signora tremante e sepolta di coperte sulla lettiga non può essere la stessa che scesa dall’ambulanza, e sganciate diverse banconote ad autista e infermiere, sale sui tacchi e va a fare la spesa trascinando senza fatica una sporta formato famiglia. Continua a leggere Il grande fratello dei falsi invalidi
Agrigento, campagna elettorale. Il sindaco Marco Zambuto si candida incolpevolmente alle Europee. Il primo cittadino però – come fa notare Michele Lo Chirco autore della foto e artefice della segnalazione a questo ufficio – è anche il censore di se stesso, in quanto i manifesti sono contro legge. Insomma, Zambuto affigge e Zambuto sconfigge, Zambuto ostende e Zambuto nasconde. Chi la spunterà?
L’altro giorno sono stato a Scala dei Turchi, un posto incantevole. E lo stupore per un paesaggio di incredibile bellezza ha retto persino alla prova più dura: quella dello schiaffo dell’abusivismo. A pochi metri dalla spiaggia sorge infatti questo eco-mostro, ormai in abbandono. Mi piacerebbe sapere, un giorno, che fine ha fatto il colpevole di tutto ciò.
Una fotogallery del Gds è dedicata alla bella ragazza che vedete sopra, Giuliana Galvano diciottenne di Agrigento, che – informa – il sito è “buongustaia con la passione per i tg”. Ora, a parte l’accoppiata cibo-tv che ricorda altre originali sinergie come caffè-sigaretta (bleah!), giornale-gabinetto, doccia-shampoo, assisto al pericoloso riproporsi di una location non nuova ai lettori di questo blog.
Vogliamo dire una volta per tutte che i binari della ferrovia non sono il posto migliore per mettersi in posa (pure a piedi scalzi)? Specialmente, come in questo caso, nei paraggi di una curva?
L’altro giorno, dopo aver letto questo post, mi è venuta la curiosità di andare a sbirciare in giro tra i file robots.txt di vari siti.
Cosa sono i file robots.txt? Sono muri tirati su dagli amministratori di un sito internet per evitare che i motori di ricerca entrino in alcune stanze del sito stesso. In pratica servono per dire a Google, Yahoo e compagnia bella di non indicizzare (leggi: di non rendere pubbliche) certe pagine.
E per essere più chiaro parto subito con gli esempi.
Ciò significa che ha sottratto agli spider dei motori di ricerca un articolo (che nel caso specifico è stato anche cancellato) riguardante alcune controverse dichiarazioni di Sabrina Ferilli sulla mancanza di gnocca nel Pd.
2) Nel sito di Repubblica.it la situazione si fa più complessa. Qui i robots.txt blindano la notizia dell’arresto nel 2006 del capogruppo dei Ds nel consiglio regionale della Calabria.
4) Il Comune di Catania cerca di metter fuorigioco i curiosi.
Disallow: /il_comune/atti-amministrativi/
5) Mentre – dulcis in fundo – il Comune di Agrigento se ne frega di Brunetta e dà una mazzata alla trasparenza, come se si trattasse di un insulso fenomeno estetico: roba da pizzi e collant insomma.
Questi sono i pochi esempi che ho avuto il tempo di reperire. I tecnici e gli esperti di queste diavolerie informatiche mi perdoneranno per l’uso abusivo di termini specifici. Sono pronto a raccogliere suggerimenti ed eventualmente a correggermi.
Però – ammettetelo – il gioco è istruttivo.
Ah, leggete il primo rigo del robots.txt del sito del ministero delle Finanze.