Assenti

A Vienna si svolge la conferenza mondiale sull’Aids. Indovinate qual è l’unico Paese che manca?

Parla più forte

Neanche le pizzerie sono più le stesse. Quel che prima era il locale basic per eccellenza – la pizza in sé potrebbe essere sinonimo di semplicità – ora si è trasformato in un’arena urlante.
Mi è capitato ultimamente di cenare fuori, e sempre, dico sempre, mi sono trovato in una bolgia di suoni, prevalentemente di origine televisiva.
Là dove un tempo si chiacchierava, oggi si urla.
Sui clienti incombono, incardinati al soffitto o appesi agli alberi, altoparlanti e maxischermi. In un caso addirittura, io e mia moglie ci siamo ritrovati con un subwoofer sotto il tavolo.
E’ come se ci fosse un progetto pubblico contro il dialogo privato. Un tempo le conversazioni si spiavano, adesso si annegano nel fracasso di spot pubblicitari, radio che trasmettono in tv e tv che scimmiottano la radio.
Fateci caso, è sempre più difficile trovare una pizzeria dove si mangia e si parla, dove cioè si espletano due attività primordiali che sembravano inscalfibili. La mia teoria è che sia la comunicazione verbale sia il felice appetito, stimolano la circolazione delle idee. E che le idee circolanti hanno molti nemici in questo Paese…

Il rap di Giovanni Pepi

Un gruppo di buontemponi, abili con mixer e tecnologie varie, ha composto questo rap con la voce del condirettore del Giornale di Sicilia, Giovanni Pepi.
E’ uno scherzo di buon gusto che, immagino, divertirà lo stesso Pepi.
Alzate il volume e buon ascolto.

Notizie a sentimento

Foto di Paolo Beccari

Rientro da una settimana di vacanza al mare e ho qualche spunto da sottoporvi: ne parleremo nei prossimi giorni.
Intanto, leggiucchiando senza troppo impegno giornali e siti web, mi ha colpito questa lettera aperta di Fabio Lannino nella quale si fotografa una situazione che a prima vista sembrerebbe banale.
Si chiede Lannino: perché un giornale decide di non dare notizia di un evento importante per la città? Basta l’avversione che quel giornale ha per la persona che sta dietro l’evento per privare i cittadini di un’informazione?
Tanto per essere chiari, il giornale in questione è il Giornale di Sicilia, gli eventi dei quali si è taciuto sono lo spettacolo di Marco Travaglio e il concerto di Mario Venuti (ma sono solo due esempi recenti), la persona che non è gradita al quotidiano è Francesco Foresta col suo gruppo editoriale, lo scenario di questi eventi è villa Filippina (gestita da Foresta con la direzione artistica di Lannino).
Qui non c’è da giudicare l’opportunità giornalistica di dedicare più o meno spazio a uno spettacolo, ma di prendere atto che un quotidiano decide deliberatamente di non dare un’informazione ai suoi lettori.
Se io compro il Giornale di Sicilia, pretendo di essere informato su quel che accade in città: e non me ne frega niente se al suo condirettore fa simpatia quel tale e antipatia quell’altro. Io non pago per le sensazioni e i sentimenti di Giovanni Pepi (il condirettore di cui sopra), pago per l’obiettività di un foglio di carta che deve dirmi quel che è accaduto e quel che accade nelle mie lande.
Travaglio e Venuti sono cronaca, come lo è qualunque altro evento che può colorare le notti vuote di una città in agonia.
Un giornale è un prodotto, come una scamorza: ha un prezzo, un valore, deve offrire garanzie. Se vi rifilano un formaggio che fa male il suo lavoro di formaggio voi protestate col salumiere.
Per questo la lettera di Lannino è importante. Perché ci dice che in certe aziende editoriali il rispetto per il lettore è un argomento sconosciuto.
Insomma, io che compro quel giornale voglio sapere perché non mi è stato detto che c’erano Travaglio e Venuti in città. Perché mi è stata rifilata una scamorza ammuffita.
Tutto qui.

P.S.
La foto di Paolo Beccari c’entra solo con la prima riga del post. Ma anche di questo parleremo con calma.

Una pubblicità del… pacco

Grazie a Verbena.

Miracoli? La Santuzza ha già dato

Ecco gentile sindaco, faccia di Palermo una città che non può essere dileggiata per un voto in controtendenza. La renda inattaccabile, preziosa per i suoi talenti inespressi. La vera scommessa è portare alla luce e valorizzare ciò che rimane nascosto. Faccia meno inaugurazioni e più passeggiate. Ascolti la musica che suonano i suoi concittadini, legga le loro parole, corra con loro se corrono, li aiuti se inciampano. Se io fossi lei vorrei conoscerli tutti, proprio tutti.

Io medesimo sottoscritto, tre anni fa su questo blog.

Negli ultimi anni l’appuntamento col Festino di Palermo è diventato come l’appuntamento di un malato terminale col suo medico: i miglioramenti sono affidati ai miracoli. Solo che in tal senso la Santuzza ha già dato.
E’ vero che questo sindaco non c’è più. Ma, sommessamente, molti di noi se ne erano accorti da un anno, forse due, o più.
Fa impressione rileggere certe cronache datate e accorgersi che nel regno di Cammarata Diego il tempo serve soltanto a invecchiare.

Questo sesso radical chic

A gentile richiesta.

di Verbena

Le petite robe noir al primo appuntamento per lei.

I calzini colorati di Topman al primo appuntamento per lui.

Farsi salire la libido ascoltando sexy allusioni in francese.

Farsi abbassare la libido ascoltando sexy allusioni in dialetto (meridionale).

Immaginarsi fascinose come Tina Modotti durante l’amplesso.

Credersi Chuck Palahniuk durante una qualunque pecorina.

Rivestire, per forza, di significati esistenziali una botta e via.

Svestire, per forza, di contenuti romantici una botta e via.

Applaudire le fellatio mimate nei concerti (quelle che fanno audience).

Criticare le fellatio negli uffici ministeriali (quelle che fanno carriera).

La shunga, i  manga  e  il vintage di Jacula e Sukia.

Luxuria, Vulvia e Stanford, l’amico gay di Carrie.

Il sex appeal di Tilda Swinton (ma anche le tette della vicina buzzicona).

Aggiornare l’elenco delle tue donne da letto, in un taccuino.

Riprendersi un qualunque uomo nel tuo letto, dopo un solo bicchiere di vino.

Ma Daverio?

L’attimino fuggente
di Giacomo Cacciatore

Ho letto ieri su Repubblica Palermo che Philippe Daverio – consulente artistico ed esotico della giunta Cammarata – messo alle strette in merito al pasticcio dei tagli al festino di Santa Rosalia si è levato qualche sassolino dalle scarpe nei confronti dei palermitani. Non ho difficoltà a ribadire che il personaggio non mi sta simpatico. Tanto più mi stupisco di dovergli dare ragione su alcuni punti del suo sfogo pubblico.
Daverio, per esempio, afferma che “c’è una città parassitaria che pensa che l´assistenza sia un obbligo”.
Vero.
Aggiunge: “La maggior parte dei palermitani è simpaticissima, ma poi c’è una parte della città, rappresentata soprattutto da certi politici, fatta di parassiti. Infine c´è una grande assente, la società civile. Qui c’è solo il popolo”.
Vero.
Poi, in un faccia a faccia con un gruppo di lavoratori della Gesip che prospettava di non far muovere né carro né Santa in occasione del festino: “Se volete protestare saliteci sopra e distruggetelo, ma tanto non avete le palle”.
Più che vero. Da noi can che abbaia non morde. Specialmente se, alla fin fine, deve leccare la mano benevola del padrone.
Conclusione: Ma davvero sono un daveriano? Possibile, se non fosse per qualche punto che mi va di aggiungere a margine della ramanzina del farfallinato francese. Si tratta di semplici congetture.
Primo: a molti – forse ai più – sfuggono le ragioni della nomina di Daverio a consulente del comune di Palermo.
Secondo: a molti – forse ai più – sfuggono i risultati del lavoro di Daverio in veste di consulente.
Terzo: molti – forse i più – staranno magari pensando che quando si parla di parassiti che succhiano soldi della collettività senza ripagarla con un vantaggio, un bene o un servizio tangibile, la nazionalità e la cittadinanza poco importano. Cambia solo il modo di pronunciare la “erre”, ma la categoria zoologica è sempre quella.

Cammarata e il Giornale di Sicilia


Nell’intercettazione pubblicata oggi dal Giornale di Sicilia il sindaco di Palermo, Diego Cammarata, dà dello psicopatico al condirettore del giornale, Giovanni Pepi, e suggerisce all’ex presidente dell’Amia, Gaetano Lo Cicero, di tenere pulite le strade in cui abitano Pepi e il direttore del quotidiano Antonio Ardizzone.
Queste righe ci dicono alcune cose a mio parere importanti.
1)    Il sindaco, che ha sempre teso a minimizzare l’emergenza immondizia, ammette che Palermo annega nella spazzatura e invita, colpevolmente, Lo Cicero a fregarsene del “resto della città” e a concentrarsi solo sulle zone calde.
2)    Il Giornale di Sicilia, che in passato e per lungo tempo ha tenuto nei confronti di Cammarata, un atteggiamento benevolo e protettivo ha, negli ultimi mesi, cambiato registro.
3)    Il camper del GdS ha un’utilità sociale e, da oggi, giudiziaria. Vero giornalismo on the road.
4)    Un sindaco che parla così di un giornalista è un cialtrone.
5)    Un sindaco di Palermo mollato dal giornale di Palermo, se non si chiama Leoluca Orlando, va a picco senza lasciare bollicine.

Utroque iure

Vanity Fair, questa settimana, ricostruisce il primo incontro tra il presidente Berlusconi e la dama bianca Federica Gagliardi, 30 anni, la bionda che è stata notata al fianco del premier al G20 di Toronto.
Il dialogo che segue, per quanto surreale possa sembrare, è ricostruito sulla base dell’intervista fatta dal settimanale a una persona “molto vicina” alla Gagliardi.
E’ il 26 marzo scorso e il premier è appena arrivato al Salone delle Fontane dell’Eur per concludere la campagna elettorale di Renata Polverini. Sono appena partite le note di Meno male che Silvio c’è quando Berlusconi nota una bionda in prima fila e la abborda.

“Ciao bella, cosa ci fai qui?”.
“Nulla, presidente. Sono laureata in utroque iure”.
“Utroche?”.
“E parlo quattro lingue”.
“Interessante, qual è il tuo sogno nel cassetto?”.
“Presidente, vorrei fare un’esperienza di lavoro internazionale”.
“Aspettiamo il risultato di queste elezioni. Chissà mai che in caso di vittoria possa arrivare un premio…”.

La Polverini vince e il premio arriva. La dama parte al seguito del Cavaliere.
A rendere verosimile l’inverosimile, qualche nota biografica della Gagliardi e qualche curiosità.
La signorina ha lavorato in passato per un assessore della giunta Veltroni, poi si è candidata con l’Italia dei Valori di Di Pietro (ha preso ben 24 voti) e adesso presta la sua opera per Renata Polverini, presidente di centrodestra della Regione Lazio.
Il suo programma tv preferito è Porta a Porta.
Il suoi film preferiti sono Avatar e Pretty Woman.
Il suo libro preferito è Uomini che odiano le donne.

Insomma un’intellettuale dei nostri tempi.